Il console generale d’Italia Gabriele Meucci fa il punto sulla situazione del consolato di Lugano.
LUGANO - Due cifre, forse più di tutte, mostrano l’aumento del lavoro che, in poco tempo, è “piombato” sulle spalle del Consolato italiano di Lugano: nei primi mesi del 2024 le richieste Aire (Anagrafe italiani residenti all'estero) hanno visto un incremento del 400%. I numeri, come spiegano da via Pelli, hanno creato un ingolfamento che ha allungato in maniera considerevole i tempi di attesa per la richiesta dei documenti, in particolare il passaporto. Così, anche alla luce delle diverse lamentele manifestate (via mail alla nostra redazione e sulla pagina Google del Consolato), il console generale d’Italia Gabriele Meucci, intervistato da Tio/20min, fa il punto della situazione e consiglia alla comunità italiana, oggi composta da oltre 128'000 persone, di controllare la scadenza dei propri documenti «con un certo anticipo» e di «muoversi per tempo».
A cosa è dovuto un aumento così importante?
«Negli ultimi giorni del 2023, il Parlamento ha votato la legge finanziaria, inserendo un po’ all’ultimo una norma: chi non si iscrive all’Aire, pur essendosi trasferito, rischia 1’000 euro di multa per ogni anno di omessa iscrizione negli ultimi cinque. Non è retroattiva e, sulla carta, è valida dal 1 gennaio 2024. In più, è prevista la comunicazione automatica all’Agenzia delle entrate da parte del Comune di ultima residenza in Italia per eventuali accertamenti fiscali su residenze fittizie. Per ora, però, non si sa ancora come funzioneranno le procedure».
Di conseguenza, come sono cambiati i tempi d’attesa?
«C’è stato un po’ di “panico”, sebbene ci siano tutti e 12 i mesi del 2024 per iscriversi. Di conseguenza, si è creato un ingolfamento che stiamo smaltendo. Di solito, la domanda d’iscrizione veniva evasa in tre settimane. Ora, per via dell’imbuto, l’attesa è di 60 giorni».
In generale, le pratiche consolari sono cresciute molto negli ultimi 12 mesi?
«Abbiamo registrato un grande balzo in avanti, soprattutto lo scorso anno».
Sono stati segnalati alcuni problemi relativi al portale di prenotazione…
«Non possiamo intervenire in nessun modo. È centralizzato e segue tutti i consolati italiani sparsi nel mondo. Noi stessi siamo “disperati” tanto quanto i nostri connazionali».
Diverse lamentele, ricevute dalla nostra redazione e presenti sulla pagina Google del Consolato, riguardano i tempi d’attesa per i passaporti…
«Al momento, si aggirano attorno ai 3-4 mesi. Di solito, il 10% delle persone, in alcuni casi il 20%, prenota l’appuntamento e poi non si presenta. Quindi, abbiamo deciso di accettare le richieste anche in “overbooking”. Qui abbiamo i macchinari per stampare il documento: quindi, chi entra con l’appuntamento, esce con il passaporto. Non lasciamo nessuno senza. E per le urgenze c’è uno sportello dedicato. Purtroppo, abbiamo solo 14 addetti che si occupano dei servizi consolari. Il personale è diminuito di due unità e non ci sono fondi per assumere nessuno. Siamo un po’ al limite».
E per le carte d’identità la situazione è diversa?
«Da quando sono state introdotte quelle elettroniche, tutte prodotte dalla Zecca dello Stato a Roma, abbiamo avuto un picco di richieste: sono di fatto raddoppiate. Qui noi facciamo solo da “tramite”: registriamo i dati biometrici, poi la carta d'identità arriva ai diretti interessati. Peraltro, i paesi di residenza normalmente rilasciano ai residenti stranieri la carta di identità, ma questo non avviene in Svizzera, dove gli stranieri sono obbligati a ricevere il documento di identità nazionale dal proprio consolato. Da qui la forte pressione sui nostri uffici. È bene ricordare, però, che all'estero la carta di identità non è un documento necessario o indispensabile. Il passaporto invece lo è».
Qual è il consiglio?
«Prima avevamo quattro uffici (Chiasso, Lugano, Locarno e Bellinzona) e una rete di corrispondenti consolari. Inoltre, la comunità italiana era ferma a 70’000. Oggi, abbiamo un solo ufficio e i residenti sono più di 128'000. La situazione, quindi, è ben diversa. Di conseguenza, è meglio muoversi con un certo anticipo, in particolare verificando la correttezza dei dati Aire e la data di scadenza del passaporto: quest’ultimo può essere rinnovato fino a sei mesi prima. Infine, è buona cosa verificare spesso il portale perché si aggiorna in modo automatico quando le persone cancellano».
L’informatizzazione ha snellito i tempi d’attesa?
«Una premessa: noi abbiamo il compito di condurre alcuni controlli preventivi e verificare, per esempio, se lo stato civile risulta aggiornato e il matrimonio trascritto. Ecco, non tutte le verifiche vanno a buon fine. Di recente, abbiamo trattato un caso di un signore nato nel ghetto di Varsavia: nessuno sa dove sia finito il suo certificato. In generale, prima diverse questioni si risolvevano più facilmente senza l’informatica. Oggi, se il sistema non consente di cliccare il tasto “stampa passaporto”, non c’è verso di riuscirci».
Sono sempre di più i residenti italiani in Ticino. Come è cambiata l’immigrazione?
«Quella degli anni Cinquanta era magari operaia, composta da persone che emigravano per sopperire a bisogni essenziali di lavoro. Oggi la chiamano “mobilità europea”: per la maggior parte sono giovani e laureati che si spostano per migliori condizioni di vita e lavoro. L’assistenza di cui necessitano, quindi, è diversa. La richiesta, però, è sempre la stessa: avere servizi i più efficienti possibili».
I numeri - Nei primi cinque mesi del 2024, il Consolato generale d’Italia a Lugano ha rilasciato 3290 passaporti, un incremento del 6,3% rispetto a maggio 2023 (3095). L’aumento, nello stesso lasso di tempo, è ancora maggiore per le carte d’identità: +32% (2187 contro le 1658 di maggio 2023). Il raffronto fra 2022 e 2023 è ancora più “imponente: in dodici mese sono stati rilasciati 2279 passaporti in più (da 5089 nel 2022 a 7368 nel 2023) e 1156 carte d’identità in più (da 2793 a 3949).
«Abbattiamo le liste d'attesa» - «Ci sono oltre 7 milioni di italiani iscritti all'AIRE. Oggi cominciamo a dargli le risposte che aspettano da tempo». A dirlo, in un intervento alla camera, il parlamentare PD eletto all'estero Toni Ricciardi (che vive e lavora a Ginevra). L'occasione è stata la discussione generale sulla proposta di legge relativa alla destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero. «Finalmente, interveniamo sulle liste d'attesa per l'ottenimento del passaporto, introducendo un criterio di produttività nella PA: fino a oggi, infatti, per gli italiani che vivono all'estero si tratta di aspettare almeno nove mesi presso un ufficio consolare prima di avere l'agognato documento. Da oggi in poi con il criterio di produttività più passaporti saranno erogati, più risorse la sede consolare riceverà direttamente ogni trimestre, più si avranno risorse per migliorare i servizi e più si ridurranno le liste d'attesa».