La testimonianza shock di una 60enne residente nel Luganese. «Qui in Ticino la mia denuncia non è servita a nulla».
LUGANO - «Una sera mi ha detto "Cosa devo farne di te, ti tengo o ti ammazzo". E un'altra mi ha scritto che sarebbe venuto da me "col ferro"». È una storia di sofferenza quella raccontata a Tio/20Minuti da Elena*, 60enne del Luganese che per mesi ha vissuto l’incubo dello stalking.
Dal matrimonio alle minacce di morte - «Il mio stalker è il mio ex. Ci siamo conosciuti a gennaio 2023 su un'app di incontri e a luglio ci siamo sposati», spiega. La donna si trasferisce quindi nell’appartamento del marito, nel Varesotto, ma la relazione si incrina a tempo record. «Dopo poche settimane eravamo già in crisi: in primo luogo perché lui mi ha sottratto una grossa somma di denaro e in secondo luogo perché ho scoperto che aveva problemi di dipendenze. Io gli ho detto che volevo la separazione e sono tornata in Ticino. Da lì è iniziato tutto».
Sì, perché l'uomo non ne vuole sapere di accettare la rottura. «Ha minacciato di morte prima me, poi i miei figli. E faceva di tutto per perseguitarmi: diceva che aveva messo un microfono sotto la mia macchina e che poteva ascoltare le mie telefonate, mi mandava centinaia di messaggi scritti e vocali, ed è arrivato a chiamarmi, senza ricevere risposta, 112 volte in un giorno».
Una denuncia a vuoto - In un'occasione l’uomo si è inoltre presentato davanti alla casa di Elena*, che ha allertato la Polizia cantonale. «A un certo punto ho deciso di denunciare, ma qui in Ticino non è servito a nulla: il Ministero pubblico mi ha comunicato che non c’erano i presupposti per aprire un procedimento penale e andare avanti. Così ho sporto denuncia alla procura di Varese». Già, perché se in Italia lo stalking è penalmente punibile, in Svizzera non costituisce un reato a sé stante, e ottenere giustizia in una simile fattispecie può rivelarsi estremamente complesso.
Tutto questo, però, potrebbe presto cambiare. A giugno il Consiglio nazionale ha infatti adottato un progetto di legge che intende inserire il reato di stalking nel nostro Codice penale. Il dossier andrà ora agli Stati, e anche il Consiglio federale sostiene la proposta.
«Quando ci scappa il morto è troppo tardi» - «Sicuramente introdurre lo stalking nel Codice penale può favorire le vittime», commenta Elena*. «Nel concreto, però, le autorità dovrebbero fare di più. Sì, perché quando noi denunciamo a loro monta la rabbia, diventano ancora più pericolosi e noi non siamo minimamente protette. Io chiamo la polizia e mi viene detto “Aspettiamo l’escalation”..poi però quando ci scappa il morto è troppo tardi. Ci vogliono pene esemplari per gli autori e una maggiore protezione per le vittime: non possiamo lottare da sole».
E la paura è tanta. «Temo che dopo la denuncia lui stia solo aspettando l'occasione giusta per farmi del male. Mi guardo sempre alle spalle e tutte le mattine mi faccio il segno della croce».
Intanto l’ex di Elena* è indagato dalla Procura di Varese per stalking/atti persecutori e maltrattamenti contro familiari o conviventi. Mentre si attende il processo, nei suoi confronti sono state attivate misure cautelari che gli vietano di avvicinarsi a lei e ai suoi familiari, nonché di prendere contatto con loro.
*Nome di fantasia. Nome reale conosciuto alla redazione