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VALLEMAGGIADisastro in Vallemaggia: dai privati una valanga di aiuti, ma il Cantone cosa fa?

19.07.24 - 06:30
«Gli aiuti servono adesso, non tra mesi e mesi», dichiara Fiorenzo Dadò, coordinatore del Comitato di crisi della Vallemaggia.
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Disastro in Vallemaggia: dai privati una valanga di aiuti, ma il Cantone cosa fa?
«Gli aiuti servono adesso, non tra mesi e mesi», dichiara Fiorenzo Dadò, coordinatore del Comitato di crisi della Vallemaggia.

CEVIO - Oltre un milione di franchi. È questa la cifra ricavata finora dai Comuni di Cevio e Lavizzara, dopo il nubifragio che tra il 29 e il 30 giugno scorso ha distrutto l’Alta Vallemaggia, attraverso la raccolta fondi "Bavona e Lavizzara - Ricostruiamo insieme". E la Catena della Solidarietà, che raccoglie fondi per le regioni colpite dal maltempo in Ticino, Grigioni e Vallese, ha raccolto più di 10 milioni di franchi.

Insomma, privati, ma anche fondazioni, aziende e altri Comuni, ci stanno mettendo il cuore. Ma la verità è che non basta. I danni sono enormi e la domanda sorge spontanea: dove sono i soldi del Cantone?

«Il Cantone ha già comunicato che nell’ambito dei costi di ricostruzione farà la sua parte, assieme agli enti locali interessati e alla Confederazione», riferisce a Tio/20Minuti il Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato. 

«Necessario un coordinamento» - Al momento, però, «le operazioni di messa in sicurezza e di ripristino delle infrastrutture urgenti sono tuttora in corso, e non è ancora stato possibile elaborare una stima dei danni complessiva. È quindi del tutto prematuro potersi esprimere in maniera dettagliata sugli aspetti finanziari». Inoltre, precisa il Consiglio di Stato, «considerando che altre due regioni svizzere vicine al Ticino sono pure state colpite – Grigioni e Vallese – un coordinamento sulle modalità di intervento finanziario, in particolare della Confederazione, sarà necessario».

Cosa si sta facendo - Viene poi specificato che in seguito al nubifragio valmaggese «il Consiglio di Stato ha da subito garantito i crediti necessari alle ricostruzioni più urgenti, facendo capo a fondi già previsti per la manutenzione delle strade e mettendo a disposizione dello Stato Maggiore Regionale di Condotta le risorse necessarie per operare». In quest’ottica «si inserisce pure la richiesta immediata, effettuata già domenica 30 giugno, del sostegno dell’Esercito. È inoltre attivo lo strumento del lavoro ridotto per chi ne fa richiesta e sono stati attivati gli strumenti di supporto e sostegno in ambito agricolo». Per quanto riguarda gli aiuti finanziari necessari alla ricostruzione, infine, si potrà «far capo alle leggi settoriali e allo strumento dell'aiuto agli investimenti previsto espressamente per i Comuni».

«Ci vuole un credito straordinario urgente» - In sostanza, dunque, molte promesse. Ma, in termini finanziari, ancora poca azione. «I crediti per le ricostruzioni più urgenti a cui si riferisce il Cantone sono semplicemente crediti di manutenzione delle strade cantonali, che fanno parte del credito quadro», spiega Fiorenzo Dadò, coordinatore del comitato di crisi della Vallemaggia. «Si parla quindi di finanziamenti ordinari, destinati unicamente allo sgombero e alla ricostruzione delle strade cantonali, compreso il Ponte provvisorio di Visletto. Ricordiamoci però che nel disastro sono andate distrutte anche strade comunali e consortili, come è il caso della Valle Bavona e della Valle di Peccia, e si contano ingenti danni anche a edifici comunali, acquedotti e fognature».

«Le fatture continueranno ad arrivare» - Optando per il rilascio di questi crediti, in definitiva, «il Consiglio di Stato non va a coprire gli importi di assoluta emergenza che dovranno pagare i Comuni per le ditte locali che si sono immediatamente date da fare per sgomberare sedimi comunali e aiutare i privati», sottolinea Dadò. «Sappiamo inoltre che i Comuni colpiti dal disastro sono finanziariamente fragili, e non hanno i soldi per far fronte a tutte le fatture che stanno arrivando e continueranno ad arrivare per mesi».

«Non si può seguire la prassi, è come essere in guerra» - Per Dadò e il resto del comitato di crisi è quindi essenziale che il Consiglio di Stato stanzi un credito straordinario urgente per dare una mano ai Comuni. «Siamo in un momento di crisi, è come essere in guerra, e bisogna agire di conseguenza. Non ci si può appoggiare alle prassi usuali, che portano solo a lungaggini, ulteriori costi e burocrazia. Gli aiuti servono adesso, non tra mesi e mesi». 

Donazioni sì, ma servono aiuti pubblici - Già, perché i fondi raccolti attraverso “Ricostruiamo insieme” serviranno verosimilmente a tappare i buchi laddove non arriveranno assicurazioni, fondi comunali, Cantone e Confederazione. «La Vallemaggia è enormemente grata ai privati, ma è chiaro che di fronte a una catastrofe simile ci servono ingenti aiuti pubblici, sia dal Cantone che dalla Confederazione», conclude il granconsigliere.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Wanda Dadò, sindaca di Cevio. «Sicuramente noi siamo in difficoltà, e spero ancora che il Cantone si decida a intervenire con un credito straordinario. I fondi raccolti con "Ricostruiamo insieme", per i quali ringraziamo nuovamente la popolazione, saranno invece gli ultimi a essere toccati».

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COMMENTI
 

Mattiatr 3 mesi fa su tio
In Ticino abbiamo tanti brutti vizi. Il primo è non essere in grado di comprendere il federalismo, quali competenze siano delegate a quale livello e cosa lo stato o il cantone debba o possa fare. Il secondo è non saperci chinare su di un problema per più di 5 seconti, una limitata occhiata su tio e poi via a commentare. Molto facile pianger miseria nella speranza di un'inutile pioggia di soldi per poter dire d'aver fatto la nostra parte (con un commento su tio). Attualmente, guardando l'ortofoto della catastrofe sorgono varie problematiche e la mancata risposta non viene dalla confederazione, ma dal dipartimento del territorio e dai suoi ''buoni'' uffici. Cominciando dall'alto, la Valle di Peccia, nel suo culmine vede ora un o spargimento del fiume in piccoli riali, la situazione è potenzialmente pericolosa in futuro, cosa s'intende fare? Riarginare il fiume? Lasciarlo così? deviarlo da qualche parte? Boh. Per gli abitati più a valle, nel sito dell'ex pista di ghiaccio, il fiume proveniente dalla valle di Peccia ''picchiava'' perpendicolarmente contro l'argine, col senno di poi siam bravi a notarlo ma parlando di futuro cosa s'intende fare? Si rifà l'agine? Si aspetta la prossima alluvione per fare una pescicultura nella scuola? Si devia il fiume? Boh. Infine Fontana, in valle Bavona, luogo di case secondarie quindi in teoria non abitate tutto l'anno. Quella frazione non era nemmeno in zona a rischio valanghe, inimmaginabile una frana (suppongo), ora che si fa? Si scava via tutto fino al livello del terreno? Si ricostruisce sui detriti? Si lascia tutto com'è, si rifà la strada e finita lì? Ad oggi ci sono proposte di commissioni, task force, tavoli di crisi, manca solamente una tavola rotonda, una videoconferenza e un po' di cartomanzia per aver visto tutto. Dopo tre settimane non sono chiare nemmeno le modalità di scelta delle opere di ricostruzione, quali verranno permesse, quali vietate, la linea generale e chi ci lavorerà, il coinvolgimento dei comuni, ecc. Diciamo che almeno una linea sulle opere di premunizione sarebbe carina, immagino che chi vive quei luoghi difficilmente inizierebbe a sistemare la cantina col rischio di vedersi la casa in zona rossa per pericolo alluvionale (la butto lì). Oppure tornando sull'impianto sportivo in Lavizzara, potrà esser ricostruito? Il fiume farà lo stesso percorso di prima? Onestamente non invidio affatto chi vive in Lavizzara e a Cevio, dalle letture sui giornali mi pare di aver capito che Zali si è recato in loco senza nemmeno incontrare i sindaci, manco fossero pericolosi. Ha forse paura d'esporsi? Di dir loro in faccia che la ricostruzione sarà vincolata all'aggiornamento delle zone di pericolo piuttosto che su una riorganizzazione del fiume e a delle adeguate opere di premunizione? Non so voi, ma con tutti questi interrogativi da colmare eviterei di pianger miseria perché ''eh ma insomma la confederazione faccia il suo'' oppure ''eh ma l'Ucraina''. Adesso va bene tutto, ma paragonare Vallemaggia e Ucraina non ha senso, non ci sono paragoni sostenibili, in quanto vi sono cause differenti (oltre che sulla scala dell'evento), poi boh tutti a festeggiare il municipio x che al posto di sistemare il tombino dona soldi alla valle per la ricostruzione (gesto che apprezzo sia chiaro). Mi pare che abbiamo problemi di logica e di realizzazione del percorso necessario alla ricostruzione ''buttiamoci soldi che poi tutto si sistemerà''. Buon lavoro a tutti i valmaggesi ed attendo con ansia segnali dal DT, la loro condizione è sconfortante e sarei felice di veder qualche piano in futuro da poter supportare.

TheQueen 3 mesi fa su tio
Risposta a Mattiatr
Finalmente qualcuno che utilizza il cervello e le informazioni corrette per scrivere qualcosa di sensato. I populismi hanno reso parte della popolazione ignorante e col paraocchi purtroppo

vulpus 3 mesi fa su tio
Risposta a Mattiatr
Condivido, ma sembra proprio che nessun politico o funzionario abbia gli attributi per iniziare a tracciare una linea verticale e inserire quanto va fatto o rifatto o ripristinato. Poi si dovrebbero dare delle priorità. E per i finanziamenti, bè cerchiamo di imparare dal Grigioni. Abbiamo forse vergogna a chiedere e a consultarsi con loro. Hanno avuto Bondo, ora la Mesolcina, ma stanno viaggiando a 100 all'ora. Il cantone è costantemente presente e ha già dichiarato che l'80 % dei costi di ricostruzione ( di tutto) verranno prese a carico dal cantone stesso. A parte i politici in valle che finalmente hanno iniziato a farsi sentire, tutti fanno silenzio. Ma ancora ieri sera un funzionario del cantone ha dichiarato , dopo che i militari hanno affermato che sono pronti a continuare, che bisogna far lavorare le ditte del posto . Ma questo signore forse è meglio che torni nel suo ufficio. Ma le ditte della zona , ne avranno per 50 anni , tutti, da lavorare se viene tutto delegato a loro. Ci sono case, manufatti, acquedotzti, depurazione, muri da rifare e costruire. Facciamo lavorare l'esercito nel ripristino del territorio, che hanno mezzi e uomini a volontà. Forse qualcuno ricorda l'alluvione del 78`mi pare, i militari fecero un lavoro immesno su tutto il Sopraceneri. Ma bisogna svegliarsi, e non alla mercè dei funzionari e politici alla difesa del proprio giardinetto. Già al momento dell'evento si è dimostrata poca capacità di gestione, ma ora peggioriamo.

Mattiatr 3 mesi fa su tio
Risposta a vulpus
Ciao vulpus, sul '78 so poco riguardo la ricostruzione, se hai dei riferimenti storici sarei felicissimo di leggere ed approfondire (per deformazione professionale nutro un profondo interesse per tutto ciò che è costruzione e ricostruzione). Viaggiando ancora d'immaginazione, prima di poter parlare di ricostruzione delle strutture pubbliche bisogna innanzi tutto capire cosa pagano le varie assicurazioni e per quello suppongo ci voglia ancora qualche settimana. Considera inoltre che a dover far progetti a livello comunale sono una decina di municipali (con la loro vita privata, ...) e qualche tecnico comunale, non si può in coscienza pretendere una pianificazione rapida con risorse così scarse. Dal cantone le giustificazioni calano, il dipartimento del territorio, dopo 3 settimane di perizie geologiche, un forglietto o una tabellina potrebbe anche pubblicarlo (a lavorarci non sono due decine scarse di persone). Come detto in precedenza non si pretendono i piani esecutivi con tanto di kg d'acciaio d'armatura o scatole di bulloni, ma una cartina con un cerchio fatto a mano con scritto, qua si devia il fiume definitivamente, qua provvisoriamente per permettere la messa in sicurezza in previsione di un'argine, ... Adesso sono il primo che conosce vagamente il tempo che s'impiega a sviluppare un progetto, sopra tutto se di scala praticamente regionale, però la popolazione residente e non (come nel mio caso) pretende di sapere che si sta lavorando seriamente e vuole vedere almeno la via che s'intende prendere. Vero che questa richiesta è figlia dell'era digitale, 20 anni fa forse bastavano un paio di rassicuraioni, però per smentire i pensieri cattivi che sorgono durante le pause di riflessione servono rassicurazioni che siano pragmatiche e chiare. Sull'uso dell'esercito rispetto ai privati sono combattuto. Vero è che l'esercito dispone di tanti manovali nemmeno troppo costosi (visto che la remunerazione è già in essere), però non darei per scontato che sarebbero più rapiti. La costruzione del ponte necessariamente doveva esser compito militare, lo sgombero non saprei. Un pakerista per esempio in un'impresa privata può avere anni d'esperienza, nell'esercito forse mesi se non settimane, sul lavoro conta. Ora come ora, dovessi esprimere un desiderio alla fatina dei denti, chiederei rassicurazioni riguardo la gestione territoriale (deviazione dei fiumi) e la gestione finanziaria (disporre di tot milioni per i comuni, rimandando l'importantissimo asfalto fonoassorbente, o altre spese ad oggi meno prioritarie). L'impiego o meno dell'esercito è seguente e conseguente.

vulpus 3 mesi fa su tio
Risposta a Mattiatr
È evidente che in questa situzione ognuno forse la vediamo un pò dalla parte che comprendiamo meglio. Per la ricostruzione concordo che le autorità in loco avranno le loro difficoltà. Ma come ben dici, il cantone ha risorse enormi a livello di personale che può collaborare. Che facciano un team che affianchi le autorità e si proceda. Sui militari, sono convinto che in questo momento siano quelli che hanno più possibilità di fare il "grosso". Hanno macchinari, il personale che li guida, solitamente lo fanno anche in civile. Hanno i genieri che possono sistemare i balon grandi come un palazzo. Anche se non possono fare il trattamento finale, dovrebbero creare gli spazi per il lavoro che segue. Però come detto, ogni ofelee el so mestee.

Mattiatr 3 mesi fa su tio
Risposta a vulpus
Giusta osservazione, le capacità personali e professionali di ogniuno permette l'osservazione di dettagli che riuniti possono permettere una visione d'insieme. Le risorse cantonali sono relative, tante, poche, impiegabili o meno. Dipende tutto dal contesto e dal quadro dirigenziale e normativo in cui operano (in Ticino non riconosciuto per essere ottimale ma sono molto aperto ad essere smentito). Per i militari è più o meno lo stesso, io ho servito nel battaglione attualmente impiegato in Vallemaggia, l'aiuto dell'esercito può essere più quantitativo che qualitativo, l'approccio ha funzionato, ora c'è un ponte provvisorio. Detto ciò dobbiamo anche considerare che l'esercito è un'organo d'intervendo su scala nazionale e deve poter ristabilire la protezza in seguito agli interventi svolti, casomai che succedano ulteriori eventi (toca fer spero di no). Oggi vediamo i primi segni positivi di ripresa, il percorso è ancora lungo ed impervio.¶ Ho inoltee letto la proposta di realizzazione di un nuovo masterplan che indirizzi la ricostruzione, idea dal canto mio buona. Diciamo che volendo far polemica auspico un documento un po' più serio del precedente masterplan avendone letto il contenuto, ma questa ripeto è polemica fine a sé stessa. Vedremo, gli amici che ho nella regione sono duri come la roccia e non si faranno fermare oggi, resta la speranza. Dal canto mio posso solo mantenere alta l'attenzione di chi conosco su tema, onde evitare il solito teatrino dell'era social. "Inizio di grande commozione e sostegno, grandi parole, doo un mese se ne parla sì e no, e dopo un anno ci s'infastidisce per le richieste assurde, insomma tengo famiglia." Buona giornata vulpus.

Mattiatr 3 mesi fa su tio
Risposta a TheQueen
Mah giudizi generali su singole persone evito di farli, sono più pratico e mando nei luoghi giusti le persone giuste (sul momento). I miei buoni contatti in valle mi hanno dato qualche informazione, che pian piano inizia a colmare i miei interrogativi. Ovviamente il problema ''ufficio corsi d'acqua'' non è risolto. Da cittadino ticinese voglio vedere ricostruiti i due comuni nei limiti del fattibile, vorrei capire come e se verrà fatto. Si sono aggiunti però ulteriori quesiti alla quale non avevo pensato. Le strade comunali distrutte chi le paga? Per quanto si possa voler esser ottimista dubito che le raccolte fondi siano sufficienti. Nei prossimi tempi vi sarà un elefante nella stanza sui tavoli dei decisori cantonali, siano essi governanti o parlamentari, chi paga le opere a carico dei comuni toccati? La natura periferica della regione è caratterizzata da una scarsa attività economica, le casse comunali non giovano del gettito sostanzioso di altri comuni più prosperi. A questo punto sorge il dubbio, il cantone si assumerà integralmente i costi di ricostruzione di tutte le opere pubbliche? Lo farà parzialmente e il resto peserà sui debiti comunali? Oppure vi sarà un qualche referendum finanziario da parte di qualche parte politica che di sicuro, passato il momento emotivo, tornerà alla normalità su di una falsa riga già letta su quotidiani zurighesi (le zone non andrebbero abitate e pertanto non finanziate)? I municipi, vista la loro funzione, punteranno al ripristino a qualsiasi costo, se il cantone non intervenisse questi rischierebbero il fallimento con conseguenze notevoli su tutto il cantone. Certo è un scenario abbastanza pessimista, da Vitta e Gobbi qualche indirizzo lo possiamo ipotizzare, Zali invece? (sia chiaro intendo dichiarazioni ufficiali e indicazioni provenienti dai dipartimenti).

centauro 3 mesi fa su tio
3 o 4 radar in più dove transitano frontalieri e turisti, nel giro di qualche mese la valle Maggia torna come nuova!

andrea28 3 mesi fa su tio
Se c'erano 33 milioni per costruire una teleferica "discutibile", ci saranno 33 milioni per le opere necessarie... Basta scegliere le priorità.

vulpus 3 mesi fa su tio
Al momento sembrano una montagna di soldi, ma quando si inizierà a far di conto.....Non bisogna però gridare allo scandalo o esasperare la situazione. Al momento bisogna garantire un minimo di sostenibilità a chi ci vive lassù. Poi il cantone deve immediatamente allestire le priorità di sua competenza, per garantire viabilità e sicurezza. I comuni idem , per garantire scuole, negozi, rifornimento, tempo libero ecc.Da dimenticare che in un paio di mesetti ricresca l'erba come prima. Sarà pure utile , e chi ha visto la situazione ci avrà anche pensato, riaprire le discariche di terra allestite un pò dappertutto e riportare in valle il terriccio necessario per ricostituire i prati.

Bracedghost88 3 mesi fa su tio
non mi aspetterei molto dal nostro cantone, ma più dalle persone individuali che hanno ancora jn cuore

Flet 3 mesi fa su tio
Per gli aiuti all'estero subito! Ma per gli aiuti in Ticino e Vallese, vedremo poi!!

TheQueen 3 mesi fa su tio
Risposta a Flet
Gli aiuti all’estero li da la Confederazione…avete proprio il disco rotto mamma mia

Panoramix il Druido 3 mesi fa su tio
Risposta a TheQueen
Esatto Maestà, ma nei blog qualsiasi occasione è buona per spandere mer...fango su tutto e tutti! Atteggiamento da poveri frustrati che evidentemente nella vita hanno concluso poco!

Gimmi 3 mesi fa su tio
Risposta a TheQueen
Ticino e Vallese ,non sono in Svizzera?La Confederazione,non puo' mettere mano al borsello??

TheQueen 3 mesi fa su tio
Risposta a Gimmi
Ma dove hai letto o constatato che la Confederazione non pagherà? I militari che sono in loco chi li paga secondo te? Le tue tasse? Ti ricordo che il TI riceve dai cantoni più abbienti fior fiore di danari per la perequazione…li riceve, non li invia…accendete il cervello ogni tanto grazie
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