«Gli aiuti servono adesso, non tra mesi e mesi», dichiara Fiorenzo Dadò, coordinatore del Comitato di crisi della Vallemaggia.
CEVIO - Oltre un milione di franchi. È questa la cifra ricavata finora dai Comuni di Cevio e Lavizzara, dopo il nubifragio che tra il 29 e il 30 giugno scorso ha distrutto l’Alta Vallemaggia, attraverso la raccolta fondi "Bavona e Lavizzara - Ricostruiamo insieme". E la Catena della Solidarietà, che raccoglie fondi per le regioni colpite dal maltempo in Ticino, Grigioni e Vallese, ha raccolto più di 10 milioni di franchi.
Insomma, privati, ma anche fondazioni, aziende e altri Comuni, ci stanno mettendo il cuore. Ma la verità è che non basta. I danni sono enormi e la domanda sorge spontanea: dove sono i soldi del Cantone?
«Il Cantone ha già comunicato che nell’ambito dei costi di ricostruzione farà la sua parte, assieme agli enti locali interessati e alla Confederazione», riferisce a Tio/20Minuti il Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato.
«Necessario un coordinamento» - Al momento, però, «le operazioni di messa in sicurezza e di ripristino delle infrastrutture urgenti sono tuttora in corso, e non è ancora stato possibile elaborare una stima dei danni complessiva. È quindi del tutto prematuro potersi esprimere in maniera dettagliata sugli aspetti finanziari». Inoltre, precisa il Consiglio di Stato, «considerando che altre due regioni svizzere vicine al Ticino sono pure state colpite – Grigioni e Vallese – un coordinamento sulle modalità di intervento finanziario, in particolare della Confederazione, sarà necessario».
Cosa si sta facendo - Viene poi specificato che in seguito al nubifragio valmaggese «il Consiglio di Stato ha da subito garantito i crediti necessari alle ricostruzioni più urgenti, facendo capo a fondi già previsti per la manutenzione delle strade e mettendo a disposizione dello Stato Maggiore Regionale di Condotta le risorse necessarie per operare». In quest’ottica «si inserisce pure la richiesta immediata, effettuata già domenica 30 giugno, del sostegno dell’Esercito. È inoltre attivo lo strumento del lavoro ridotto per chi ne fa richiesta e sono stati attivati gli strumenti di supporto e sostegno in ambito agricolo». Per quanto riguarda gli aiuti finanziari necessari alla ricostruzione, infine, si potrà «far capo alle leggi settoriali e allo strumento dell'aiuto agli investimenti previsto espressamente per i Comuni».
«Ci vuole un credito straordinario urgente» - In sostanza, dunque, molte promesse. Ma, in termini finanziari, ancora poca azione. «I crediti per le ricostruzioni più urgenti a cui si riferisce il Cantone sono semplicemente crediti di manutenzione delle strade cantonali, che fanno parte del credito quadro», spiega Fiorenzo Dadò, coordinatore del comitato di crisi della Vallemaggia. «Si parla quindi di finanziamenti ordinari, destinati unicamente allo sgombero e alla ricostruzione delle strade cantonali, compreso il Ponte provvisorio di Visletto. Ricordiamoci però che nel disastro sono andate distrutte anche strade comunali e consortili, come è il caso della Valle Bavona e della Valle di Peccia, e si contano ingenti danni anche a edifici comunali, acquedotti e fognature».
«Le fatture continueranno ad arrivare» - Optando per il rilascio di questi crediti, in definitiva, «il Consiglio di Stato non va a coprire gli importi di assoluta emergenza che dovranno pagare i Comuni per le ditte locali che si sono immediatamente date da fare per sgomberare sedimi comunali e aiutare i privati», sottolinea Dadò. «Sappiamo inoltre che i Comuni colpiti dal disastro sono finanziariamente fragili, e non hanno i soldi per far fronte a tutte le fatture che stanno arrivando e continueranno ad arrivare per mesi».
«Non si può seguire la prassi, è come essere in guerra» - Per Dadò e il resto del comitato di crisi è quindi essenziale che il Consiglio di Stato stanzi un credito straordinario urgente per dare una mano ai Comuni. «Siamo in un momento di crisi, è come essere in guerra, e bisogna agire di conseguenza. Non ci si può appoggiare alle prassi usuali, che portano solo a lungaggini, ulteriori costi e burocrazia. Gli aiuti servono adesso, non tra mesi e mesi».
Donazioni sì, ma servono aiuti pubblici - Già, perché i fondi raccolti attraverso “Ricostruiamo insieme” serviranno verosimilmente a tappare i buchi laddove non arriveranno assicurazioni, fondi comunali, Cantone e Confederazione. «La Vallemaggia è enormemente grata ai privati, ma è chiaro che di fronte a una catastrofe simile ci servono ingenti aiuti pubblici, sia dal Cantone che dalla Confederazione», conclude il granconsigliere.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Wanda Dadò, sindaca di Cevio. «Sicuramente noi siamo in difficoltà, e spero ancora che il Cantone si decida a intervenire con un credito straordinario. I fondi raccolti con "Ricostruiamo insieme", per i quali ringraziamo nuovamente la popolazione, saranno invece gli ultimi a essere toccati».