Negli ultimi dieci giorni quattro persone sono morte in Ticino durante un'escursione. E il bilancio svizzero è ancora più tragico.
BELLINZONA - Grazie alle sue straordinarie ricchezze naturali e ai paesaggi suggestivi, la montagna in Ticino è da sempre una delle mete predilette per residenti e turisti. Tuttavia dietro il richiamo di questi luoghi incantati, a volte si cela un pericolo mortale.
Dieci giorni neri - Negli ultimi dieci giorni, infatti, le nostre montagne sono state teatro di quattro infortuni letali. La serie nera è iniziata lo scorso 19 luglio quando un 43enne della Riviera è rimasto vittima di una caduta nei pressi dell’alpe di Condell Zott, sui monti di Prosito. Appena tre giorni dopo, era il 22 luglio, un 72enne della regione ha perso la vita a Isone a seguito di una caduta. Il giorno successivo un 60enne del Bellinzonese ha invece trovato la morte precipitando per un centinaio di metri mentre stava effettuando un'escursione con altre persone sulla Via Alta della Verzasca. Si arriva quindi all’ultimo infortunio fatale consumatosi il 29 luglio in Valle di Lodrino e costato la vita a un 71enne italiano della provincia di Varese.
Sette morti in Vallese - Nel mese di luglio altre nove persone hanno perso la vita sulle montagne svizzere. Sette infortuni letali sono avvenuti in Vallese - tra le vittime troviamo anche un alpinista (e medico) ticinese di sessant’anni caduto con il figlio sulla Punta Zumstein - mentre gli altri due sono avvenuti nel canton Berna.
«Il rischio zero non esiste» - Incidenti diversi tra loro che però confermano quanto la montagna sia bella ma nel contempo anche pericolosa. Soprattutto se viene sottovalutata. Una buona pianificazione è infatti fondamentale per affrontare un'escursione in quota. «Per prima cosa - esordisce Matteo Giottonini, portavoce della Federazione alpinistica ticinese (FAT) - bisogna sottolineare il fatto che il rischio zero in montagna non esiste. Basta una disattenzione per cadere e farsi male».
Sempre più gente - Insomma negli incidenti che avvengono in quota vi è sempre una componente legata alla fatalità. Ma il fato non determina da solo l'aumento considerevole degli infortuni registrato in quota negli ultimi anni (la media svizzera è di 51 decessi e 37'000 ferimenti). «Negli ultimi tempi sempre più gente ha deciso di andare in montagna e questa crescita del numero degli escursionisti ha provocato inevitabilmente anche un aumento degli incidenti».
Oltre cinquanta morti all'anno in Svizzera - Ogni anno in Svizzera - secondo i dati diffusi a fine maggio dall'UPI - 51 persone perdono la vita durante un’escursione in montagna e 37'000 si feriscono. L’elevato numero di infortuni dipende anche dal fatto che l’escursionismo è uno degli sport più popolari nel nostro Paese: quasi il 60% della popolazione con più di 15 anni va infatti regolarmente in montagna.
Sopravvalutazione delle capacità - Anche perché, come detto, molti escursionisti sottovalutano i pericoli. «O per essere più precisi - sottolinea Giottonini - sopravvalutano le proprie capacità». Per questo l'esperto consiglia a tutti gli escursionisti di informarsi prima di partire. «Ci sono siti come quello di Montagne sicure (il progetto di prevenzione promosso dal Dipartimento delle istituzioni, ndr) nel quale è possibile trovare diversi suggerimenti sulla sicurezza in montagna. Poi è pure possibile frequentare corsi di alpinismo». Perché la montagna è stupenda, ma può essere letale.