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CANTONEIncantevole ma pericolosa: «La montagna non va sottovalutata»

31.07.24 - 09:32
Negli ultimi dieci giorni quattro persone sono morte in Ticino durante un'escursione. E il bilancio svizzero è ancora più tragico.
Ti-Press
Nel tondo il portavoce della FAT Matteo Giottonini.
Nel tondo il portavoce della FAT Matteo Giottonini.
Incantevole ma pericolosa: «La montagna non va sottovalutata»
Negli ultimi dieci giorni quattro persone sono morte in Ticino durante un'escursione. E il bilancio svizzero è ancora più tragico.

BELLINZONA - Grazie alle sue straordinarie ricchezze naturali e ai paesaggi suggestivi, la montagna in Ticino è da sempre una delle mete predilette per residenti e turisti. Tuttavia dietro il richiamo di questi luoghi incantati, a volte si cela un pericolo mortale.

Dieci giorni neri - Negli ultimi dieci giorni, infatti, le nostre montagne sono state teatro di quattro infortuni letali. La serie nera è iniziata lo scorso 19 luglio quando un 43enne della Riviera è rimasto vittima di una caduta nei pressi dell’alpe di Condell Zott, sui monti di Prosito. Appena tre giorni dopo, era il 22 luglio, un 72enne della regione ha perso la vita a Isone a seguito di una caduta. Il giorno successivo un 60enne del Bellinzonese ha invece trovato la morte precipitando per un centinaio di metri mentre stava effettuando un'escursione con altre persone sulla Via Alta della Verzasca. Si arriva quindi all’ultimo infortunio fatale consumatosi il 29 luglio in Valle di Lodrino e costato la vita a un 71enne italiano della provincia di Varese. 

Sette morti in Vallese - Nel mese di luglio altre nove persone hanno perso la vita sulle montagne svizzere. Sette infortuni letali sono avvenuti in Vallese - tra le vittime troviamo anche un alpinista (e medico) ticinese di sessant’anni caduto con il figlio sulla Punta Zumstein - mentre gli altri due sono avvenuti nel canton Berna.

«Il rischio zero non esiste» - Incidenti diversi tra loro che però confermano quanto la montagna sia bella ma nel contempo anche pericolosa. Soprattutto se viene sottovalutata. Una buona pianificazione è infatti fondamentale per affrontare un'escursione in quota. «Per prima cosa - esordisce Matteo Giottonini, portavoce della Federazione alpinistica ticinese (FAT) - bisogna sottolineare il fatto che il rischio zero in montagna non esiste. Basta una disattenzione per cadere e farsi male».

Sempre più gente - Insomma negli incidenti che avvengono in quota vi è sempre una componente legata alla fatalità. Ma il fato non determina da solo l'aumento considerevole degli infortuni registrato in quota negli ultimi anni (la media svizzera è di 51 decessi e 37'000 ferimenti). «Negli ultimi tempi sempre più gente ha deciso di andare in montagna e questa crescita del numero degli escursionisti ha provocato inevitabilmente anche un aumento degli incidenti».

Oltre cinquanta morti all'anno in Svizzera - Ogni anno in Svizzera - secondo i dati diffusi a fine maggio dall'UPI - 51 persone perdono la vita durante un’escursione in montagna e 37'000 si feriscono. L’elevato numero di infortuni dipende anche dal fatto che l’escursionismo è uno degli sport più popolari nel nostro Paese: quasi il 60% della popolazione con più di 15 anni va infatti regolarmente in montagna.

Ufficio prevenzione infortuni (UPI)

Sopravvalutazione delle capacità - Anche perché, come detto, molti escursionisti sottovalutano i pericoli. «O per essere più precisi - sottolinea Giottonini - sopravvalutano le proprie capacità». Per questo l'esperto consiglia a tutti gli escursionisti di informarsi prima di partire. «Ci sono siti come quello di Montagne sicure (il progetto di prevenzione promosso dal Dipartimento delle istituzioni, ndr) nel quale è possibile trovare diversi suggerimenti sulla sicurezza in montagna. Poi è pure possibile frequentare corsi di alpinismo». Perché la montagna è stupenda, ma può essere letale.

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COMMENTI
 

Andy 82 3 mesi fa su tio
la montagna và sempre rispettata.

Rigel 3 mesi fa su tio
È l'approccio che è sbagliato. Oggi troppi si sopravvalutano. Quando si sceglie un'escursione in montagna non bisogna basarsi sulla bella foto pubblicata da altri, ma sulla conoscenza del percorso, sulle reali capacità individuali (non basta andare in palestra, o fare la corsetta sul piano per essere in grado di andare per sentieri), sulle condizioni atmosferiche. Bisogna spendere per del buon materiale che in certe situazioni può salvare la vita. Insomma escursionisti non ci si improvvisa, bisogna avere un minimo di istruzione e preparazione. È una questione di vita o di morte.

dipi 3 mesi fa su tio
Risposta a Rigel
È un discorso che può starci... Ma almeno nel caso del 60enne sulla via alta e del 43enne che andava alla sua cascina penso si possa parlare di fatalità più che materiali, impreparazione,...

rosi 3 mesi fa su tio
Risposta a Rigel
👍🌻

Rigel 3 mesi fa su tio
Risposta a dipi
Conosco il caso. La fatalità purtroppo è sempre presente, a volte anche persone preparate possono incappare in una disgrazia. Ma in molti casi, e sono sicuro di non essere smentito, è l'improvvisazione e l'inesperienza la causa. Un consiglio a chi vuole cimentarsi con la montagna: cominciate da percorsi semplici, imparate man mano. Ci vogliono anni a diventare alpinisti.

Equalizer 3 mesi fa su tio
E poi dicono che sono le armi quelle pericolose...

Rigel 3 mesi fa su tio
Risposta a Equalizer
Per un'associazione di idee (armi=esercito) è da un po' che devo togliermi un sassolino, e credo che sia abbastanza pertinente con l'argomento. Il nostro esercito, come immagino tutti gli altri, si è ammodernato e usa le tecnologie a disposizione. Per esempio gli autisti usano il GPS per andare da A a B, mentre una volta usavano le cartine. Risultato? Non c'è più un giovane in grado di prendere una cartina, orientarla, calcolare le distanze, interpretare il terreno.... Ecco, anche questo è causa di incidenti in montagna!

Mattiatr 3 mesi fa su tio
Risposta a Rigel
Tralasciando i salti logici mooolto fantasiosi, non mi pare che negli incidenti recenti siano stati coinvolti dei giovani rovinati dalla tecnologia.

centauro 3 mesi fa su tio
Risposta a Rigel
Non concordo del tutto sul discorso delle tecnologie però aggiungo che spesso chi perisce in montagna camminava solo e ciò aggrava parecchio l'evento tragico.

Rigel 3 mesi fa su tio
Risposta a Mattiatr
Non ho detto quello. Non è la tecnologia a "danneggiare". Anzi, può essere molto utile in alcune circostanze. Questo non toglie che se non si sa interpretare il terreno guardando una cartina prima di partire, ci si può imbattere in problemi seri.

Rigel 3 mesi fa su tio
Risposta a Mattiatr
Immagino che solo chi "sa" possa capire cosa intendo, perciò capisco il tuo commento.
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