Le parole della presidente della rassegna Maja Hoffmann hanno suscitato un polverone. Non tutti vedono di buon occhio il Pardo in luglio.
LOCARNO - Dici agosto e pensi al Locarno Film Festival. La kermesse internazionale fa parte ormai dell'immaginario collettivo ticinese. Tuttavia, in futuro potrebbe non essere così. Maja Hoffmann, presidente del festival, che da poco ha preso il testimone da Marco Solari, ha annunciato in un'intervista alla SonntagsBlick la possibilità di spostare le date della rassegna.
Una spallata alle tradizioni - Cambiare le tradizioni è sempre un affare rischioso, ma per Hoffmann questa è un'ipotesi che bisogna prendere in considerazione. «Agosto è un mese difficile. Chi lavora nel cinema ha voglia di rilassarsi e non di viaggiare fino a Locarno». Parole che potrebbero stravolgere l'estate ticinese come la conosciamo oggi.
Un colosso che si muove però fa sempre rumore. Ecco che l'ipotesi di un festival non più ad agosto ma a luglio o a giugno scuote già ora i cuori di chi, nel nostro cantone, si occupa dell'organizzazione di grandi eventi in altre località. Già, perché cambiare il programma del festival avrebbe una ricaduta su tutto il Ticino.
La prudenza è d'obbligo - «Non mi sembra una buona idea», ha ammesso Roberto Badaracco, vicesindaco della città di Lugano e capo del Dicastero Cultura Sport ed Eventi. «Il Festival del film è un "must" durante il periodo di agosto».
A far storcere un po’ il naso al vicesindaco sono anche le motivazioni menzionate dalla presidente. «Credo che sia necessaria una valutazione a tutto campo a livello di territorio, prendendo in considerazione cosa porta la rassegna al Ticino».
Come incastrare tutti gli eventi - «Abbiamo quasi un "gentlemen's agreement" tra le città e gli organizzatori di eventi». Il motivo? «Non vogliamo calpestare i piedi a nessuno». Una prassi necessaria in «una realtà sempre più interconnessa a livello di trasporti pubblici e di spostamenti. Occorre secondo me pianificare con uno sguardo più ampio».
Il Festival a luglio andrebbe a sovrapporsi infatti a un altro importante evento del Luganese: il LongLake Festival, una tradizione che Lugano non intende cambiare. La possibilità che subentri anche il Festival di Locarno stravolgerebbe le carte in tavola «perché durante il Festival, secondo me, non deve esserci nient'altro nel cantone. Ed è quello che abbiamo sempre fatto, le prime due settimane di agosto non organizziamo mai grandi eventi. Non avrebbe senso proporre alternative».
Tempo al tempo - Più prudente invece il sindaco di Locarno Nicola Pini. «Per il momento attendiamo le riflessioni e gli argomenti del festival, perché non sono ancora giunte richieste ufficiali», ci ha spiegato Pini. «Di certo, come per ogni cosa, valuteremo pro e contro dei vari scenari. L'equazione dovrà prendere in considerazione lo sviluppo del festival, ma anche del contesto e degli attori che lo accolgono e frequentano, così come delle varie manifestazioni che si svolgono nella regione durante l'estate».
«Sarebbe un peccato» - L'ipotesi non spaventa solo Lugano. «Trovo che sia un peccato avere due belle offerte nello stesso momento» spiega Fabio Lafranchi, co-fondatore e promotore del Vallemaggia Magic Blues. «È un peccato se si obbliga qualcuno a scegliere» tra il Pardo e la rassegna musicale in valle, che quest'anno vede l'incrocio tra i suoi concerti conclusivi e il debutto del festival locarnese. Le date attuali non sono incise nella pietra, aggiunge Lafranchi: «Se dovessero spostarsi a metà luglio, noi potremmo ritardare di una settimana», evitando così una sovrapposizione prolungata e mantenendo in sostanza la situazione attuale. «Da parte nostra troveremo delle soluzioni, come abbiamo sempre fatto».
Un festival a luglio - Non tutti però sono stati presi in contropiede dalle parole della Hoffmann. «Non sono rimasto sorpreso. Si sta parlando di questa possibilità già da un paio di mesi, ma per il momento è solo un’ipotesi», ha spiegato a Radio Ticino il presidente di Ascona - Locarno Turismo Aldo Merlini.
Il processo, oltre che difficile, si prospetta anche lungo. «Sicuramente dovremo discuterne tanto perché la questione coinvolge anche tanti altri eventi. Si pensa a luglio, ma tutto dipende con le concomitanze con gli altri festival». Una cosa è esclusa: «sicuramente le discussioni non riguardano la prossima edizione».