Serie di telefonate choc in un luogo già colpito dalla recente catastrofe meteorologica. Una testimone: «Mio zio è rimasto traumatizzato».
LAVIZZARA - «Mio zio è rimasto traumatizzato da quella telefonata. Sembrava tutto verosimile». A lanciare l'allarme è la nipote di un signore che vive al Piano di Peccia. Nelle scorse ore la località della Lavizzara, già stravolta dalla recente catastrofe meteorologica, è stata presa di mira dagli sciacalli delle telefonate choc. Almeno tre i casi accertati. E nel frattempo è stata allertata anche la Polizia cantonale.
«La storia raccontata a mio zio era proprio verosimile purtroppo – riprende la nostra interlocutrice –. All'inizio si è sentita una voce da bambina. Diceva che il papà, cioè il figlio di mio zio, si era ferito in un incidente grave. A quel punto gli hanno passato un adulto che si è spacciato per un poliziotto. Lo scopo di questa gente era di estorcere soldi a mio zio. Per fortuna che in casa c'era una nostra parente e ha interrotto la telefonata».
Più o meno la stessa cosa è avvenuta in altre abitazioni del villaggio dell'Alta Vallemaggia. «Il fatto pazzesco è che mio zio ha davvero un figlio e una nipotina – riprende la donna –. Non so come questi farabutti potessero saperlo. Probabilmente sanno che chi vive al Piano di Peccia è confrontato con un periodo complicato e stanno cercando di approfittare della distrazione dei rispettivi abitanti. Magari tenteranno anche con abitanti delle altre frazioni. È qualcosa di orribile. Vorrei mettere in guardia tutta la popolazione: non credete a nulla di quello che potrebbero raccontarvi al telefono. Lo ripeto, mio zio ci stava cascando. Sono abili nel manipolare le persone fragili».