Si è espressa su solidarietà e unione nelle diversità: «Valori dimenticati». E ha aggiunto: «Locarno distante da Venezia solo temporalmente»
LOCARNO - Le sfide dell'intelligenza artificiale e della promozione della cultura in Ticino. Ma anche la guerra, che era appena terminata quando il Festival di Locarno nacque, e che è tornata a gravare sui destini di interi popoli, sbilanciando gli equilibri mondiali.
È uno sguardo al passato, uno al presente e uno al futuro che Marina Carobbio Guscetti ha voluto offrire nel corso della cerimonia d’apertura del Locarno Film Festival.
Un Festival che, ha ricordato: «Nacque nel 1946, un anno dopo la fine della seconda guerra mondiale. Solo un anno dopo le terribili bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945)». «Da allora ad oggi – in 77 anni – tante cose sono cambiate. Molte sono cambiate in meglio, altre in peggio, altre ancora sembrano stranamente simili».
Le sfide, le criticità - «Il nostro pianeta, dopo essere uscito dalla fase più critica della pandemia carico di speranze, e marcato dai progressi tecnologici in atto, con la diffusione dell’intelligenza artificiale e costanti mutamenti nei modi di comunicare tra noi, si trova oggi aggrovigliato su sé stesso», ha proseguito. «A Parigi arde la fiaccola olimpica sotto il motto latino aggiornato “Citius, Altius, Fortius – Communiter” (Più veloce, più in alto, più forte – insieme). Nel frattempo, altrove, sembra trovare spazio solo la forza, nel suo lato più bruto e oscuro».
Non è mancato un cenno ai valori della solidarietà e dell’unione nelle diversità, su cui si poggia anche la nostra Confederazione: «Sembrano essere alieni, dimenticati - ha sottolineato la consigliera di Stato -. Guerre, tensioni politiche e diseguaglianze a livello internazionale sono palpabili e sotto gli occhi di tutti».
La sfida di arte e cultura - Proprio in questi momenti «di smarrimento e divisione» che il cinema, l’arte e la cultura più in generale «diventano ancor più significativi. Un occhio vigile sulle società. Una riflessione costante e attuale sulle tante cose che siamo stati, siamo e potremmo essere».
Il Locarno Film Festival è noto per la sua capacità di captare tendenze emergenti e dar voce con coraggio a nuove realtà del panorama cinematografico internazionale. Questa ragion d’essere è preziosa e merita di essere difesa strenuamente, perché solo con curiosità e speranza potremo ambire a un domani migliore non solo per l’arte e per la cultura, ma per la società intera.
«La fine di un'era» - La direttrice del Decs, ha ricordato come un anno fa aveva già sottolineato la fine di un’era istituzionale per il Festival. Il previsto cambiamento alla sua presidenza, quello alla direzione del Dipartimento federale dell’interno (DFI), a cui si è aggiunto il cambiamento del sindacato della Città di Locarno. «Dissi che questi passaggi di testimone sarebbero stati delicati e importanti. “Delicati”, perché le strutture e le dinamiche locali e globali che reggono le sorti di una manifestazione come il Locarno Film Festival sono complesse. Cambiamenti “importanti”, perché servono guide capaci di mantenere saldamente la rotta, tener fede ai valori fondanti che stanno al cuore del Festival, ma al contempo di adottare nuovi stili e modi di navigazione che permettano di solcare i mari in un mondo dinamico e in costante cambiamento. Un mondo che esige un costante rinnovamento per restare in equilibrio».
Questa «navigazione sulla cresta del cambiamento», ha quindi annunciato, «potrebbe forse un domani condurre Locarno un po’ più distante da Venezia. Più distante solo temporalmente, beninteso, allontanando sul calendario i due Festival cinematografici più antichi al mondo». «È invece cruciale mantenere inalterata la presenza fisica delle istituzioni e della cultura Svizzere nella Serenissima. Così come è fondamentale mantenere una forte presenza e apertura al mondo qui, a Locarno».
Non sono mancate parole di fiducia verso chi è stato scelto per «dare nuova linfa e far progredire il Locarno Film Festival». Quindi, in chiusura, una parentesi che riguarda la cultura in Ticino. «Proprio stamane il Governo cantonale, su proposta del Dipartimento che dirigo, ha licenziato due Messaggi governativi - sottoposti all’attenzione del Gran Consiglio - che propongono modifiche alla Legge sul sostegno alla cultura. Le modifiche proposte, volte ad accomodare quanto delineato nelle prime Linee programmatiche di politica cantonale presentate a inizio anno, intendono contribuire a far evolvere ulteriormente la politica culturale in Ticino. E vogliono farlo sulla base di un lavoro fortemente improntato sull’ascolto delle esigenze espresse dal territorio e sull’elaborazione congiunta di soluzioni volte a raggiungere obiettivi condivisi. Tutti gli obiettivi perseguiti, propri anche alla Confederazione, stanno al cuore di ciò che significa promuovere la cultura oggi, qui come altrove».
Nella seduta del 7 agosto 2024 il Consiglio di Stato, su proposta del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), ha licenziato due Messaggi riguardanti modifiche legislative in ambito di sostegno alla cultura.
Il primo messaggio - “Revisione parziale della Legge sul sostegno alla cultura del 16 dicembre 2013 e abrogazione della Legge sul cinema del 9 novembre 2005” - coerentemente con quanto previsto dal programma di legislatura, ha lo scopo di applicare e consentire il raggiungimento degli obiettivi e delle misure proposte all’interno delle Linee programmatiche cantonali di politica culturale 2024-2027, presentate dal DECS nel febbraio 2024 dopo un ampio lavoro di ascolto e approfondimento. Con questo messaggio, che vuole consentire di meglio riconoscere il ruolo centrale della cultura per il nostro Cantone, oltre a stabilire l’obbligo di elaborare Linee programmatiche cantonali di politica culturale all’inizio di ogni legislatura e altri adattamenti minori, il Governo propone un adeguamento delle basi legali per poter riconoscere finanziariamente la mediazione culturale, la partecipazione culturale, la creazione e promozione artistica, la collaborazione intercantonale, nazionale e internazionale, e la cultura popolare tradizionale (incluse le professioni artigianali e artistiche tradizionali). Con questa modifica di legge, per allineamento con alcune novità legislative federali previste a partire dal 2025, viene inoltre proposta l’integrazione della base legale cantonale sul cinema (la Legge sul cinema del 9 novembre 2005) nella Legge sul sostegno alla cultura.
Il secondo messaggio – “Rapporto del Consiglio di Stato sull’iniziativa popolare legislativa presentata il 19 gennaio 2023 nella forma elaborata da Matteo Piazza e cofirmatari “100 giorni per la musica” - è un controprogetto indiretto del Consiglio di Stato all’iniziativa popolare legislativa elaborata “100 giorni per la musica”. A seguito di tale iniziativa, che ha fatto opportunamente emergere alcune lacune e alcuni limiti dell’attuale politica cantonale di sostegno nell’ambito della formazione musicale extrascolastica, il DECS, in collaborazione con il comitato promotore dell’iniziativa, negli scorsi mesi ha elaborato un controprogetto fatto proprio dal Consiglio di Stato che prevede una modifica parziale della Legge sul sostegno alla cultura. Gli obiettivi principali del controprogetto, che riprende le finalità di quanto proposto dall’iniziativa, sono migliorare l’accessibilità della formazione musicale extrascolastica per bambine, bambini e giovani in Ticino e adeguare le basi legali cantonali alle normative federali, in particolare all’art. 67a della Costituzione federale (Formazione musicale) e all’art. 12a della Legge federale sulla promozione della cultura (Tariffe delle scuole di musica).