Grande entusiasmo in Piazza Grande per Shah Rukh Khan, divo di Bollywood.
LOCARNO - Chi aveva qualche dubbio sulla notorietà di Shah Rukh Khan, si è dovuto ricredere due volte. La prima sabato sera in Piazza Grande, con le urla dei fans arrivati da ogni parte del mondo per rendergli omaggio (ha ricevuto il Premio alla carriera Locarno Ascona Turismo). La seconda domenica pomeriggio al cinema Rex, dove il re di Bollywood ha tenuto una conversazione con il pubblico. Una sala gremita di ammiratori. Alcuni arrivati perfino dagli Stati Uniti. Gli stessi che sabato sera dopo la premiazione lo hanno rincorso per le vie di Locarno. Si continuavano a sentire da lontano le loro urla anche dopo la premiazione, quando ormai in piazza era sceso il silenzio con la proiezione del film in programma. Scene mai viste a Locarno.
Shah Rukh Khan. Il suo nome significa faccia da re. E il fare regale ce l’ha tutto. Una sorta di Tom Cruise in salsa indiana. Stessa altezza. Sex appeal alquanto vintage (ha 59 anni). Chioma leonina continuamente accarezzata dalle sue mani. Atteggiamento sicuro e austero di chi sa che può contare su fascino e carisma per bloccare il mondo.
Ed è stato così anche domenica pomeriggio al Rex, durante l’incontro con il pubblico. Non c’era titolo di film pronunciato da Giona Nazzaro che non suscitasse un tripudio da parte dei fan. «Ho un grande rispetto per il pubblico. Cerco di essere sempre me stesso, non mi interessa giocare a fare la star» ha spiegato Shah Rukh Khan parlando del suo lavoro. «Il mio obiettivo è intrattenere, dare gioia al pubblico, che faccia l’eroe romantico, il cattivo o il ballerino. L’obiettivo è sempre e solo uno: divertire chi mi guarda».
Una vera e propria missione iniziata tanti anni fa, giovanissimo. «Tutta colpa di mia madre - ha scherzato il divo di Bollywood -. Amava molto il cinema, aveva tante VHS e da piccolo ho trascorso la mia infanzia davanti alla tv studiando i personaggi che vedevo». Considerazioni che hanno fatto urlare a un ammiratore indiano «sei la nostra superstar nel mondo».
Un rapporto molto stretto quello con la madre e le sorelle. Un mondo femminile per il quale ha una profonda ammirazione, tanto da portare avanti diverse battaglie contro la violenza sulle donne. «Ho sempre avuto un buon rapporto con le attrici. Credo che le donne contribuiscano a rendere più bello un film. Sanno creare un’atmosfera speciale, molto più degli uomini». Inevitabile che dal pubblico partisse un «I love you Shah Rukh Khan», con tutte le altre ammiratrice in coro a seguire.
Durante la conversazione c’è stato spazio anche per parlare della Svizzera. Il suo mito è Roger Federer e adora il cioccolato svizzero. «È stato un sogno venire in Svizzera. Già il suo nome ha qualcosa di magico. Ho girato film a Interlaken, ho visto le mucche, ho sentito il suono dei campanacci, ho patito il freddo, qui a Locarno invece sto soffrendo il caldo rovente».
Manila è arrivata dagli Stati Uniti - da Washington per l’esattezza -, per vedere da vicino Shah Rukh Khan. Conosce tutti i suoi film e ha avuto la fortuna di prendere la parole e rivolgere una domanda all’attore. H Ha voluto sapere se qualche personaggio dei suoi film gli abbia cambiato la vita. «Nessuno - ha risposto -. Quando interpreto un ruolo non mi interessa credere nel personaggio, mi interessa invece che per lei, Manila, questo personaggio sia credibile. E per fare questo mi ispiro alla vita. Prendo tutte le sfumature delle persone che ho conosciuto durante la mia esistenza per poter creare un personaggio e renderlo credibile. Il mio cinema deve essere un testamento della vita». Una lezione che per noi è stata una testimonianza del fenomeno di quel divismo d’altri tempi che, nel weekend, ha scosso Locarno.