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BELLINZONA«Se devono essere espulsi, non possono essere in giro a fare festa»

14.08.24 - 06:30
Il caso di due fratelli iracheni indigna il consigliere agli Stati Marco Chiesa: «Voglio sapere quanti altri criminali sono nel limbo».
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«Se devono essere espulsi, non possono essere in giro a fare festa»
Il caso di due fratelli iracheni indigna il consigliere agli Stati Marco Chiesa: «Voglio sapere quanti altri criminali sono nel limbo».

BELLINZONA - «Non è possibile: se due persone devono lasciare la Svizzera, non possono essere in giro a ballare e a fare festa per Bellinzona». Marco Chiesa, consigliere agli Stati UDC, è stizzito dopo la notizia riportata da tio.ch sui due fratelli iracheni autori di un pestaggio ai danni di un diciottenne a Locarno nel 2021. Dopo circa due anni di carcere, i due avrebbero dovuto lasciare il la Confederazione. Lo faranno. Ma, a quanto pare, l'iter non è così immediato. «A questo punto – tuona Chiesa – mi chiedo quanti altri delinquenti ci siano in Svizzera in questo limbo. Non lascerò cadere il caso». 

«Rischio di recidiva» – Della vicenda recentemente si è parlato anche su Radio Ticino. Il consigliere agli Stati annuncia di volere sollevare la questione a Berna, verosimilmente con un atto parlamentare durante la sessione in programma a settembre. Ma intanto non riesce a tacere. «Mi risulta che queste due persone siano a rischio di recidiva e dunque potenzialmente pericolose. Hanno il diritto di circolare liberamente in attesa dell’esecuzione del rimpatrio? Quando si metteranno in atto le decisioni delle Assise criminali di Lugano? È lecito chiederselo. A me sembra che ci siano lacune da questo punto di vista». 

"Attribuiti" a due località diverse – I due giovani attualmente, in attesa di lasciare la Svizzera, si trovano "attribuiti" a due località diverse. «Questo significa che non possono lasciare la località che è stata loro attribuita – riprende Chiesa –. Eppure sono stati visti a ballare in un locale pubblico di Bellinzona. Insieme. A un quarto d'ora di treno dalla casa del giovane che avevano aggredito a Locarno. Almeno uno dei due è uscito dalla zona in cui doveva stare». 

«Chi li controlla?» – E infatti su uno dei due la Polizia cantonale ha aperto un incarto proprio per la presunta inosservanza dell’assegnazione di un luogo di soggiorno o del divieto di accedere a un dato territorio. «Io continuo a domandarmi per quale motivo persone colpite da un’espulsione dal nostro Paese restino ancora a piede libero nel nostro territorio», dice Chiesa. Aggiungendo: «Come la madre della vittima, giustamente preoccupata, mi chiedo inoltre se qualcuno controlli gli spostamenti dei due iracheni espulsi». 

«Sui criminali stranieri, le promesse erano altre» – Il consigliere agli Stati ticinese è arrabbiato. «In particolare perché sul tema dei criminali stranieri era stato promesso alla popolazione che l’applicazione di determinate misure sarebbe stata rapida e rigorosa. Fatta questa premessa non è giustificabile che le procedure non funzionino e i criminali restino tranquillamente sul nostro territorio. Quando è iniziata la pratica per l’espulsione? È già stata avviata mentre i due erano in carcere? Si tratta di tempi normali o vi sono stati dei ritardi? Sono tutti quesiti che esigono una risposta». 

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