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LOCARNO FILM FESTIVALTutta la piazza in piedi per Mohammad Rasoulof

13.08.24 - 15:15
Cinema iraniano al centro dell'attenzione al Festival di Locarno con due film che hanno riscosso successo tra il pubblico
Locarno Film Festival - Tipress
Fonte Ats
Tutta la piazza in piedi per Mohammad Rasoulof
Cinema iraniano al centro dell'attenzione al Festival di Locarno con due film che hanno riscosso successo tra il pubblico

LOCARNO - Il cinema iraniano sotto i riflettori a Locarno. Dopo il Festival di Cannes, il film "Les graines du figuier sauvage" di Mohammad Rasoulof è stato proiettato domenica sera in Piazza Grande e accolto da una standing ovation.

Lo scorso anno il Pardo d'oro era andato all'iraniano Ali Ahmadzadeh per "Mantagheye bohrani" ("Critical Zone"). Quest'anno "A Sisters' Tale" di Leila Amini ha aperto la "Semaine de la critique", la sezione parallela del festival.

Per la produttrice di "A Sisters' Tale", Afsaneh Salari, "Mantagheye bohrani" è "un film metaforico, molto simbolico", per mostrare la situazione attuale della gioventù iraniana, ma lo trova anche "un po' troppo amaro, perché in Iran c'è un'energia attiva per voler cambiare le cose", ha detto a Keytone-ATS.

Équipe ancora in Iran - Mentre Ahmadzadeh non aveva potuto lasciare l'Iran lo scorso anno per venire a Locarno, Mohammad Rasoulof, in esilio da qualche mese per evitare una nuova incarcerazione nelle prigioni iraniane, ha potuto recarsi a Locarno. "La mia équipe, che ha dovuto terminare il film (la fase di postproduzione) senza di me, è ancora sul posto", ha detto domenica nel corso di una conferenza stampa, con la voce rotta dall'emozione.

In "Mantagheye bohrani", il protagonista, un trafficante di droga, circola in auto di notte a Teheran. Nel corso delle sue consegne, incontra una hostess diventata contrabbandiera, una madre che cerca di salvare il figlio tossicodipendente e un gruppo di transessuali lavoratori del sesso.

In una scena, la hostess si toglie il velo, apre il finestrino del taxi in corsa, si siede sul finestrino ed emette un interminabile urlo. In "A Sisters' Tale", una coproduzione svizzero-franco-iraniana, la protagonista Nasreen Amini, ripresa dalla sorella, non vuole urlare, ma cantare in un Paese che lo vieta.

A porte chiuse - Come in "A Sisters' Tale", "Les graines du figuier sauvage", si svolge principalmente tra le quattro mura di un appartamento, a porte chiuse, con un padre spesso assente. Questo ambiente privato ha permesso a Nasreen di cantare e di non indossare il velo, senza temere l'ira del regime. Per Rasoulof si è trattato soprattutto di una questione di mezzi.

A fare da sfondo alla pellicola, le proteste in Iran di due anni fa in seguito alla morte della studentessa Mahsa Amini durante un controllo della polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

Elementi del documentario - Il film, pur essendo di finzione, integra elementi del documentario, ovvero video filmati di nascosto che sono circolati ovunque sui social media, mostrando le proteste delle donne, le conducenti rimosse con la forza dal loro veicolo e i ripetuti pestaggi. In un clima di insurrezione, giovani donne con il velo in mano gridano slogan come "Abbasso la teocrazia!".

Rasoulof ha affrontato il tema in modo piuttosto frontale, mentre le sue pellicole precedenti, più poetiche e metaforiche, erano più in linea con una certa narrativa iraniana. Questa volta ha ritenuto che il soggetto fosse meno adatto, ha dichiarato ai giornalisti a Locarno.

Investigatore al tribunale rivoluzionario - Le due figlie Rezvan e Sana, studentesse, si identificheranno nel movimento "Donne, vita, libertà" mentre il padre Iman viene promosso a investigatore presso il tribunale rivoluzionario.

Presto si rende conto di essere costretto a firmare mandati che autorizzano la pena capitale, senza avere il tempo di leggere i fascicoli. Quest'uomo rigoroso ma morale si trova confrontato con la sua coscienza.

Iman mette a tacere i suoi scrupoli piegandosi all'ordine costituito, con il risultato di scivolare giorno dopo giorno nella paranoia. Ai suoi occhi, l'amorevole moglie e le figlie diventano nemiche, che egli rinchiude, incarnando il panico dei mullah per il movimento delle donne.

Nascondino angosciante - "Les graines du figuier sauvage" si tinge in seguito dei colori di un thriller con un inseguimento in auto, un sequestro e un nascondino angosciante in un villaggio labirintico in rovina.

Il regista fa della figlia più giovane il simbolo di una gioventù in cui crede. Per lui, saranno lei e il movimento delle donne a liberare il Paese dall'attuale regime. Un ottimismo condiviso anche dalla produttrice di "A Sisters' Tale".

Il film "Les graines du figuier sauvage", che ha vinto il Premio speciale della giuria a Cannes, uscirà nelle sale della Svizzera romanda il 18 settembre e di quella tedesca e del Ticino il 14 novembre.

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