Le argomentazioni del comitato ticinese del Sì per l'iniziativa sulla biodiversità in votazione il prossimo 22 settembre.
SORENGO - Il lavoro fatto fino a questo momento è importante, ma non basta. Questo in sostanza il messaggio del comitato ticinese del Sì per l'iniziativa sulla biodiversità in votazione il prossimo 22 settembre. Oggi, martedì 20 agosto, in conferenza stampa l’alleanza ha esposto i propri argomenti.
A braccetto con l'agricoltura - «Si tratta di un'iniziativa che va a favore dell’agricoltura». Il primo intervento è stato affidato ad Anna Biscossa, già direttrice del Centro professionale del verde di Mezzana, che ha sciolto alcuni dubbi. «L'agricoltura è cosciente dell’importanza della biodiversità».
La situazione secondo Biscossa è allarmante. «Un terzo delle specie vegetali e animali sono in pericolo. Bisogna dire basta e migliorare la biodiversità». Insomma restare con le mani in mano ora potrebbe rivelarsi pericoloso in futuro.
«Le menzogne dei contrari» - I contrari all'iniziativa hanno sollevato la problematica della superficie territoriale che verrà dedicata alla biodiversità. Una discussione che ha fatto emergere alcuni dati che secondo Biscossa non corrispondono alla realtà.
Anzi «la favola del 30% della superficie della Svizzera che verrà sottratta dall'iniziativa è una menzogna», ha tagliato corto. «L'iniziativa non parla di un quantitativo preciso riservato alla biodiversità. Saranno i cantoni e la Confederazione a scegliere. Non possiamo accettare che si parli di un 30% che non c'entra niente con questa iniziativa».
Aumenteranno le importazioni di alimenti? «No, si tratta di un'altra menzogna. Questa iniziativa in realtà promuove una maggior produzione locale e l'autosufficienza alimentare». Un mito da sfatare secondo i promotori.
«Non è corretto che i nemici dell'iniziativa usino questi argomenti non veri. La qualità degli alimenti sarebbe maggiore e potremmo aprire una nuova strada fungendo da esempio per i paesi che ci circondano», ha concluso Biscossa.
Salute e benessere - Biodiversità però fa anche rima con salute, sia mentale che fisica. Lo sa bene Pietro Leemann, chef vegetariano, che è intervenuto spiegando l'importanza della qualità del cibo che ingeriamo. «La qualità di quello che mangiamo influisce sulla curiosità di una persona», ha spiegato Leemann.
«Se la nostra tavola si impoverisce anche noi in qualche modo ne risentiamo. I contadini che producono in modo biologico fanno fatica ad arrivare nelle tavole dei consumatori. Questa iniziativa è importante, non solo per proteggere l'ambiente, ma anche per sviluppare una coscienza positiva nelle persone».
Un altro tema centrale nella campagna del sì sono le ripercussioni che l'iniziativa avrebbe sul settore del turismo. «Il turismo è uno dei pilastri dell'economia ticinese», ha ricordato Sara Demir, granconsigliera e rappresentante Donne del Centro. «I turisti cercano esperienze autentiche e naturali, questo può aumentare il valore economico delle zone protette generando entrate nelle comunità locali (alloggi, guide escursionistiche e trasporti)».
L'impatto sulla salute - La granconsigliera ticinese ha sollevato però un altro tema sul quale il Sì ha investito tanto: l'impatto sulla nostra salute. «Tutelare il patrimonio naturale favorisce il benessere mentale e fisico delle persone. Se non investiamo abbastanza sulla biodiversità i costi sanitari continueranno ad aumentare. Investire oggi è fondamentale per evitare costi esorbitanti in futuro».
Dopo l'intervento di Benedetto Antonini, membro CD-STAN e CC-Patrimonio svizzero, che ha ricordato come il rispetto della biodiversità sia una questione morale, è toccato alla consigliera nazionale Verdi Greta Gysin chiudere la conferenza stampa.
«Quando si tratta della biodiversità ci si dimentica spesso che stiamo parlando di ciò che rende possibile la vita sulla terra: aria pulita, acqua potabile, cibo sano. Tutto questo è in pericolo in Svizzera. Le conseguenze non sono devastanti solo per l'ambiente ma anche per la nostra economia e per la nostra salute. L'iniziativa è uno strumento per fermare questa spirale negativa».
Il consigliere federale Albert Rösti ha definito l'iniziativa non necessaria e rischiosa per le necessità del paese. Un argomento che Gysin respinge. «Al di là del programma politico di Rösti, ci sono degli studi e dei dati scientifici che dicono l'opposto. Parliamo di un terzo delle specie animali e vegetali a rischio estinzione e la metà degli habitat a rischio. Sostenere che si stia già facendo abbastanza è poco scientifico. La sua visione politica, che purtroppo è ben rappresentata a livello parlamentare, ci sta portando verso una crisi. Se non agiamo in fretta potremo mettere a repentaglio le basi della nostra vita».