La Città celebra l'anniversario di fondazione del Corpo Ausiliarie femminile della Polcom.
LUGANO - Il 20 agosto 1974 è una data importante che ha segnato la storia di Lugano e il percorso legato all’emancipazione femminile. Esattamente 50 anni fa, infatti, il Municipio decise di istituire il Corpo delle Ausiliarie femminili della Polizia, facendosi interprete delle istanze della società civile. «Desideriamo ricordare e ringraziare sentitamente - sottolinea l'Esecutivo - tutte le donne agenti che in questo lungo arco di tempo hanno operato con dedizione, senso di responsabilità e sacrificio per garantire la sicurezza della cittadinanza e l’ordine pubblico».
Una prima ticinese - Si trattava di una novità a livello ticinese, dal momento che le ausiliarie di Lugano furono le prime donne a svolgere un servizio di polizia esterno in uniforme. L’accesso delle donne a una professione considerata a quei tempi una prerogativa esclusiva degli uomini fu possible anche grazie al contributo dell’allora Vicecomandante Jvan Weber (divenne comandante cinque anni dopo) che con determinazione sostenne la necessità di istituire il corpo femminile.
I compiti - Una necessità che meno di due mesi dopo si tramutò in realtà. Era infatti il primo ottobre quando entrarono in servizio le prime 6 poliziotte ausiliarie di Lugano (Olga Bernasconi, Fernanda Campoleoni, Duska Grassi, Claudia Pirovano, Angela Rigamonti e Graziella Tamborini) con compiti che variavano dalla gestione e direzione del traffico, al controllo delle zone di parcheggio, all'uscita degli allievi da scuola. Le agenti tenevano anche corsi di educazione stradale per i bambini delle scuole elementari e prestavano un servizio di informazione al pubblico.
All'inizio senza arma - All’epoca le agenti non svolgevano servizio notturno e non erano armate. La celebre divisa rossa, che contraddistinse per anni il Corpo femminile, fu mutuata dalle Hôtesse de Police de la Ville de Lausanne e realizzata dalla Scuola di abbigliamento professionale della Città di Lugano. Alle iniziali reazioni di diffidenza e stupore della popolazione, subentrarono ben presto l’apprezzamento e la stima dei cittadini per la professionalità di queste donne agenti, vere e proprie pioniere dell’emancipazione. «La creazione del primo gruppo di agenti femminili operative, seppure non armate e con compiti diversi dai loro colleghi uomini, ha rappresentato un’importante svolta nel modo di svolgere e intendere la professione di polizia, fino a qualche anno prima vista dalla gente come professione esclusivamente maschile», ha ricordato il Comandante della Polcom Roberto Torrente. «In particolare l’approccio diverso ai problemi ma anche la capacità di creare una nuova e diversa empatia con l’utente della strada hanno certo aiutato a superare le iniziali diffidenze e a confermare la bontà di una tendenza che oggi rappresenta la normalità».
Cambio di rotta - Il primo gennaio 1990 si aprì un nuovo capitolo della storia del Corpo. Alle donne fu concesso il porto dell’arma e fu introdotta la rotazione oraria del Servizio che comprendeva anche la notte. Con le nuove disposizioni fu abbandonata anche la storica divisa rossa e le agenti di Polizia cominciarono a indossare la stessa divisa dei loro colleghi uomini. Le donne furono a tutti gli effetti equiparate ai colleghi uomini, per quanto attiene i criteri di selezione, formazione e attività di Servizio.
Eccezione per due - Una curiosità: le agenti Nicoletta Bizzozzero e Lorena Brumana ottennero una particolare dispensa comunale per continuare a vestire la celebre uniforme rossa. «Il coraggio che definisce le donne e gli uomini della Polizia della Città di Lugano sta nella consapevolezza di svolgere un lavoro complesso, non privo di rischi, ma fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini e l’ordine pubblico», ha sottolineato la Municipale e capo Dicastero sicurezza e spazi urbani Karin Valenzano Rossi. «Nel cinquantesimo anniversario di fondazione del Corpo Ausiliarie femminili, che mi fa molto piacere celebrare, desidero ricordare la dedizione, lo spirito di serivizio e il senso di responsabilità delle nostre e dei nostri agenti che si trovano ad affrontare sfide e cambiamenti epocali a livello sociale, operativo e tecnologico».