Partenze di personale, malumori e "ipotesi" di scarsa progettualità. Il direttore Angelo Trotta nega tutto. Dove sta la verità?
BELLINZONA - Nove partenze da aprile 2023. Alcune al veleno. A Ticino Turismo qualcosa sembra non quadrare più. Spifferi di corridoio parlano di una situazione di malessere tra i dipendenti. Legata in particolare a una mancanza di progettualità. Cosa sta accadendo? Ne parliamo col direttore Angelo Trotta.
Una decina di persone via in poco più di un anno. Come mai tutte queste partenze nell'ultimo periodo?
«Negli ultimi 6 anni abbiamo avuto una media di meno di 4 partenze annuali. Ogni partenza è un caso a sé stante. Riscontriamo ad esempio le seguenti tipologie: collaboratori che ricevono offerte esterne con nuove opportunità professionali, coloro che si mettono in proprio, pensionamenti».
D'accordo. Ma soffermiamoci sull'ultimo anno e mezzo. Come spiega questo "fuggi-fuggi"?
«Un anno magari c`è solo una persona che cambia o va in pensione o ci lascia per altre ragioni. E in altri anni di più. Lo ritengo normale».
Si parla di malumori e divergenze di vedute. Anche di mobbing e di commenti inadeguati a volte. Cosa c'è di vero?
«Non abbiamo riscontrato casi di mobbing».
E che dice dei malumori?
«Esiste una realtà di lavoro dove tutti sono contenti al cento per cento?»
Il dettaglio più allarmante, trattandosi di un ente che promuove l'immagine del Ticino, è il riferimento a una presunta mancanza di progettualità. Riferimento che si ritroverebbe in più testimonianze. Come replicate?
«Ogni anno Ticino Turismo gestisce più di 240 progetti o attività in Svizzera e su 9 mercati esteri in modo indipendente o con Svizzera Turismo e le Organizzazioni Turistiche Regionali. Oltre a occuparsi di sviluppare progetti strategici cantonali: da Ticino Ticket a Ticino Convention Bureau, passando per OneTax e digitalizzazione. Tutte le nostre attività vengono condivise con direzione, presidenza del Consiglio d’amministrazione e Organizzazioni Turistiche Regionali e vengono anche pubblicate sul piano di attività annuale e sulla relazione annuale».
Quest'anno i dati del turismo non sono particolarmente entusiasmanti. Vede una correlazione tra le voci di corridoio e le cifre?
«Assolutamente no. Il Ticino è stata la regione che più è cresciuta in Svizzera nei 3 anni del Covid e ci si attendeva una calo di turisti nazionali. Ricordo inoltre che abbiamo avuto la chiusura del tunnel ferroviario del Gottardo, una Pasqua e dei mesi primaverili molto piovosi, la chiusura della A13 nella Mesolcina e la tempesta di fine giugno nell’Alta Vallemaggia».
Ticino Turismo è un ente parastatale. I soldi che Ticino Turismo riceve dal Cantone andrebbero investiti anche nel prodotto ticinese, creando qualcosa di nuovo e attrattivo sul posto, oltre che nel marketing. Voi avete puntato soprattutto su grosse campagne pubblicitarie Oltralpe. Come mai?
«Noi svolgiamo esattamente i compiti che ci vengono richiesti e che vengono esplicitati dalla legge sul turismo. Dalla promozione nazionale e internazionale alla spinta del brand Ticino e dei progetti strategici. Del prodotto si occupano principalmente le Organizzazioni Turistiche Regionali».
Lei dirige Ticino Turismo da cinque anni. Qual è oggettivamente il suo bilancio? Potesse tornare indietro cambierebbe qualcosa?
«Si, sono passati più di cinque anni. Naturalmente svolgo il mio sguardo al passato e penso anche al futuro. Ritengo che Ticino Turismo nel suo insieme, con tutto il suo team, sia un’azienda che ha un’ottima reputazione e che in tutti questi anni abbia lavorato al meglio delle sue possibilità con i mezzi a disposizione. Questa qualità ci viene riconosciuta anche da Svizzera Turismo e dalle altre regioni turistiche svizzere».
Lei ha portato a Ticino Turismo una filosofia di lavoro diversa rispetto a chi l'ha preceduta. Pensa di non essere stato compreso da alcuni?
«Io ho lavorato per decenni in più Paesi, in diversi settori e realtà aziendali. Ho quindi cercato di portare una cultura aziendale che si adatti agli obiettivi preposti».
Sta smentendo le voci che le stiamo riportando. E allora come spiega che siano uscite? Pura invenzione di alcuni?
«Ho già risposto precedentemente».
È stata fatta un'indagine interna sulla soddisfazione. Il punteggio per la direzione è risultato tra i più negativi. Come avete reagito?
«La misurazione dell’engagement aziendale è stata introdotta negli ultimi tre anni in un’ottica di assoluta trasparenza con collaboratori, capi settore, direzione e Consiglio d’amministrazione.Il punteggio è costante e buono (71 punti su 100). Salario, opportunità interne di carriera e direzione sono sempre i 3 parametri che ottengono una valutazione più bassa. Ogni anno direzione e capi settore implementano un piano d’azione per migliorare i punti negativi».
Avete una quarantina di dipendenti. Se la sente di dire che chi oggi lavora a Ticino Turismo è sereno?
«Sì, me la sento di confermarlo. In generale il clima di lavoro è buono».