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CANTONE«Estrema, inutile e pericolosa»

26.08.24 - 16:02
L'alleanza per il No all'iniziativa sulla Biodiversità, in votazione il prossimo 22 settembre, ha esposto oggi i suoi argomenti.
Tio
«Estrema, inutile e pericolosa»
L'alleanza per il No all'iniziativa sulla Biodiversità, in votazione il prossimo 22 settembre, ha esposto oggi i suoi argomenti.

COLDRERIO - Estrema e inutile. Così l'alleanza ticinese contro l'iniziativa sulla biodiversità ha definito il tema delle prossime votazioni federali in programma il 22 di settembre. In conferenza stampa il gruppo ha spiegato i propri argomenti.

Un po' di ordine - «Una vittoria alle urne di tale iniziativa avrebbe conseguenze estremamente negative per diversi settori economici: agricoltura, edilizia, imprese, energia, legno e turismo», ha affermato Omar Pedrini, presidente Unione Contadini Ticinesi e agricoltore bio.

Parola d'ordine? «Chiarire le dicerie che ruotano attorno a questa iniziativa. I favorevoli ci additano di raccontare menzogne. Vogliamo far capire perché il mondo contadino si schiera contro». Accuse insomma rispedite al mittente.

Il punto centrale degli argomenti del No è la posizione dei contadini. «Gli agricoltori non sono contrari alla biodiversità, ma ci opponiamo alle iniziative estreme che vanno in contrasto con la necessità della Svizzera e impongono regole che riducono la produzione locale», ha sottolineato Pedrini.

L'impatto sull'agricoltura - Una scelta confermata anche da Giacomo Bassetti, presidente Giovani Contadini Ticinesi. «Approvare l'iniziativa limiterebbe il nostro lavoro intaccando negativamente il tasso di auto-approvvigionamento nazionale. Dobbiamo continuare a garantire un’agricoltura locale e genuina».

Tema caldo, su cui anche i promotori si sono più volte soffermati, è il 30% del territorio nazionale che verrebbe conferito alla biodiversità, diventando di fatto "intoccabile". L'alleanza per il Sì sostiene che è una menzogna. Sul testo dell'iniziativa questo dato non compare, eppure «l'obiettivo degli iniziativisti è chiaro: vogliono questo 30%, anche se fanno finta di negarlo. Ciò metterebbe a repentaglio due obiettivi prioritari per la collettività: la sovranità alimentare e la sovranità energetica», ha risposto Pedrini.

Un tema su cui è tornato anche Tiziano Zanetti, presidente Alleanza Patriziale Ticinese (ALPA) e Massimo Suter, presidente di GastroTicino. «Se le aree protette fossero estese al 30%, le attività dei patriziati verrebbero limitate in modo importante». Daniele Piccaluga, vicecoordinatore della Lega dei Ticinesi, si è spinto oltre: «Il 30% non è inventato e non è una menzogna. Basta leggere quanto dichiarato prima della campagna di voto nel comunicato di Pro Natura dello scorso dicembre».

«Sì alla biodiversità, no all'iniziativa» - Il punto insomma non è, di per sé, la protezione della biodiversità. «Tutti i settori sono attenti e interessati alla salvaguardia della natura», ha ricordato Alice Croce, presidente della Federazione Ortofrutticola Ticinese (FOFT). «Ma siamo contrari a una biodiversità a tutti i costi e imposta. Ci sono altri interessi in gioco, per esempio dei produttori e dei consumatori, che non possono essere messi da parte».

Croce per sostenere la sua tesi ha rispolverato qualche dato. «In Europa siamo penultimi per superficie agricola pro-capite, solo davanti ai Paesi Bassi (dati del 2021). Abbiamo bisogno di frutta e verdura fresche. La garanzia della sovranità alimentare è iscritta nella costituzione cantonale ticinese. Non vogliamo nutrirci solo dall'estero. E non vogliamo veder morire le aziende agricole che, oltre a darci una mano alla salvaguardia del nostro territorio, creano posti di lavoro a favore di tutta l'economia».

L'equilibrio di un sistema politico - Così invece, Marco Chiesa, Consigliere agli Stati UDC, ha risposto a chi sostiene l'urgenza di nuove misure a favore della biodiversità. «L'iniziativa è l'ennesimo esempio di un approccio sbagliato ed estremo da parte di chi non mette i cittadini in cima alla propria agenda. Votare no significa rigettare questo approccio ideologico estremo». Chiesa ha spostato l'accento sulla difesa del modello federalista. «L'iniziativa propone di stravolgere il nostro modello politico, soffocando la progettualità di comuni, regioni e persino Cantoni sostituendola con divieti, burocrazia e ordinanze emanate da Berna».

Una preoccupazione condivisa anche dal Consigliere Nazionale PLR, Simone Gianini. «L'iniziativa ridurrebbe l'autonomia, la flessibilità e il margine di manovra per comuni, cantoni e Confederazione, che permette oggi di trovare soluzioni praticabili.».

Nel fronte del No infine si sono uniti anche il Partito Comunista (rappresentato da Levi Morosi, membro Comitato Centrale: «È un assist agli europeisti e che vuole indebolire la sovranità del paese») e la Lega (Daniele Piccaluga, vicecoordinatore Lega dei Ticinesi: «L'iniziativa sembra idilliaca, ma ci saranno molte conseguenze negative. Non gioverà alla biodiversità»).

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