Il Consiglio della magistratura rompe il silenzio e fa il punto sulla «situazione complessa» venutasi a creare al Tribunale penale cantonale
LUGANO - Nessuna sospensione (per ora), ma collocazioni separate per gli attori coinvolti. Il Consiglio della magistratura (CdM) rompe il silenzio per fare chiarezza «sulla situazione complessa e preoccupante venutasi a creare in seno al Tribunale penale cantonale (TPC)», sulla quale «lavora da mesi».
«Preso atto delle notizie divulgate dai media nei giorni scorsi e delle discussioni che ne sono scaturite», il Plenum del CdM, precisa di aver aperto tre procedure disciplinari: due nei confronti dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, a seguito della segnalazione dei loro tre colleghi del TPC, e una nei confronti del giudice Mauro Ermani, a seguito dei fatti segnalati da una segretaria del TPC alla Sezione delle risorse umane.
Altri tre fascicoli sono stati aperti d’ufficio, come da prassi, appena il CdM è stato informato della denuncia/querela penale dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti nei confronti dei colleghi Mauro Ermani, Marco Villa e Amos Pagnamenta. La decisione circa l’eventuale apertura di procedure disciplinari per i fatti ivi denunciati «avverrà non prima che il CdM avrà preso conoscenza del contenuto della denuncia/querela, della quale è già stata richiesta copia al Procuratore pubblico straordinario».
L’istruzione delle tre procedure disciplinari menzionate è stata dunque «immediatamente avviata». I termini per osservazioni assegnati ai giudici Quadri e Verda Chiocchetti sono stati sospesi, su loro richiesta, «essendo stato intrapreso, con l’accordo di tutti i giudici, un tentativo di conciliazione». Nel frattempo tali termini sono stati riattivati. Anche nel contesto della procedura nei confronti del giudice Ermani vi è stato «un incontro tra le parti, a seguito del quale a quest'ultimo è stato assegnato un termine per esprimersi».
«Ogni documento ricevuto - sottolinea il CdM - è stato immediatamente trasmesso ai segnalati interessati, affinché potessero formulare le proprie osservazioni».
Messaggi e foto alla segretaria - Anche il messaggio WhatsApp che sarebbe stato inviato dal giudice Ermani a una segretaria, «stante la sua potenziale rilevanza disciplinare (a causa dell’immagine contenuta)», è stato trasmesso il giorno stesso al giudice Ermani, per osservazioni.
Il CdM ha invece reputato di non dover trasmettere l’immagine – che sarebbe stata ricevuta dalla segretaria nel febbraio 2023 – al Ministero pubblico, «avendo escluso che il suo invio potesse configurare un qualsiasi reato penale perseguibile d’ufficio a carico del magistrato».
Nessuna sospensione - Per il Consiglio della Magistratura, in ogni caso «al momento attuale non sono date le condizioni, ai sensi della legge, per una sospensione di alcuno dei magistrati segnalati».
La promessa del CdM è quella di evadere «il più celermente possibile le procedure, fermo restando il rispetto dei diritti delle parti e la necessità, prima di prendere la decisione finale, di raccogliere tutte le prove rilevanti per valutare i fatti».
Viene sottolineata pure la collaborazione con la Commissione amministrativa del Tribunale d'appello per «ricercare una soluzione organizzativa temporanea volta a garantire il miglior funzionamento possibile del TPC nelle more delle procedure in corso».
Collocazioni separate - Da qui la decisione del 26 agosto 2024 di «disporre con effetto immediato due differenti collocazioni logistiche all'interno del Palazzo di giustizia dei giudici coinvolti e dei rispettivi collaboratori».
Il CdM ha già manifestato la propria disponibilità al Gran Consiglio, per il tramite della Commissione giustizia e diritti, a fornire chiarimenti, nei limiti concessi dalla legge e dallo stato delle procedure.