Dopo la notizia della chiusura di altri uffici postali, il Partito Comunista invita a firmare la petizione indetta da syndicom
BELLINZONA - A seguito della notizia diffusa negli scorsi giorni, secondo cui la Posta chiuderebbe una dozzina di uffici postali in tutto il Cantone entro il 2028, il Partito Comunista ha deciso di prendere posizione. «La Posta - scrivono - è elemento essenziale, la cui capillarità sul territorio, comprese le aree più discoste, andrebbe invece garantita, anche perché essa è sinonimo di coesione nazionale».
Il Partito Comunista - continua - «ha tentato invano ancora pochi mesi fa di convincere il Gran Consiglio ticinese ad approvare una sua iniziativa cantonale per ripristinare la regia federale della Posta, ma anche i deputati che in campagna elettorale si erano detti favorevoli alla fine hanno votato contro».
Intanto, fa sapere, il consigliere comunale a Lugano Edoardo Cappelletti ha già depositato un’interpellanza, «mentre nel Consiglio Comunale di Bellinzona voteremo a favore di una risoluzione in tal senso e i nostri consiglieri comunali Alessandro Lucchini e Massimiliano Ay inoltreranno a breve un atto consiliare. Analogamente ci si è mossi anche nel legislativo comunale di Locarno con un'interrogazione interpartitica di cui il nostro consigliere comunale Gionata Genazzi è primo firmatario».
Il Partito Comunica invita quindi a firmare la petizione online «Per il mantenimento di tutte le filiali della Posta!» lanciata dal sindacato Syndicom (https://syndicom.ch/it/divisioni/servizipostaliefinanziari/petizione/) che chiede correttamente «di mantenere l'attuale rete di 770 succursali, di non usare la scusa della digitalizzazione per indebolire il servizio universale e di evitare qualsiasi licenziamento».