Emergono risultati impietosi dallo studio sulla salute della CSS. La direttrice: «Ansia da prestazione. E giovani donne in difficoltà».
BELLINZONA - Stanchi. Esauriti. E sempre più alle prese con l'ansia da prestazione. La salute degli svizzeri finisce sotto la lente di uno studio commissionato dal gruppo assicurativo CSS. E l'esito è impietoso: solo il 15% degli intervistati si sente in buona salute. Dati che preoccupano anche Philomena Colatrella, direttrice generale di CSS.
Ma come? Nella benestante Svizzera ci si sente così poco in salute. Perché?
«La pandemia da coronavirus ha avuto un impatto a lungo termine sul benessere e sulla percezione della salute delle persone. Il nuovo studio mostra che il benessere personale si è stabilizzato, ma a un livello significativamente inferiore».
Il 75% delle persone tra i 18 e i 35 anni dichiara di sentirsi obbligato a dimostrarsi sempre sano ed efficiente, con una spossatezza persistente come conseguenza. Come si traduce questo in termini di costi della salute?
«La tendenza degli ultimi anni prosegue: la percentuale di giovani che percepiscono le richieste di una società meritocratica come una pressione è aumentata ancora (+4%). Una tendenza analoga si registra per le spese nella sanità: dal 2020, il gruppo dei giovani adulti ha registrato il secondo più alto aumento percentuale delle spese sanitarie tra tutti i gruppi di età. Tra l'altro, l'aumento maggiore si registra tra i bambini. Questo è sorprendente».
Il 38% delle donne di età inferiore ai 35 anni dichiara di essere in uno stato mentale mediocre o scarso. Il fenomeno ha a che fare con l'impossibilità di conciliare maternità e carriera? Stiamo abbandonando le donne a loro stesse?
«Gli studi sulla salute del 2022 e del 2023 avevano già mostrato che le giovani donne sono sottoposte a una pressione particolarmente elevata. Anche le percentuali delle giovani donne che sentono pressioni in relazione alle prestazioni sono significativamente più alte che per gli uomini. Ciò potrebbe essere dovuto alle aspettative sociali e alle molteplici pressioni a cui sono sottoposte e che mettono a dura prova la loro salute mentale».
Stanchezza, spossatezza, ansia da prestazione. Sono i nuovi mali della società del benessere? Ma fino a che punto possiamo permetterci di fare finta che vada tutto bene?
«Noi contribuiamo a rendere visibili queste preoccupazioni ed esigenze della popolazione e ad avviare proprio queste discussioni. In qualità di partner per la salute, affrontiamo attivamente con i nostri assicurati temi quali lo stress, la salute mentale e il rafforzamento della resilienza e aiutiamo le persone colpite a trovare l'aiuto giusto nel nostro sistema sanitario».
Queste situazioni possono sfociare anche in patologie invalidanti. Cosa si fa per evitarlo?
«La CSS, ad esempio, offre ai suoi assicurati numerosi programmi di promozione della salute e li sostiene nel condurre uno stile di vita sano. Ma vorremmo spingerci oltre. Il Parlamento sta attualmente discutendo una proposta che darebbe alle casse malati un po' più di spazio per fornire ai propri clienti informazioni mirate sulle misure di promozione della salute. Questo è importante in un sistema sanitario in cui si attribuisce ancora troppa poca importanza alla promozione della salute».
Lo studio in pillole
Dal 2020 l’assicuratore malattie CSS effettua un sondaggio annuale per registrare lo stato di salute in Svizzera. Lo studio è stato realizzato dall'Istituto di ricerca Sotomo. Sono state intervistate 2456 persone nella Svizzera tedesca, francese e italiana.
La quinta edizione mostra che la popolazione svizzera si sente ancora meno in buona salute rispetto a prima della pandemia. In particolare, fra le persone sotto i 36 anni solo un quinto afferma di sentirsi "molto sano". In questa categoria d’età si percepisce la pressione dovuta alla necessità di essere performanti.
Lo studio fornisce però anche spunti positivi: nello stesso gruppo d’età, nel 2022 il 42% dichiarava di sentirsi "non granché bene" oppure "male" a livello psichico. Nel 2024 la percentuale è scesa al 34%.
Complessivamente lo studio mostra che la popolazione svizzera si preoccupa della propria salute. Il 44% delle persone intervistate afferma di sottoporsi periodicamente a esami di prevenzione, mentre il 30% non lo fa mai.
La digitalizzazione nel sistema sanitario è vista dalla maggioranza come chiave per modernizzare il settore: il 57% delle persone intervistate è disposta a condividere i propri dati. Le differenze derivano soprattutto dall’età: gli over 65 sarebbero più aperti in tal senso, mentre i giovani sarebbero più riluttanti.