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CANTONECosti della salute: il lavoro è sempre più un problema

03.09.24 - 12:02
Lo indica lo studio annuale commissionato dalla CSS. Svizzeri confrontati con stanchezza, esaurimento e ansia da prestazione.
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Fonte Comunicato CSS
Costi della salute: il lavoro è sempre più un problema
Lo indica lo studio annuale commissionato dalla CSS. Svizzeri confrontati con stanchezza, esaurimento e ansia da prestazione.

BELLINZONA - Dal 2020 l’assicuratore malattie CSS effettua un sondaggio annuale per registrare lo stato di salute in Svizzera. La quinta edizione mostra che la popolazione svizzera si sente ancora meno in buona salute rispetto a prima della pandemia. In particolare, fra le persone sotto i 36 anni solo un quinto afferma di sentirsi «molto sano». Inoltre, in questa categoria d’età si percepisce con particolare forza la pressione dovuta alla necessità di essere performanti. Lo studio fornisce però anche spunti positivi: nello stesso gruppo d’età, nel 2022 il 42% dichiarava di sentirsi non granché bene oppure male a livello psichico. Nel 2024 la percentuale è scesa al 34%. Potrebbe essere un indizio che la crisi psicologica in questo gruppo ha superato il suo apice.

Pressioni percepite sempre di più – Già per la quinta volta, l’Istituto di ricerca Sotomo ha effettuato lo studio sulla salute su incarico della CSS. Sono state intervistate 2'456 persone nella Svizzera tedesca, francese e italiana. Dalla ricerca è emerso che complessivamente la popolazione svizzera si sente un po’ meglio. In particolare, emergono alcuni spunti positivi per quanto concerne lo stato psicologico delle persone più giovani. D’altro canto, però, vi è una crescente percezione delle pressioni esercitate dal lavoro, che si estendono alla vita privata: un numero sempre maggiore di persone vive un’esperienza di burnout.

Giovani adulti tartassati – La serie di studi viene condotta dal 2020 ed è stata fra le prime a segnalare il persistere di problemi di salute fra la popolazione dopo la pandemia e un significativo peggioramento della salute psichica dei giovani. In questo contesto vi sono ancora problematiche acute. Ad esempio, nel gruppo d’età dei giovani adulti (fra 18 e 35 anni), la quota di chi si sente molto sano è in ulteriore diminuzione e ora è scesa al 19 % (2023: 27 %). Rispetto alle altre fasce d’età, si tratta della maggiore diminuzione percentuale

Donne in difficoltà – La crisi psicologica dovrebbe aver superato il suo apice nei giovani adulti: se nel 2022 il 42% dichiarava di sentirsi non granché bene o male a livello mentale, questa percentuale ora è scesa al 34%. Tuttavia, la situazione rimane tesa perché, considerando tutte le fasce d’età, si tratta ancora del valore più alto. La situazione delle giovani donne continua a essere preoccupante: il 38% di chi ha meno di 36 anni ritiene la propria salute mentale mediocre o non buona, contro il 31% dei loro coetanei maschi. 

La nuova pandemia silenziosa – Salta all’occhio che lo stesso gruppo d’età fra i 18 e i 35 anni è quello che percepisce più negativamente l'ansia da prestazione. In questo gruppo, il 75% dichiara di sentirsi obbligato a dimostrarsi sempre sano ed efficiente, il che si traduce in una spossatezza persistente. Considerando tutte le fasce d’età, il 68% delle persone intervistate ha dichiarato di essere spesso esausto e stanco. 

Rischio di ammalarsi – Questi risultati richiamano l’attenzione: se sempre meno persone si ritengono in buona salute, aumenta il loro rischio di ammalarsi in futuro. Il confronto effettuato negli ultimi anni mostra infatti che questo sviluppo non riguarda solo i giovani adulti: in generale, nel 2024 le persone in Svizzera si sentono meno sane rispetto a prima della pandemia. Negli ultimi tre anni, il livello si è stabilizzato a un valore costantemente basso: il 35% della popolazione si sente malato o non del tutto in buona salute. Solo il 15% degli intervistati valuta attualmente molto buono il proprio stato di salute. Si tratta del valore più basso dall’inizio della serie di studi nel 2020.

Promozione della salute con interventi soft – Complessivamente lo studio della CSS mostra che la popolazione svizzera si preoccupa della propria salute. Il 44% delle persone intervistate afferma di sottoporsi periodicamente a esami di prevenzione, mentre il 30% non lo fa mai. La fascia più anziana della popolazione ritiene sufficienti le attuali misure per la promozione della salute, mentre le generazioni più giovani desiderano maggiore sostegno. I controlli preventivi sono considerati parte integrante essenziale della prevenzione della salute. Hanno la potenzialità di contribuire a lungo termine a uno sgravio del sistema sanitario. Alla domanda su chi è responsabile per quanto concerne la prevenzione, il 68% degli intervistati menziona l’individuo, oltre alla politica (37%), agli assicuratori malattie (31%) e ai medici (30%). In generale, nella prevenzione della salute gli intervistati preferiscono interventi piuttosto «soft», per esempio stimoli finanziari per programmi di bonus, rispetto a divieti e obblighi. 

Digitalizzazione per migliorare? – La digitalizzazione nel sistema sanitario è vista dalla maggioranza come chiave per modernizzare il settore: il 57% delle persone intervistate è disposta a condividere i propri dati. Le differenze derivano soprattutto dall’età: tre quarti degli over 65 sono disposti a condividere i propri dati sanitari, mentre le persone nella fascia d’età più giovane, da 18 a 35 anni, sono più riluttanti e solo il 52% acconsentirebbe. Con una percentuale del 70 %, la maggiore preoccupazione risulta essere l’abuso di dati sulla salute da parte di terzi. La possibilità di sfruttare appieno il potenziale della digitalizzazione nel sistema sanitario dipende quindi in modo determinante dalla capacità di riuscire a conciliare progresso e sicurezza, rafforzando la fiducia mediante condizioni quadro chiare, sicure e trasparenti. 

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COMMENTI
 

Zeno 2 mesi fa su tio
è troppo facile gettare la spugna sul lavoro mentre nell'ambito dei divertimenti si da tutto !!!! vergogna, non facciamo di un erba un fascio ma.......

Rosso Blu 2 mesi fa su tio
Sicuramente le percentuali non sono affidabili anche perché lo studio dovrebbe essere fatto su ogni singolo cittadino. Il malessere della popolazione che suda, paga e fa salti mortali per i DOVERI che la società impone sono sempre più costosi e tolgono il divertimento e piaceri della vita. Il nostro Paese chiede sempre più soldi, tutto aumenta e se una volta potevi risparmiare oggi basta un extra che sei già con l'acqua alla gola. Non è più vita e che comanda è il Dio Soldo che non basta mai. Poi c'è la paura di non trovare lavoro, di non riuscire a pagare e di finire discriminato. Molte cose non sono più come una volta e già nel mondo professionale lo stress fa parecchio male e si sta zitti per paura del peggio. È la Bella Svizzera ma per chi ovviamente non ha Doveri ma solo interessi o sfruttare in tutto e su tutto.

bradipo 2 mesi fa su tio
Risposta a Rosso Blu
Concordo sull'aumento dei doveri e sulle pressioni sul lavoro, ma una volta non c'erano neppure il leasing della macchina, abbonamento del telefonino, internet, pay TV & co. Ogni elettrodomestico era un oracolo da venerare e trattare con cura, non da sostituire all'uscita del nuovo modello. Le vacanze e fine settimana fuori erano un lusso non un dovere. Non nego che il potere d'acquisto sia calato, come pure il declino della soddisfazione professionale, ma con pretese adeguate al gruppo di appartenenza, molti di quelli che si lamentano, vivrebbero un po' meno frustrati e con qualche riserva in più.
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