La sofferta quotidianità nel limbo di Roberto Caruso, docente della Spai sospeso: «I ragazzi mi scrivono tutti i giorni».
BRUSINO ARSIZIO - «Sono assente da scuola, ma non sono mai stato così presente». Roberto Caruso, il docente della Spai di Mendrisio sospeso per attriti coi superiori, racconta la sua quotidianità inedita nella settimana in cui la scuola ha riaperto i battenti. Nel limbo. Pagato dallo Stato, ma senza classi in cui insegnare. «Ricevo decine di messaggi di affetto e incoraggiamento. È toccante quanto i miei allievi mi siano vicini».
Anonimato non gradito – Allievi ed ex allievi che recentemente hanno scritto una mail anonima al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) e che dopo la risposta della Consigliera di Stato Marina Carobbio hanno manifestato l’intenzione di fare un incontro, in presenza di un avvocato a loro vicino. L’anonimato della mail ha fatto storcere il naso all’interno del Dipartimento.
Il possibile "dietro le quinte" – «Mi hanno detto – precisa l’insegnante – che dietro a quello scritto ci sono sette classi e anche ex allievi, circa 150 studenti. Un’iniziativa che, a quanto pare, volevano mettere in atto da un po’. So che sono pronti a metterci nome, cognome e faccia».
Niente conciliazione – Docente di matematica e materie tecniche, 61 anni, di Brusino Arsizio. Roberto Caruso è stato sospeso a una manciata di giorni dalla fine dello scorso anno scolastico. «Giuridicamente la sospensione era stata annullata dal Tribunale Cantonale Amministrativo (TRAM) nel corso dell’estate. Ma col DECS non c’è stata alcuna conciliazione. Nessuno al momento può obbligare il DECS a darmi una classe».
Zona grigia – Un docente in una zona grigia. Con una sospensione che un giorno potrebbe diventare licenziamento. «Io però sono sereno. Rifarei tutto. E lotterò per cercare di tornare in aula. Al DECS hanno detto che il diritto di essere sentito mi sarà garantito. Al momento nessuno mi ha contattato».
«Sono scomodo» – Caruso era finito nella bufera a causa del suo ruolo di mediatore nell’istituto scolastico di Mendrisio. Aveva segnalato alcuni presunti malandazzi alla Divisione della formazione professionale. Arrivando anche ad alzare i toni. «Hanno detto che ho mancato di tatto e cortesia. Sono scomodo, però sono sicuro di aver esercitato il mio diritto di critica in modo civile e costruttivo. Purtroppo tanti docenti non si espongono per timore di perdere il posto. E posso capirli. Spero che il mio caso serva per migliorare il sistema».
«I miei allievi si sono sempre fidati di me» – Nella mail inviata al DECS gli studenti fanno riferimento a un superiore della scuola che gioca col telefonino mentre dovrebbe svolgere le lezioni. A un altro insegnante che bestemmiava in classe e dedicava gran parte delle ore in aula a parlare di calcio. «I ragazzi hanno voluto denunciare queste dinamiche tramite me. I miei allievi si sono sempre fidati della mia persona. Avrò anche alzato i toni, ma l’ho fatto per il bene della scuola».
«Seme di democrazia» – Ma Roberto Caruso pensa di potere tornare in classe un giorno? Oppure si sta rassegnando alla possibilità di andare in disoccupazione? «Il mio desiderio è quello di poter tornare a lavorare a scuola. Al momento c’è pressione sul DECS e sul Consiglio di Stato. Gli allievi trovano ingiusto vedere un loro docente allontanato in questo modo. Spero che questa vicenda, comunque finisca, possa lasciare in loro qualcosa di positivo, un seme di democrazia».
Ecco la lettera degli studenti
Vi scriviamo in merito alla situazione del nostro professor Caruso, sperando che le nostre parole vengano sentite e che ci possiate aiutare nel dare giustizia al nostro insegnante. In questa lettera vogliamo farvi vedere quello che lui ha fatto per noi e anche i motivi per cui si è battuto così fortemente.
Come abbiamo già detto, e ci teniamo a ribadirlo, il professor Caruso è un insegnante indubbiamente fuori dal comune. Non lo dimenticheremo mai e lo ringrazieremo sempre per quello che ci ha trasmesso, sia come docente che come persona. Ci ha fatto studiare, appassionare, divertire e credere in noi stessi. È sempre stato disposto ad ascoltare e ad aiutare, diventando un riferimento costante per tutti, sette giorni su sette. Per noi, più che un semplice insegnante, è come un Maestro.
Stiamo seguendo attentamente la vicenda della sua sospensione e del suo ormai confermato licenziamento, e siamo, a nostro avviso giustamente, disgustati. Troviamo inammissibile che una persona che si batte per il bene degli studenti venga considerata "scomoda". Crediamo che questa situazione rifletta il nostro sentimento di indignazione nei confronti del DECS e della direzione della nostra scuola. A nostro parere, così come a quello dell'opinione pubblica della nostra regione, è un altro caso in cui si evidenzia come le simpatie personali e la remissività siano considerate più importanti del benessere degli allievi.
La fretta con cui sono state chiuse le pratiche e il totale rifiuto di fornire risposte adeguate mostrano pubblicamente i gravi limiti del Dipartimento. Molti di noi temono che questa vicenda possa stabilire un "pattern" di abusi di potere nei confronti di chi si impegna per fornirci un insegnamento adeguato e di qualità, che si tratti del professor Caruso o di altri insegnanti dell'istituto.
Abbiamo vissuto in prima persona la triste vicenda del (...), insieme a tante altre problematiche generate dalla direzione della scuola. Il professor Caruso ha voluto portare alla luce queste questioni con determinazione, coraggio e trasparenza. Lo ammiriamo perché lo ha fatto non per inimicizie verso colleghi o superiori, ma per migliorare l'ambiente scolastico. Per questo motivo, quando leggiamo che i funzionari dirigenti dichiarano di aver "rotto il rapporto di fiducia" con il docente, ci indigniamo. E il rapporto di fiducia che abbiamo noi con il professor Caruso non conta?
Sono pochi i riferimenti importanti per noi a scuola, tra cui persino il custode, ma la direzione è splendidamente assente. Riguardo al (...), il quale è stato assente per quasi tutto l'ultimo anno scolastico, stendiamo un velo pietoso. Tra le assenze e le presenze del (...) c'è poca differenza: spesso lascia le lezioni a metà, apre la porta per le supplenze e poi sparisce, non risponde alle nostre richieste, ignora le nostre email, e ha tollerato il comportamento del suo (...). Inoltre, ci ha assegnato docenti di classe che non insegnano nelle nostre classi. Quando gli abbiamo chiesto spiegazioni, la sua risposta è stata "potete sempre incontrare il vostro docente di classe durante le pause", dimenticando che la nostra non è una scuola a tempo pieno e non sempre i docenti sono disponibili. Alcuni di noi lo hanno visto più volte giocare al telefono durante le sue lezioni. Quando viene a osservare le lezioni dei docenti, si siede in fondo e maneggia il telefono, senza curarsi minimamente di ciò che accade in classe. Addirittura, gioca online con alcuni studenti, naturalmente coperto da un nickname. Per questi comportamenti, tra di noi, lo abbiamo soprannominato "Candy Crush". Ci sarebbero molti altri esempi, ma questi sono già sufficienti per inquadrare la persona.
Tutto questo per dire che, come studenti, vogliamo e pretendiamo onestà, professionalità e trasparenza da chi dirige il nostro istituto. Per questo motivo, non abbiamo dubbi su chi dovrebbe realmente essere licenziato.
Vi ringraziamo per la vostra attenzione.
Cordiali saluti,
Gli studenti ed ex-studenti del CPT di Mendrisio