Cerca e trova immobili

CANTONE «La direzione del DECS ha perso il contatto con la realtà?»

04.09.24 - 11:30
Si amplia l'interpellanza di MPS-Indipendenti sul caso del docente della Spai di Mendrisio licenziato.
Ti-Press
Fonte MPS
«La direzione del DECS ha perso il contatto con la realtà?»
Si amplia l'interpellanza di MPS-Indipendenti sul caso del docente della Spai di Mendrisio licenziato.

MENDRISIO - Il licenziamento di Roberto Caruso, il docente di elettrotecnica della Spai di Mendrisio sospeso lo scorso 5 giugno, dopo 35 anni di servizio, per presunti «atteggiamenti irrispettosi verso i suoi superiori», che tante polemiche e reazioni ha suscitato, ora è oggetto di un’interpellanza dell’MPS-Indipendenti a firma Matteo Pronzini.

A nulla era valsa la decisione del Tribunale cantonale amministrativo (Tram) che aveva dato ragione al docente. Subito dopo infatti il Decs aveva confermarto il licenziamento rifiutando una conciliazione.

Ora arriva una nuova interpellanza che aggiunge ulteriori aspetti a quanto venne già sottoposta al Consiglio di Stato.

Ecco dunque l'analisi della vicenda e le richieste di Matteo Pronzini che vengono suddivise in due capitoli per dare senso cronologico all'intera vicenda.

Capitolo 1 - «La direzione del DECS tenta di prelevare un docente a pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico assumendosi pure il rischio d’impedire l’assegnazione delle note scolastiche a diverse decine di giovani apprendisti elettricisti, perché accusato di lesa maestà verso il suo direttore Fabio Solcà». Provvedimento ritenuto abusivo ed ingiustificato che «sarà cassato dai tribunali anche solo per la procedura adottata che fa a pugni con le disposizioni legali vigenti nel nostro Cantone e Repubblica».

Ma ciò avverrà, «se Roberto Caruso avrà il coraggio e la forza d’andare fino in fondo, unicamente fra 3-4 anni. Nel frattempo “il coltello per il manico” e i cordoni della borsa (il salario) sono nelle mani dei solerti dirigenti del DECS», scrive.

Da qui l'interrogativo è se il governo abbia «piena coscienza delle conseguenze, potenzialmente costose, di questo atteggiamento arrogante e prepotente adottato dalla direzione del DECS. Dallo scorso mese di giugno 2024 Roberto Caruso è sospeso dall’insegnamento con diritto al versamento del salario. Immaginiamo che nel corso dei prossimi mesi, esperita la procedura conciliativa, gli verrà intimato il licenziamento con un termine di disdetta di 6 mesi (indicativamente il prossimo 30 aprile 2025). Per la sua sostituzione dovrà venir ingaggiata una nuova o un nuovo docente. Indipendentemente dal fatto che Roberto Caruso contesti il licenziamento, il costo a carico dell’ente pubblico, conseguenza del modo di agire del DECS, sommerà a diverse decine di migliaia di franchi. Nel caso di una contestazione davanti alle istanze giudiziarie il danno per l’ente pubblico corrisponderà al salario fino al pensionamento, dunque fino al 2028».

Quesiti - Da qui le domande al Consiglio di Stato a partire dalla richiesta di sapere se «è già stato discusso il licenziamento del docente Roberto Caruso e se si condivide la linea seguita dalla direzione del DECS». Infine se è «consapevole che, in base alla legge sulla responsabilità civile degli enti pubblici e degli agenti pubblici, c'è il rischio che i singoli consiglieri di stato possano dover passare alla cassa?»

Capitolo 2 - Lo scorso 18 agosto si è venuti a sapere che la temeraria sospensione del docente Roberto Caruso è stata cassata da parte del Tribunale cantonale amministrativo.

Da qui arrivano altre richieste al Consiglio di Stato a cominciare dalla volontà di sapere «se il Consiglio di Stato è stato informato da parte del DECS della sentenza del Tram del 13 agosto 2024 con cui la sospensione del docente Roberto Caruso è stata cassata platealmente». In aggiunta se la «decisione di nuovamente sospendere il docente Roberto Caruso è stata presa dalla direzione del DECS o dal CdS»

Domande - In conclusione partendo dalla considerazione che «sospendere nuovamente il docente Roberto Caruso, senza nemmeno motivare tale volontà, è un atteggiamento che rasenta l’arroganza e la supponenza», si vuole sapere se «il DECS ha valutato delle alternative al licenziamento di Roberto Caruso, 61enne con 35 anni di servizio, e quindi persona particolarmente vulnerabile sul mercato del lavoro? E quali alternative sono state vagliate e perché non sono state prese in considerazione? Il DECS come giustifica, in generale, la misura prospettata dal profilo della proporzionalità e della parità di trattamento?»

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE