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BELLINZONAAlmeno 15 ovini uccisi dal lupo. L’allevatore: «Burocrazia troppo lenta, bisogna agire subito»

09.09.24 - 19:29
L’ APTdaiGP: «Basta scritti e comunicati. Ora disobbedienza civile e manifestazioni di piazza».
Ti-Press (archivio)
Almeno 15 ovini uccisi dal lupo. L’allevatore: «Burocrazia troppo lenta, bisogna agire subito»
L’ APTdaiGP: «Basta scritti e comunicati. Ora disobbedienza civile e manifestazioni di piazza».

BELLINZONA - Non nasconde l’amarezza e la commozione Elvis Morisoli, allevatore colpito da una grave predazione da lupo sull’alpe Albagno, nella valle di Sementina, nella notte fra sabato e domenica 7 settembre. Si tratta, come precisato dall’associazione per la Protezione del territorio dai grandi predatori (APTdaiGP), di un alpe «non proteggibile».

Via dall'alpeggio - Sono almeno 15 gli ovini trovati morti, mentre altri sono ancora dispersi. «Sto "rincorrendo" le pecore - racconta - cercando di “recuperare” quelle che mi sono rimaste». L'evento ha decretato l’abbandono anzitempo dell’alpeggio. «Di solito, a seconda del tempo, le lasciavo qui fino all’ultimo weekend di settembre o al primo di ottobre - continua Morisoli - ora, invece, bisogna “scappare”prima».

Quasi mille animali riportati a valle - Secondo le stime dell’APTdaiGP, dall’inizio di questa stagione sono già 10 gli alpeggi «caricati con ovini o caprini a essere stati scaricati anticipatamente: così circa 520 ovini e 450 caprini hanno dovuto essere forzatamente riportati sul fondovalle prima del termine della normale stagione». La maggior parte di questi alpeggi «non saranno più caricati l’anno prossimo». La presenza nella zona del lupo (singolarmente, a coppie o a branchi), infatti, «non lo permetterà più».

«Servono misure efficaci» - Dal canto suo, l’APTdaiGP ribadisce che«sono vent’anni che le organizzazioni agricole insistono nei confronti delle autorità cantonali e dei difensori del lupo nell’affermare che la convivenza tra animali al pascolo ed espansione incontrollata del lupo non è possibile. Avevamo preannunciato che se non si fossero messe in atto misure efficaci atte a limitarne la diffusione, sarebbe stata la fine dell’allevamento a pascolo libero in Ticino».

«Ora è il momento della disobbedienza civile» - Per l’associazione «chi voleva il lupo sulle nostre montagne ha ormai vinto. Tutti gli altri hanno perso. Non ci resta che dichiarare tutto il nostro sostegno e solidarietà agli allevatori colpiti e lo sdegno per l’irresponsabilità dimostrata dalle autorità competenti. Non molliamo e ci faremo ancora sentire. Tutto fa pensare che sia davvero giunto il momento di smettere di rivolgerci alle autorità e all’opinione pubblica con scritti e comunicati. Occorrerà passare alla disobbedienza civile e alle manifestazioni di piazza gridando forte e chiaro: basta!».

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