Dipendenze da droghe (ma non solo). Cambiano le abitudini, ma il fenomeno cresce. Tra sfide e criticità. Così si intende intervenire
BELLINZONA - Un approccio olistico nell'affrontare la tematica delle dipendenze, intesa a 360 gradi, ma anche la presa di coscienza di una categoria in crescita: quella dei tossicodipendenti anziani. È quanto è emerso oggi, a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, durante la presentazione del Piano cantonale degli interventi nel campo delle tossicomanie elaborato da un gruppo di esperti.
Serve una convergenza - «La politica sulle dipendenze è parte integrante della politica sanitaria più generale», ha esordito Raffaele De Rosa, Direttore del DSS. «L'obiettivo - ha aggiunto il Consigliere di Stato - è quello di arrivare a una convergenza, con una modifica delle leggi cantonali di riferimento che consideri non solo le sostanze, ma anche le dipendenze e i nuovi ambiti di consumo e dipendenza come social e abuso di psicofarmaci».
Quattro i pilastri (con le rispettive associazioni/entità/autorità), attraverso i quali deve avvenire l’applicazione delle politiche sulle dipendenze. Questi si dividono competenze quali "promozione e prevenzione", "terapia e consulenza", "riduzione dei danni e dei rischi" e, infine, "regolamentazione ed esecuzione".
Monica Rivola, delegata ai problemi delle tossicomanie e Aggiunta al Direttore DSP, ha posto l'accento sui centri che si occupano di terapia e consulenza, in particolare quelli di Antenna Icaro e Ingrado, con consultori ambulatoriali che offrono supporto, inserimento e assistenza ai tossicodipendenti e che si propongono come un sostegno per i pazienti problematici.
Non più una sola droga, ma tante - Una categoria in crescita. Se infatti è stata fatta notare da una parte la drastica riduzione di oppiacei ed eroina (quindi dei consumatori di una singola sostanza), sono in significativa crescita le politossicomanie nei centri di competenza.
«I casi sono in continuo aumento, con un'evoluzione rispetto al 2013 di circa il 40%, ma rimaniamo sempre sotto i 1000 casi l'anno» (sono stati 752 nel 2023), fa notare Rivola. Attualmente il 43% di minorenni che si presentano il clinica psichiatrica utilizzano sostanze o alcol che diventano il 62% tra i 18 e 25%. «È in aumento il consumo di cocaina, resta stabile la canapa», conclude l'esperta.
Un approccio olistico - Daniele Intraina, Presidente del Gruppo esperti e Direttore OSC ha rimarcato l'importanza strategica di un approccio olistico: «Bisogna andare oltre la singola sostanza, sia essa legale e illegale. E occorre approfondire il tema dell'invecchiamento e di chi in quella età fa uso di sostanze psicoattive».
Ha quindi sottolineato l'importanza del coordinamento, della prevenzione di consumi e dipendenze correlate allo stress e della tutela dei giovani.
Crack e cocaina in aumento - Alberto Moriggia, Direttore sanitario di Ingrado, ha concluso con una fotografia dell'ultimo decennio, durante il quale sono cresciuti il consumo di cocaina e di crack, oltre che la politossicodipendenza.
«Oggi i consumatori fanno uso di diverse sostanze, oltre all'alcool. Le motivazioni sono quelle legate al mercato. Si è trovata meno sostanza oppioide, meno eroina». Ma cocaina e crack hanno caratteristiche diverse, «danno dipendenza di tipo diverso e costringono a un consumo più compulsivo e frequente. Abbiamo meno farmaci per trattare il problema e sono poco funzionanti».
La cura standard, metadone e morfina, con la cocaina e il crack, spiega Moriggia, non funzionano. «Fortunatamente non abbiamo una situazione di consumo fuori controllo. Ma come esperti siamo attivi sul monitoraggio e la ricerca di cure».
Il Fentanyl non è ancora un problema, ma... - Non è mancato un cenno al Fentanyl, noto farmaco per la terapia del dolore che sta mietendo vittime negli Stati Uniti e che è ormai arrivato anche in Europa.
«Ultimamente viene smerciato come sostanza stupefacente. Ed è cento volte più attivo di un oppioide. Fa più effetto, ma tra dose efficace e dose mortale lo scarto è minimo», prosegue il Direttore sanitario. «Oggi sul nostro territorio non abbiamo allerte per questo uso, ma dobbiamo rimanere vigili. In Italia e Germania è già un problema e a Ginevra ci sono segnalazioni».
Vecchi consumatori che invecchiano - In conclusione gli anziani. Uno dei temi centrali di questo Piano cantonale d'intervento: «I nostri pazienti invecchiano. Parliamo di consumatori cronici che hanno fatto uso di droghe per tutta la vita. Invecchiano perché funzionano le terapie di riduzione del danno e quindi sopravvivono più a lungo. Ma si portano dietro un'enorme complessità, a cui si aggiunge quella dell'età».
Emerge dunque una problematica nuova e abbastanza difficile da affrontare. «La gestione di una persona che invecchia con un consumo di sostanze, diagnosi psichiatriche e problematiche di salute varia è difficile - ammette Moriggia -. Da qui la necessità di lavorare per formare del personale che sappia trattare con loro e soprattutto per creare strutture che possano accoglierle». Attualmente in Ticino sarebbero un paio quelle che si sono messe a disposizione e stanno ospitando alcuni pazienti.
Al Gran Consiglio, ora, il compito di approvare le modifiche legislative.