A tu per tu con Alessandro Soldati, co-fondatore e Ceo di Gold Avenue, tra le realtà leader nella vendita di metalli preziosi
LUGANO - Essere nel luogo al momento giusto. A volte basta questo per fare la differenza. Ovviamente devono esserci altri ingredienti perché la ricetta verso il successo non abbia un sapore amaro, ma nel caso di Alessandro Soldati - il giovane ticinese che alle porte di una pandemia mondiale ha deciso di lanciare una startup che vende oro - non mancavano né il talento, né il coraggio. Tantomeno l’esperienza.
«Avevo messo in piedi un sito di vendite online prima del 2017 - ci racconta -. Quando l'ho liquidato mi hanno contattato dalla MKS PAMP Group, tra i leader mondiali nell'industria dei metalli preziosi. Cercavano qualcuno per lanciare un progetto, quello di Gold Avenue e che avesse idealmente una connessione diretta con il Ticino, perché la raffineria è a Castel San Pietro».
E così la montagna è andata da Maometto…
«Per una questione di interesse. Una cosa interessante che non tutti sanno è che quasi la metà dell'oro mondiale viene raffinato in Ticino. Sono tre le realtà che operano sul territorio, C'è la Valcambi, l'Argor-Heraeus e, appunto, la MKS Pamp».
Un progetto ambizioso, che però all'inizio ha faticato a prendere piede, giusto?
«Come per qualsiasi progetto imprenditoriale noi abbiamo iniziato da un foglio bianco. Una volta online il sito, devi aspettare che la gente ti trovi, devi farti conoscere. Ed è complicato riuscire a ritagliarsi uno spazio in un mercato così competitivo. Quando sono arrivato a Ginevra c'era un ufficio di quattordici metri quadrati, un tavolo e un computer. Mi hanno detto: "Fai la magia"».
Mi pare tu li abbia accontentati...
«Adesso siamo una trentina di dipendenti. Siamo leader in Svizzera, tra i leader in Italia e in Francia, e tra le principali piattaforme in Europa, con oltre centodiecimila utilizzatori».
Diciamolo, la pandemia vi ha dato il boost che vi serviva.
«Abbiamo assistito a una sorta di panico collettivo. Ed è successo che, in un momento in cui nessuno sapeva come sarebbero andate le cose, c'è stata la corsa al bene rifugio per eccellenza, a quella sicurezza ultima che, nel caso fosse andato per aria tutto, si proponeva come una certezza. Abbiamo lanciato il sito a ottobre 2018, poi ci è voluto un annetto per dargli una direzione concreta. Gli ordini all'epoca erano pochini. Nel marzo del 2020 viene annunciato il primo lockdown. Eravamo in sette in quel momento a gestire tutto. Di punto in bianco i telefoni hanno iniziato a suonare. Non hanno più smesso. La gente era come impazzita, volevano comprare a qualsiasi prezzo e a qualsiasi condizione».
Un'emozione, certo. Ma immagino anche le difficoltà.
«Gli ordini sono decuplicati da un giorno all'altro. Onestamente? Non eravamo pronti. Ci siamo messi tutti al telefono, me compreso. È stato un periodo di grande euforia, ma anche di stress».
Anche perché il lockdown valeva per tutti, comprese le aziende. Quindi lavorare sarà stato più complicato.
«Dalla raffineria hanno dovuto rallentare. Tra mascherine, distanze sociali imposte e incertezza riguardo la chiusura delle frontiere, non potevano essere operativi al 100%. Siamo arrivati al punto di non riuscire a gestire più gli ordini, a non riuscire a preparare i pacchetti da spedire».
Perché in tanti l'oro lo volevano recapitato a casa.
«Abbiamo sempre offerto la possibilità di custodire l'oro nel caveau, senza farselo recapitare. È la più pratica e quella preferita da quasi l'80% della nostra clientela. Ma durante il Covid la gente era in preda al panico, l'oro lo voleva toccare con mano. Nessuno si fidava più di nessuno e quindi abbiamo dovuto gestire una mole enorme di spedizioni. Un periodo veramente intenso, ma che ci ha permesso di conquistare quel boost di notorietà sul quale poi abbiamo costruito la nostra reputazione».
Ad oggi l'oro è valutato molto bene.
«Attualmente è ai massimi storici. Noi abbiamo iniziato quando era a 37mila franchi al chilo, più o meno. Adesso è a 70mila. Praticamente il suo valore è raddoppiato. E non solo a causa della pandemia. Stanno giocando un ruolo anche le guerre, le tensioni economiche tra Stati Uniti e Cina, le elezioni americane o i problemi in Sud America, penso al Venezuela».
Non c'è il rischio di una bolla? Ha ancora senso investire nell'oro?
«Non ci occupiamo di consigli finanziari, non posso dirti se il prezzo salirà ancora o meno. Quello che mi sento di dire è che l'oro, come investimento, dovrebbe essere solo una parte di un portafoglio diversificato e sano. Diciamo che dovrebbe rappresentare tra il 5 e il 15% del tuo asset. Non va visto come un investimento speculativo, come può essere il bitcoin. È un'assicurazione per dormire sonni tranquilli».
Ci sono altri metalli preziosi sui quali investire? Hanno lo stesso potenziale e garanzie?
«Ci sono argento, platino e palladio. Vendiamo anche questi, ma non sono considerati prodotti finanziari. Per questo bisogna pagare l'Iva se li si vuole a casa. Per venderli esenti da Iva li teniamo in un caveau in un porto franco. In questo momento sono i prodotti più volatili, vuol dire che il loro prezzo può aumentare più velocemente. Ma alla stessa velocità può diminuire. La ragione sta nel loro utilizzo, sono prodotti industriali, quindi il prezzo dipende fattori quali dall'oscillazione dei mercati che li sfruttano. O dalla loro estrazione nelle varie miniere. Diciamo che sono prodotti per un investitore più esperto».
Hai nominato le criptovalute. Che ne pensi?
«Mi affascinano molto. Offrono opportunità veramente interessanti. Ma sono investimenti decisamente volatili e rischiosi. Si può guadagnare molto, ma si può anche perdere tutto. Ho amici che in un determinato momento avevano puntato l'80/90% sulle cripto. Rischi di farti veramente male».
Cosa bolle in pentola nel tuo futuro?
«Ho un sacco di idee. Con Gold Avenue stiamo diventando molto grandi e io ho bisogno di ritrovare una dimensione più imprenditoriale e flessibile. Quindi gradualmente mi staccherò un po', continuando ad affiancare questo progetto, ma per dare spazio ad altro, a qualcosa di nuovo. Sono dell'idea che per raggiungere un obiettivo sia necessario rischiare. Se non ti lanci, hai già fallito».