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CANTONEIn Ticino 28 persone al giorno in pronto soccorso per un nonnulla: «Non possiamo mandarle via»

23.09.24 - 06:30
Intanto a Berna si discute la possibile introduzione di una tassa di 50 franchi per chi si reca in pronto soccorso senza reale necessità.
Davide Giordano tio/20min
In Ticino 28 persone al giorno in pronto soccorso per un nonnulla: «Non possiamo mandarle via»
Intanto a Berna si discute la possibile introduzione di una tassa di 50 franchi per chi si reca in pronto soccorso senza reale necessità.

LUGANO - Vanno in pronto soccorso per un mal di gola, un'eruzione cutanea o una piccola contusione. E in Ticino, stando alle cifre del 2023, sono in media 28 al giorno. È quanto rivelano i dati sulle visite annuali in pronto soccorso per grado di urgenza forniti a Tio/20Minuti dall’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC).

Già, perché lo scorso anno, su 92'186 visite complessive, 10'352 erano casi bagatella (categorizzati come non urgenti - grado 4).

«Queste sono situazioni in cui l'urgenza non c'è più, oppure non c'è mai stata, e che potrebbero tranquillamente essere trattate da un medico di famiglia», spiega Roberta Petrino, primaria del pronto soccorso dell’Ospedale Civico. «I periodi in cui vediamo maggiormente questa tipologia di paziente sono quelli delle vacanze perché, nel caso dei residenti, magari il medico generalista è assente. I turisti tendono inoltre a venire in pronto soccorso anche per delle piccolezze».

«Un mal di stomaco può nascondere altro» - Petrino sottolinea in ogni caso «che non possiamo mandare via i pazienti senza che vengano visitati. Questo perché non possiamo sapere a priori cosa c’è dietro un piccolo malessere: può succedere che un mal di stomaco nasconda qualcosa di grave». 

Capita, comunque, che pazienti con problematiche lievi «attendano un'ora, ma anche due o tre se c'è grande afflusso, e che finiscano per andarsene di loro spontanea volontà senza essere visitati». 

A Berna, intanto, si continua a lavorare su un progetto di legge che potrebbe cambiare le regole del gioco: quello della tassa di 50 franchi per chi va in pronto soccorso senza una reale necessità. Il mese scorso, in vista della procedura di consultazione che vedrà coinvolti anche i Cantoni, la Commissione della sicurezza sociale del Consiglio nazionale ha infatti messo a punto il rapporto esplicativo sul progetto. 

«I costi? Non facciamo esami inutili» - Per la dottoressa Petrino, ad ogni modo, «28 persone al giorno, ripartite su diverse strutture ospedaliere, non costituiscono un numero che sovraccarica il pronto soccorso». E, per quanto riguarda l’aumento dei costi sanitari, «il problema si pone soprattutto se si fa della diagnostica inutile, e cerchiamo di evitarlo. Ci sono dei pazienti che non hanno bisogno di fare nessun accertamento, che vanno solamente visitati, rassicurati e dimessi. Sottolineo che non facciamo esami solo perché vengono chiesti dal paziente: facciamo unicamente quello che serve». 

Il club degli ipocondriaci - Si cerca poi di sensibilizzare i pazienti rispetto al ricorso "facile" al pronto soccorso, assicura la primaria. «Alcuni vengono molto spesso da noi, magari perché sono un po' ipocondriaci. Cerchiamo di ascoltarli e di far capire loro che in alcuni casi non è necessaria alcuna visita, oppure che è sufficiente andare dal proprio medico di famiglia».

«Introdurre una tassa può essere pericoloso» - Ma cosa ne pensa il Cantone della tassa di 50 franchi in discussione in Parlamento? «Valuteremo la proposta anche dal profilo politico, ma è delicato intervenire con un disincentivo di natura finanziaria su una percezione di urgenza che è comunque soggettiva», ci dice Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica del Dss. 

«Disincentivare in questa forma il recarsi in pronto soccorso in caso di sintomi apparentemente leggeri può inoltre essere pericoloso, perché qualcuno sensibile in questo senso può mettersi in situazioni rischiose. Sintomi lievi possono infatti nascondere condizioni gravi».

Un'alternativa 7 giorni su 7 per le non urgenze - «Puntare sul medico di famiglia come primo punto di riferimento per i pazienti, d'altro canto, è sicuramente importante», evidenzia Bianchi. «Ci sono poi anche altre alternative che vanno promosse e valorizzate, come quella che prenderà il via a breve all’Ospedale italiano di Lugano, dove il pronto soccorso si trasformerà nell’Istituto di medicina di famiglia ticinese». Quest’ultimo, pensato per la presa a carico di casi non urgenti (che già oggi rappresentano la maggioranza dei pazienti che si presentano all'Ospedale italiano) sarà aperto, a differenza dei classici studi medici, sette giorni su sette, e accoglierà i pazienti senza appuntamento. «La migliore complementarietà con il pronto soccorso dell’Ospedale Civico dovrebbe anche ridurre i tempi di attesa per questi pazienti non gravi», conclude Bianchi.

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