Dilagano sovrappeso e obesità. «A livello di prevenzione non si fa abbastanza», sostiene lo specialista Michele Marengo.
LOCARNO - È una piaga sempre più diffusa. E che spesso genera sofferenza. In Svizzera il 31% della popolazione adulta è in sovrappeso od obesa e il 12% è affetta da obesità. «Dietro alle cifre si nascondono disagi e cattive abitudini», sostiene Michele Marengo responsabile del Centro di chirurgia bariatrica dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC).
Si parla di allarme obesità da anni. Perché non si riesce a invertire la rotta?
«Perché si sottovaluta quale è il giusto equilibrio di una vita sana. Ad esempio si ricorre a regimi dietetici che, se non contestualizzati, possono creare false speranze».
Ecco. Parliamo delle diete.
«La dieta non rappresenta un meccanismo che si può mantenere a vita. Anzi. La dieta come restrizione sfocerà sempre in un ritorno alle vecchie abitudini. È sulla normalità che occorre lavorare: più pasti al giorno e una distribuzione delle calorie equilibrata».
Tanti alla sera si ingozzano. È una delle principali cause di obesità.
«Perché spesso vengono a mancare pasti regolari nella giornata. Si arriva così a eccessi di appetito serali, e si mangia in maniera più veloce e sregolata. Assimiliamo così tantissime calorie che vanno ad alimentare il nostro sovrappeso».
Si mangia anche per frustrazione.
«L'abuso di cibo sovente è consolatorio. Può nascondere problematiche radicate che vanno indagate da un punto di vista psicologico o psichiatrico. A volte bisogna sbloccare determinati traumi mentali e a quel punto il peso cala in parallelo, senza la necessità di altri interventi».
Tanti giovanissimi si trovano confrontati col problema del sovrappeso o dell'obesità.
«Le abitudini del nucleo familiare sono decisive. È in famiglia che va appreso lo stile di vita. Poi ci si muove troppo poco. I ragazzi vanno stimolati al movimento. La sedentarietà da tablet o telefonini è un grosso problema. E viene sottovalutato dai genitori in primis».
Come va vissuto il rapporto con l'attività sportiva?
«Spesso per attività sportiva si intende "fare palestra" e ci si scoraggia. Non è per forza quella la soluzione. Un movimento costante, regolare, abitudinario produce endorfine, fa stare bene. Parlo anche di semplici camminate fatte con continuità temporale».
È una società sempre più stressante. Quanto influenza le abitudini alimentari?
«Tanto. Il cibo rapido è uno degli elementi che crea uno squilibrio. Ed è un'abitudine che se associata allo scarso movimento può dare inizio a un problema di obesità».
Socialmente si fa abbastanza a livello di prevenzione?
«Globalmente no. È tutto iper frenetico. Questa velocità ci fa perdere di vista anche i nostri obiettivi. A volte ci si trova con 30 chili in più e non si sa nemmeno come ci si è arrivati».
Arriva l'inverno. Una stagione in cui si ingrassa di più.
«Apprendere a mangiare in modo corretto è un passo cruciale. Poi il ritmo diventa facile da mantenere su tutto l'arco dell'anno. E questo non esclude un'abbuffata ogni tanto. L'attività fisica? Può essere fatta anche al freddo. Anche in questo caso è una questione di abitudine. Se ti abitui a fare movimento, sarà il tuo corpo a chiederti la continuità».