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CANTONEInfluenza: non ancora, ma è dietro l'angolo

24.09.24 - 06:30
Tra prevenzione e vaccini: il punto con il Dr. Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Moncucco.
Deposit/TiPress
Influenza: non ancora, ma è dietro l'angolo
Tra prevenzione e vaccini: il punto con il Dr. Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Moncucco.

LUGANO - Tosse, raffreddore e febbre, il brusco calo delle temperature degli scorsi giorni ha rilanciato i soliti tormenti invernali. E se è ancora presto per parlare di influenza vera e propria, ecco che si possono già stabilire alcune condizioni per poter affrontare, con le giuste armi, la prossima stagione ormai alle porte.

«Premessa importante, il virus dell'influenza cambia tutti gli anni», sottolinea il Dr. Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Moncucco. «Si può cercare di predire sulla base di ciò che capita nell’emisfero sud, sei mesi prima che arrivi anche da noi».

Come si costruisce un vaccino - Solo con questi dati si possono costruire i vaccini. «Si tratta però di previsioni. I virus cambiamo e mutano, l’abbiamo imparato con il Covid».

Negli ultimi anni questo passaggio ha raccolto ottimi risultati. Per quanto riguarda la prossima stagione però «non ci sono ancora dei grandi dati. L’impressione è che il vaccino dovrebbe risultare abbastanza efficace (sempre sulla base dei risultati raccolti nell’emisfero sud). Il virus però non è ancora presente in Europa».

Niente di certo fino a novembre quando «potremmo esprimerci con più sicurezza, soprattutto riguardo al grado di copertura dei vaccini». Il picco di influenza in Svizzera si registra normalmente poco prima e durante il Natale, «ma in Europa di solito il virus circola già prima. Questo ci permette di fare valutazioni più precise».

Ma cosa dicono le autorità a Bruxelles? «Secondo il centro europeo di prevenzione delle infezioni il vaccino sembrerebbe buono per vari ceppi influenzali».

La campagna vaccinale - Detto questo, «in generale conviene sempre vaccinarsi. Insomma, non si sbaglia mai». Le categorie a rischio sono sempre le stesse: «Over 65, le donne incinte, chi ha un sistema immunitario debole (come i pazienti che stanno curando un tumore, oppure chi prende farmaci per bloccare il sistema immunitario) e chi ha malattie croniche ad esempio cardiache, polmonari, renali. A queste fasce della popolazione è consigliato vaccinarsi. Ed è sostanzialmente la stessa popolazione a cui viene raccomandato di utilizzare il vaccino del Covid».

La campagna vaccinale in Svizzera inizia all'inizio di novembre. «Il vaccino ha un'efficacia di circa sei mesi. Se ci si vaccina troppo presto, si rischia di non coprire efficacemente il picco che inizia a Natale e si protrae spesso fino a Pasqua. A novembre il sistema immunitario ha un paio di settimane per creare gli anticorpi per rispondere all’ondata di casi che inizia a metà dicembre e si protrae fino ad aprile».

Le persone a rischio - Cosa fare per agire in anticipo? «Per preparare l’inferno e per aiutare i polmoni, consiglio di vaccinarsi anche contro lo pneumococco, un vaccino che si fa ogni cinque anni. Adesso ne è arrivato uno nuovo (Vaxneuvance®) rispetto a quello che si usava prima (il Prevenar®), perché contiene più ceppi ora in circolazione». Senza dimenticare il Covid. «I casi gravi colpiscono prevalentemente le persone sopra i 65 anni e chi ha un sistema immunitario debole, che invitiamo a vaccinarsi». 

Il rischio di sovrapposizione di più patogeni infatti rimane, come in ogni stagione. «In inverno non circola solo il virus dell’influenza. I raffreddamenti invernali sono causati da una lunga serie di virus. Chi ha delle malattie polmonari tende ad avere poi quello che noi chiamiamo delle esacerbazioni, delle bronchiti croniche o delle polmoniti». 

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