Premi di cassa malati ancora su. "Colpa" anche di un sistema che dà da mangiare a molti? Le riflessioni dell'economista Sergio Rossi.
BELLINZONA - Premi di cassa malati ancora su. Verso lo spazio infinito, col Ticino a subire una nuova mazzata tremenda (+10,5%). L'annuncio di ieri pomeriggio spalanca le porte alle solite, infinite polemiche.
Con la popolazione sempre più anziana, i medici che guadagnerebbero troppo, il sistema di fatturazione e la gestione degli ospedali tra le potenziali cause più gettonate. L'economista Sergio Rossi, però, ha un'altra visione delle cose.
Professore, dove si potrebbe davvero risparmiare?
«Sappiamo che molti soldi finiscono all'industria farmaceutica che investe in nuovi medicamenti. Se le imprese accettassero di avere profitti inferiori, o semplicemente di dilazionarli su più anni anziché averli al più presto, sicuramente i costi della salute calerebbero».
Statistiche alla mano anche le crescenti analisi mediche hanno un peso sull'esplosione dei premi di cassa malati. Perché queste analisi costano così tanto?
«I macchinari nelle cliniche sono sempre più sofisticati. A volte costano milioni di franchi. E chi dirige gli istituti sanitari si trova a dovere ammortizzare i costi nel più breve tempo possibile».
Le analisi, dal punto di vista "profano" dell'economista, sono davvero sempre necessarie?
«Non lo so. A volte si fa magari una tac anche quando non è proprio necessaria, in modo da riequilibrare i conti al più presto. Tutto è un po' collegato. Perché poi dietro a ogni prestazione ci sono le casse malati che devono assumersi almeno una parte di questi costi».
Tanti attori in campo. La sanità, in tutte le sue sfumature, è tra i principali datori di lavoro in Svizzera. Troppe persone interessate per potere esserci una volontà politica di cambiare davvero le cose?
«Domanda complicata. Tantissime persone lavorano effettivamente per la sanità. Ed è chiaro che la sanità genera un indotto economico che concerne direttamente tanti lavoratori. Poi bisogna distinguere cosa si intende per interessi. Perché un infermiere, considerando l'impegno richiesto dalla sua professione, non percepisce un salario alto. Diverso il discorso per chi lavora ai vertici o nelle case farmaceutiche».
In Svizzera si pretende di essere curati bene e subito. Inseguendo questa perfezione i premi sono destinati a crescere all'infinito?
«Sicuramente il comportamento degli assicurati gioca un ruolo importante. Se uno paga 700 franchi al mese di cassa malati si sente autorizzato ad andare dal medico ai primi sintomi di qualsiasi male. Pretende di essere curato anche quando potrebbe portare pazienza e aspettare qualche giorno, col problema di salute che magari svanirebbe».
È un po' un cane che si morde la coda?
«Più o meno. L'offerta crea la domanda. Pago tanto e quindi voglio essere curato, analizzato, preso in considerazione. È anche così che i premi crescono».