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Addio a Giorgio Battaglioni Una vita passata nell'amministrazione cantonale, l'avvocato si è spento domenica dopo lunga malattia. Aveva 68 anni.
BELLINZONA - Una vita passata nell'Amministrazione cantonale. Nei suoi 32 anni di carriera - prima come segretario di concetto dell'allora Dipartimento della Giustizia, poi quale Direttore della divisione della Giustizia del DI - è stato al servizio di ben cinque Consiglieri di Stato (Renzo Respini, Pietro Martinelli, Alex Pedrazzini, Luigi Pedrazzini e Norman Gobbi). E ora quelle stesse istituzioni piangono un loro grande rappresentante: Giorgio Battaglioni si è infatti spento domenica 13 ottobre dopo lunga malattia.
Tra i più grandi successi professionali dell'avvocato, nato a Bellinzona nel 1956, impossibile non citare il suo decisivo contributo nel portare il Tribunale penale federale proprio nella Capitale ticinese. «Considero un privilegio - raccontava lui stesso in un'intervista concessa alla rivista dell'Amministazione cantonale - aver potuto partecipare alla concretizzazione di questo importante progetto». Un progetto che l'avvocato ha vissuto dall'inizio alla fine.
Dapprima lavorando dietro le quinte per giungere alla decisione delle Camere federali nel giugno del 2002, poi presenziando nella direzione generale del progetto denominato Nuovi Tribunali federali e nella giuria e infine nell’ambito dei lavori di costruzione della nuova sede che è stata inaugurata il 25 ottobre 2013. «Credo che, al di là dell’opera - confidava Battaglioni - la volontà politica di decentramento delle autorità federali abbia contribuito a consolidare lo spirito di appartenenza alla Confederazione della Svizzera italiana».
Battaglioni era stato inoltre attivo pure a livello politico. Sotto i colori del PPD (oggi il Centro) era stato per quattro anni in Consiglio comunale e per otto in Municipio a Gorduno. Nel 2017 aveva corso (senza successo) per il primo Municipio della nuova Bellinzona post-aggregazione. Amante della natura e del nostro territorio, Battaglioni era pure presidente della Fondazione Alpe Arami che ha portato al recupero dell'omonimo alpe incastonato sui monti di Gorduno. Il progetto di valorizzazione era stato concluso nell'agosto del 2022.
