In piazza contro la compensazione del carovita e a difesa di settori quali quello sanitario e scolastico.
Il 16 ottobre si avvicina e in vista della manifestazione di piazza organizzata per rivendicare «la piena compensazione del carovita maturato» (circa l'1.1%), «la difesa della qualità» del servizio pubblico, della scuola e del settore socio-sanitario «sempre più colpiti dai tagli», i sindacati si sono ritrovati per fare il punto della situazione.
Chiaro l’intervento di Giangiorgio Gargantini (Unia Ticino e Moesa) che ha ribadito come i lavoratori del privato siano «vittime dei tagli evidenziati, in quanto utenti dei vari servizi toccati, e come beneficiari di alcune delle misure rimesse in questione dal preventivo presentato», dice, aggiungendo come «da parte nostra siamo a sostegno dello Stato e dei suoi dipendenti, siamo a fianco dei sindacati e delle associazioni, e a nome dei lavoratori del settore privato esprimiamo nuovamente la nostra solidarietà ai colleghi del settore pubblico». Parole che seguono la presentazione da parte delle «associazioni padronali del settore privato dell'iniziativa “Per limitare il numero dei dipendenti pubblici”».
A prendere la parola è poi stata Davina Fitas, responsabile del settore pubblico e docenti (OCST) che ha ribadito come si andrà a «manifestare con forza contro l’ennesimo esercizio contabile del Governo che per il secondo anno di fila pensa più ai numeri che alle persone. L’immagine che abbiamo usato, quella di “raschiare il fondo del barile”, non potrebbe essere più azzeccata. È proprio quello che si sta facendo: si raschia del denaro senza una vera e propria progettualità per il futuro», dice Fitas
E vengono citate alcune misure che prevedono ad esempio «il prelievo di una parte consistente dei fondi dell’EOC, delle Case per anziani, dei Servizi di assistenza e cura a domicilio, delle Strutture e dei Servizi per disabili», spiega, evidenziando come tagli siano previsti anche in settori quali quello della polizia e delle scuole.
Infine è intervenuta Giulia Petralli (VPOD). «Le misure contenute nel preventivo 2025 sembrano focalizzarsi quasi esclusivamente sul contenimento immediato delle spese, con l’obiettivo primario di tamponare l’attuale situazione finanziaria. Tuttavia, questa strategia risulta miope - spiega - I tagli imposti a settori cruciali come istruzione, sanità e i servizi pubblici rischiano di produrre costi sociali ed economici ben più gravosi nel lungo periodo».
Un ultimo commento si è poi focalizato sul fatto che «il Governo, sotto la pressione delle mobilitazioni di piazza dell’anno scorso, ha scelto di adottare un approccio più prudente per il 2025, proponendo tagli meno incisivi rispetto al passato. Tuttavia, è evidente che abbia lasciato al Parlamento la libertà di aggravare ulteriormente le misure, cercando così di delegare la responsabilità di decisioni impopolari agli altri organi politici», chiude.