L'esecutivo cantonale, in risposta a un'interrogazione dei verdi Liberali: «Solleva gravi preoccupazioni etiche e pratiche».
BELLINZONA - In otto pagine di risposta a un’interrogazione dei Verdi Liberali, l’esecutivo cantonale mette nero su bianco tutto lo scetticismo sulla questione Sarco, il controverso dispositivo per il suicidio assistito.
«Estremo scetticismo» - La notizia è stata riportata inizialmente dal Cdt. Il Consiglio di Stato, si legge poi nel documento, ha esaminato la questione «alla luce delle posizioni espresse da vari attori già negli scorsi mesi». La valutazione ha evidenziato come la capsula non rappresenti «un progresso significativo rispetto ai metodi esistenti, sollevando invece gravi preoccupazioni etiche e pratiche». Di conseguenza, il «Consiglio di Stato guarda con estremo scetticismo all'eventuale introduzione di Sarco».
Il caso del Canton Sciaffusa - È bene ricordare come a fine settembre, al momento del primo utilizzo del dispositivo, nel Canton Sciaffusa sia stato aperto un procedimento penale che ha portato all’arresto di alcune persone e al sequestro della capsula (al momento, la stessa associazione The Last Resort ha sospeso le richieste di utilizzo). «La recente presa di posizione del Consiglio federale - continua l’esecutivo cantonale - per quanto sintetica, fornisce ulteriori argomentazioni legali che ostano alla messa in esercizio della capsula Sarco».
«Impediremmo l'introduzione» - Le competenze per «l’applicazione delle basi legali evocate non risultano pienamente chiarite. A ogni modo, alla luce delle considerazioni e delle valutazioni emerse, il Consiglio di Stato si adopererebbe per impedire l'introduzione di Sarco nel nostro Cantone», qualora questa eventualità dovesse divenire concreta e la questione non fosse risolta sul piano federale («considerato che l'impiego di questo dispositivo appare non necessario e potenzialmente problematico»).
«La regolamentazione è complessa e inappropriata» - E ancora: «Data la natura controversa di Sarco, il Consiglio di Stato ritiene che una regolamentazione specifica per questo dispositivo sarebbe non solo complessa, ma anche inappropriata. Le procedure attuali per il suicidio assistito, che coinvolgono una rigorosa valutazione medica e psicologica, sono già sufficientemente strutturate per escludere la necessità di un dispositivo come Sarco, il cui utilizzo sembra più incline a creare complicazioni che benefici».