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LUGANO«La violenza compiuta da un religioso ti frantuma anche nello spirito»

10.10.24 - 16:00
Abusi e chiesa: è nato GAVA, il primo gruppo di aiuto per le vittime in Ticino.
Tio/20 Min
«La violenza compiuta da un religioso ti frantuma anche nello spirito»
Abusi e chiesa: è nato GAVA, il primo gruppo di aiuto per le vittime in Ticino.

LUGANO - Una nuova realtà, neutrale e indipendente, dove professionisti e vittime si mettono a disposizione per dare un aiuto ad altre vittime. Si è costituito in Ticino il primo Gruppo di ascolto per le vittime di abusi in ambito religioso (GAVA).

Le "sorelle" romande e della Svizzera interna - Realtà simili esistono già sia in Romandia (SAPEC) sia nella Svizzera tedesca (IG-MikU): mancava, però, fino a oggi “un’antenna” ticinese. «Si tratta - ha precisato Simonetta Caratti, giornalista e componente del comitato - di un tassello, che si aggiunge a una rete di sostegno che già esiste in Ticino e che funziona bene».

Cosa fa l'associazione - Myriam Caranzano, già direttrice ASPI e presidente di GAVA, ha delineato i contorni d’azione dell'associazione: «Ci rivolgiamo a chi ha subito abusi in ambito religioso. Abbiamo un sito internet, un indirizzo email e una linea telefonica a cui, per ora, rispondono tre persone qualificate». GAVA è un’associazione: «Chiunque quindi può diventare membro. Vi ringraziamo per l'aiuto che ci darete a diffondere questo messaggio: è importante parlarne».

L'abuso che ti «frantuma lo spirito» - Raffaella Raschetti, membro dell’associazione, quando aveva 10 anni è stata vittima del parroco del paese (poi condannato). Ha sottolineato come l’abuso compiuto da un religioso sia in grado di «frantumare anche lo spirito, il tuo "credo"». Quando, un anno fa, è uscito lo studio, la donna si è chiesta cosa potesse fare, «se valesse la pena girare il coltello nella piaga. Da credente aspettavo un segno, che poi è arrivato». La speranza, ha aggiunto Raschetti, è che ogni vittima si apra «per condividere con persone di cuore e buona volontà il proprio vissuto».

«Insieme siamo più forti» - La presidente di IG-MiKU Vreni Peterer, nel suo intervento tradotto dalla segretaria di GAVA Patrizia Cattaneo Beretta, ha messo in luce come, per tante persone, sia importantissimo parlarne: «Per molti è la prima volta. Hanno magari taciuto per decenni e ora sono usciti dal silenzio. Insieme siamo più forti: l’obiettivo comune è fare luce e impedire gli abusi».

L'importanza delle «realtà indipendenti» - Presente, in sala, anche l’amministratore apostolico Alain de Raemy, che ha sottolineato il lavoro fatto dalla diocesi con il servizio di aiuto alle vittime di reati (LAV), «un posto dove poter parlare, denunciare e chiedere alla chiesa cattolica un risarcimento». Il vescovo di Lugano ha anche messo in luce l’importanza di realtà indipendenti come GAVA. La vicepresidente della chiesa evangelica in Ticino ha posto l'accento sul problema dell’abuso spirituale, «che spesso precede quello fisico».

Lo studio - Più di un anno fa, il 12 settembre 2023, veniva pubblicato uno studio dell'Università di Zurigo sugli abusi sessuali in ambito religioso in Svizzera. L'onda d'urto non ha risparmiato neppure il Ticino e la Diocesi di Lugano. Il rapporto, commissionato dalla stessa Conferenza dei vescovi svizzeri, dall’Unione dei superiori maggiori degli ordini religiosi (KOVOS) e dalla Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ), aveva registrato 1'002 casi di abusi sessuali.

Una quindicina le segnalazioni in Ticino - Dopo la pubblicazione del documento (e l'invito a farsi avanti e a segnalare i casi), la Diocesi di Lugano a Tio/20 Minuti aveva precisato come avessero ricevuto «una quindicina di segnalazioni. Non sappiamo, tuttavia, quante ne siano giunte al Servizio per l'aiuto alle vittime di reati (Servizio LAV) del Cantone». Inoltre, il rapporto puntava il dito anche verso la Diocesi di Lugano, rea di aver distrutto dei documenti sensibili tra la metà e la fine degli anni Novanta.

Il caso più recente - Di recente, la procuratrice Valentina Tuoni ha chiesto la proroga della carcerazione preventiva per il sacerdote della Diocesi di Lugano arrestato il 7 agosto scorso e accusato di abusi. I capi d'accusa sono coazione sessuale, pornografia e atti sessuali con fanciulli, persone incapaci di discernimento o inette a resistere. Prima del suo arresto, il 55enne sacerdote era responsabile dell’ufficio istruzione religiosa scolastica, oltre che docente, assistente spirituale della Pastorale giovanile diocesana e cappellano del Collegio Papio di Ascona.

I contatti
L'associazione GAVA ha un sito internet www.ascoltogava.ch. La mail è info@ascoltogava.ch. Il numero di telefono è 091.210.2202.
Il Gruppo di ascolto per vittime di abusi in ambito religioso (GAVA) è un’associazione indipendente che offre sostegno a chi ha vissuto esperienze di abuso in contesti religiosi. «Il nostro obiettivo è garantire un approdo sicuro e accogliente dove ogni voce può essere ascoltata con attenzione e rispetto. Ci impegniamo a fornire un supporto discreto e a rappresentare gli interessi delle vittime, senza condizionamenti esterni. Siamo a disposizione per offrire ascolto e assistenza, mantenendo la massima riservatezza e sensibilità. La nostra associazione si distingue per la sua autonomia, garantendo un aiuto privo di vincoli o influenze, per mettere al centro le esigenze e i diritti delle persone che assistiamo. Collaboriamo con enti e organizzazioni impegnati nella prevenzione, sempre con l'obiettivo di dare voce e dignità a chi ha subito ingiustizie».

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