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CANTONEMorcote-Cancún, un team di oculisti in Messico per “ridare” la vista

21.10.24 - 06:30
«Indelebile il ricordo della bimba di 3 mesi che ha lentamente cominciato a vedere».
Swiss Foundation Against Blindness in Mexico
Morcote-Cancún, un team di oculisti in Messico per “ridare” la vista
«Indelebile il ricordo della bimba di 3 mesi che ha lentamente cominciato a vedere».

MORCOTE - Il telefono squilla alle 14 precise, le sette del mattino in Messico. Dall’altra parte della linea risponde subito Theo Signer, medico oftalmologo di Morcote, che ci racconta come «tra poco il team entrerà in sala operatoria dove si resterà fino a sera. Questo era il solo momento libero».  Una routine che ogni giorno, per tutta la durata della missione, ha impegnato i medici volontari. Medici che proprio in queste ore stanno rientrando a casa.

Tra loro il dottor Signer (specialista FMH oftalmologia, primario e direttore medico del Centro Avanti, CMO e primario del Gruppo Vista), uno dei 4 oftalmologi all'opera.

Una storia di volontariato e impegno - quella che si sta chiudendo proprio in queste ore - che non può lasciare indifferenti, perché qui ogni aspetto spinge alla riflessione. «Si è lavorato in una zona periferica di Cancun - ci ha raccontato - dove sorgono vere e proprie favelas abitate da persone con svariati problemi. Ciò che colpisce è che a poca distanza da qui sorge invece la parte scintillante e super turistica di Cancun. Un contrasto molto forte».

La missione ha avuto come obiettivo quello di intervenire su adulti e bambini per problematiche legate alla vista. «Si fanno ogni anno tantissimi interventi di cataratta. Patologia molto diffusa in queste aree sia per fattori legati alla forte illuminazione, sia alla nutrizione scarsa», prosegue il racconto. «Per noi si tratta di interventi semplici ma in Messico, per mancanza di risorse, sarebbe per i più impossibile sottoporsi all’operazione».

E in sala operatoria sono passati «moltissimi adulti e bimbi dai 3 mesi e fino ai 7 anni, in prevalenza - le sue parole - Oltre a interventi di cataratta, spesso molti disturbi sono anche legati a infezioni intrauterine e ad altre patologie pregresse. E se ovviamente intervenendo ci accorgiamo di altro, tipo problemi alla retina, li sistemiamo».

In questa parte del Messico il sistema sanitario pubblico mette a disposizione un budget limitato e quando «si esauriscono i fondi non si opera più», racconta Theo.

Tante le persone e i casi affrontati dal team. «Ricordo benissimo il caso di una bimba di 3 mesi, operata l’anno passato. È stato fantastico osservarla mentre, lentamente, ha cominciato a vedere in maniera nitida tutto quanto la circondava. All’inizio comunicavamo con lei tramite il tatto e poi l’emozione di osservarla mentre si affacciava al mondo è stata stupendo», racconta, lodando anche il rapporto che si è instaurato con le autorità locali e i medici messicani «rapporto di completa fiducia e di rispetto reciproco. Un aspetto per noi fondamentale».

Un ultimo racconto inquadra bene la situazione di precarietà in cui si è operato. «C'è stato un giorno in cui un uragano ha lambito la nostra zona e la nostra struttura, rallentandoci. Ci siamo dovuti letteralmente barricare. Era vietato perfino uscire di casa. Passato l’uragano abbiamo subito ripreso con le operazioni. È decisivo poter sfruttare tutto il tempo di cui disponiamo», ci ha infine detto Theo.

Appuntamento - Intanto il 21 novembre al Docks di Lugano sarà possibile conoscere «di persona il nostro progetto e contribuire anche grazie alla quota partecipativa che potrà essere donata attraverso il sito (https://mexikoprojekt.ch/)», dice Signer.

L'associazione
Swiss Foundation Against Blindness in Mexico, è l’associazione composta da un team di oftalmologi svizzeri che da 24 anni mette a disposizione il proprio tempo e la propria professionalità per operare pazienti che hanno bisogno di interventi agli occhi, da quelli più semplici a quelli per combattere la cecità.

Il team
Alex Heuberger di Olten, Theo Signer di Morcote, Johannes Schwarz di Zurigo, Gian Marco Sarra di Burgdorf. Al loro fianco Andrea Born, Norma Aragon e Monica Tinoco come coordinatrice e quattro infermieri di sala OP e controlli postOP (Elena Mencheva, Samia Abdelmalik, Claudia Michel e Markus Schmieder). In Quintana Roo volerà anche Grant Benson (di Morcote) in qualità di responsabile produzione audio-video.

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