Uno studio di due ricercatori mostra come l'IA faccia ormai parte integrante della nostra quotidianità. Lo usa il 90% dei ticinesi.
BELLINZONA/LUCERNA - Siri, Alexa, ChatGPT. Parole certamente familiari, ma che ancora possono spaventare molti ticinesi. Nonostante, secondo un recente studio, l'intelligenza artificiale (IA) sia sempre più parte integrante della nostra quotidianità. L'indagine realizzata da Sophie Hundertmark, ricercatrice associata all'Università di Lucerna, in collaborazione con Massimiliano Decarli, dottorando sulle applicazioni di IA e blockchain nell'economia svizzera, ha evidenziato come quasi il 90% dei 116 ticinesi intervistati utilizzi i servizi di IA. Di questi il 42,6% lo fa quotidianamente, mentre il 44,7% solo raramente. In particolare, pare che i ticinesi usino chatbot, come ChatGPT, per creare soprattutto testi, fare traduzioni o - ancora - generare immagini. E malgrado le incertezze, per il 75,6% delle persone, l'IA migliora l'efficienza nella vita di tutti i giorni, sia sul lavoro sia a casa.
I timori, ad ogni modo, rimangono. «Quel che più preoccupa maggiormente - spiega Sophie Hundertmark a tio/20 Minuti - è il rispetto della privacy. Comunicando i nostri dati personali a ChatGPT si rischia di non essere tutelati poiché, assimilandoli, l'IA potrà utilizzarli a proprio piacimento», prosegue la ricercatrice. L’altra questione riguarda l’attendibilità delle informazioni trasmesse: «L'IA fa ancora troppi errori. È dunque imprescindibile l'uso del pensiero critico umano: bisogna essere in grado di capire quando è il caso di usarla e quando, invece, sarebbe meglio di no».
Promuovere l'educazione digitale - Ecco perché, secondo lo studio, è utile promuovere e investire nell’educazione digitale all’interno del cantone. Solo così cittadini possono imparare a utilizzarla nel modo corretto. «La politica deve attivarsi e promuovere l'educazione all'Intelligenza artificiale affinché cresca una generazione in grado di saperla sfruttare correttamente e in maniera sicura», dice Hundertmark.
L'IA prenderà il nostro posto? - E per quanto riguarda il rischio che IA sostituisca completamente le risorse umane, l'esperta lo mette in dubbio. «Non credo possa farlo, per lo meno non del tutto. Cambierà piuttosto il modo in cui lavoreremo: alcuni compiti saranno automatizzati, ma per altri avremo ancora bisogno delle competenze umane e del nostro pensiero critico». Non nega però che mansioni più ripetitive potrebbero essere mano a mano sostituite.
La usiamo quotidianamente - Dell’intelligenza artificiale, comunque, non si deve avere paura: «Ormai è più o meno ovunque. Una banale ricerca su Google e persino l'ottimizzazione del tempo di ricarica del proprio smartphone, sono gestiti dall'IA. Si trova poi nel settore sanitario, nelle industrie, nel manifatturiero. Viene utilizzato nei chatbot o nei voicebot per il servizio clienti: il suo campo di applicazione è davvero vasto».