In vista della stretta sulla franchigia Iva, Berna vorrebbe che si facesse tutto via smartphone ma per chi dichiara l'obolo lievita non poco
LUGANO - Dichiarare in dogana qualsiasi spesa che superi i 150 franchi (a persona), è questa la novità di cui si è parlato tantissimo nell'ultimo annetto e che - stando al Consiglio Federale - dovrebbe diventare realtà a partire dal prossimo 1 gennaio.
La misura voluta dal Dipartimento Federale delle Finanze (DFF) vuole, in maniera dichiarata, fungere da disincentivo al turismo degli acquisti aggiungendo - oltre a un balzello che può anche non essere indifferente (vedi più sotto) - anche la complicazione della dichiarazione alle autorità doganali. Senza dimenticare l'eventualità di ricevere una multa, in caso questa non venga fatta.
In questo scenario pieno di tasti dolenti (soprattutto per i ticinesi) ce n'è uno che forse punge più degli altri. Stiamo parlando dell'app di sdoganamento QuickZoll, indicata fin dall'inizio delle discussioni sulla “stretta” un po' come la grande soluzione per evitare l'assalto - che alcuni prevedono, e paventano - agli uffici di frontiera.
Il grosso problema legato a QuickZoll non è tanto la sua facilità d'uso, si tratta di un applicativo abbastanza semplice e diretto, basta indicare l'ammontare della spesa e la finestra temporale in cui l'acquisto è stato effettuato (in un intervallo indicativo di 2 ore), ma piuttosto il fatto che impone all'utente un'aliquota IVA non ridotta (che non sarebbe quella da applicare nel caso di una spesa al supermercato) dell'8,1%.
Se invece si dichiara la merce in maniera "analogica" l'aliquota è invece quella ridotta del 2,6%. Si tratta di una differenza particolarmente marcata e che ha fatto sollevare ben più di un sopracciglio. Anche perché, come confermato nella nota di ieri del Consiglio Federale, l'introduzione nell'app dell'aliquota ridotta richiederà tempo (si prevede che possa essere applicata a partire almeno dal 2026).
Tornando alla nostra spesa, e portando un esempio "in soldoni", un paniere dal valore di 200 franchi dichiarato via QuickZoll ci costerà poco più di 16 franchi, più del triplo dei 5,20 che ci spetterebbero se dichiarassimo di persona, o via modulo, in dogana.
Come si giustifica questa cosa, non si tratta di un controsenso? Lo abbiamo chiesto all'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc).
«L’utilizzo di QuickZoll comporta l’accettazione della condizione che l’aliquota IVA dell’8,1% verrà applicata anche alle merci in realtà soggette all’aliquota ridotta del 2,6% (in particolare derrate alimentari, alimenti per animali, medicamenti e libri). Questa standardizzazione semplifica e velocizza notevolmente la procedura d’imposizione», ci conferma la portavoce Nadia Passalacqua, «se si desidera l’applicazione dell’aliquota ridotta, le merci devono essere dichiarate verbalmente presso un valico di confine occupato dal personale dell’Udsc».
Visto che da gennaio le cose cambieranno, e visto che se ne parla ormai da un anno, perché non introdurla sin da subito in QuickZoll?
«I beni più richiesti dai turisti dello shopping, come alimenti, bevande analcoliche, fiori, preparati per animali domestici, medicinali e libri, sono tassati con l'aliquota IVA ridotta. Tuttavia, tali merci sono solitamente importate entro il limite dell'esenzione fiscale e quindi raramente devono essere dichiarate per lo sdoganamento. È già previsto un ulteriore sviluppo di QuickZoll con un'aliquota fiscale ridotta, la nuova versione sarà introdotta probabilmente a partire dal 2026. Queste tempistiche sono necessarie perché l'implementazione deve essere coordinata con i numerosi progetti informatici nell'ambito di DaziT (il sistema di revisione e semplificazione attualmente in corso presso l'Udsc».
In questi 12 mesi, di fatto, l'app genererà entrate “maggiorate”. Sono già state quantificate? Dove andranno?
«L'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) non tiene una statistica separata sul numero di sdoganamenti nel traffico turistico o sulle entrate nel traffico turistico. Tuttavia, il numero di sdoganamenti e le entrate sono registrati tramite l'app QuickZoll (nel 2023, 68'675 sdoganamenti e 6'528'393 franchi di entrate). Non è comunque possibile fare previsioni, poiché non è possibile prevedere se e in che misura i viaggiatori modificheranno il loro comportamento d'acquisto. Qualsiasi entrata aggiuntiva generata di conseguenza, come l'IVA in generale, sarà versata nelle casse federali».
Per quanto riguarda il quadro giuridico, questa imposizione è legale?
«Poiché i cittadini hanno la libertà di scegliere se effettuare la procedura di sdoganamento all’aliquota normale tramite l’app QuickZoll oppure alle diverse aliquote IVA allo sportello o per iscritto (utilizzando la cassetta delle dichiarazioni), dal punto di vista legale non vi è alcuna discriminazione e l’attuazione risulta compatibile con gli impegni della Svizzera nel quadro dell’OMC nonché dell’accordo di libero scambio tra la Svizzera e l’Unione europea».
Cosa rischia chi viene fermato in dogana con una spesa non dichiarata?
«L'importo della multa è commisurato ai tributi elusi e dipende da vari fattori, e varierà di caso in caso».
«Doveva essere una soluzione, è già un primo inciampo»
Non si tira indietro l'Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI) riguardo alle incongruenze dell'app QuickZoll: «Per quanto concerne l’impossibilità di dichiarare l’aliquota ridotta con l’app, è già un primo esempio delle complicazioni create da questo dimezzamento della franchigia. L’app era stata presentata come una soluzione comoda e perfetta, ma nella realtà c’è già un primo inciampo. Ci preme tuttavia sottolineare per chiarezza che si parla unicamente dei prodotti ai quali è applicabile l’aliquota ridotta: per tutto il resto, vale l’aliquota dell’8,1%, indipendentemente dal fatto che si dichiari con l’app o meno», conferma a tio.ch ACSI che ribadisce: «Come Associazione siamo contrariati dalla discrepanza che c’è fra l’entrata in vigore della nuova franchigia, prevista per il 1° gennaio 2025, e la possibilità di applicare anche l’aliquota ridotta tramite l’app, per la quale si parla (forse) del 2026».