L'azienda: «Informazioni inesatte. Adottati tutti i provvedimenti necessari, ma i dipendenti non hanno più ripreso l'attività».
BIOGGIO - Il giorno dopo la (pesante) accusa di aver licenziato venti dipendenti che avevano denunciato un superiore per mobbing e violenza psicologica, arriva la replica da parte della Guess. Con l'azienda che - tramite i suoi legali - denuncia le informazioni «incomplete» e «inesatte» pubblicate dalla stampa «senza alcuna preventiva verifica dei fatti con l’azienda stessa».
La vicenda, ricordiamo, era esplosa nella mattinata di giovedì e il detonatore era stato un articolo della Regione, poi ripreso da tutti i media ticinesi. Il quotidiano aveva infatti svelato il licenziamento di una ventina di dipendenti dopo che questi avevano segnalato al presidente del marchio statunitense, alle risorse umane dell’azienda, al sindacato e al laboratorio di psicopatologia cantonale «un ambiente di lavoro insostenibile e inaccettabile» provocato dal vice-presidente della sede di Bioggio.
Ma secondo i legali di Guess le cose non sarebbero andate proprio così. «Nel corso del 2024 - precisano - l’azienda, a seguito di segnalazioni ricevute da parte di alcuni dipendenti riguardanti asserite difficoltà legate alla condotta di un superiore, aveva immediatamente proceduto all’attenta verifica di quanto riferito».
Guess precisa poi di aver comunicato ai dipendenti di aver l'intenzione «di adottare tutti i provvedimenti necessari» nei confronti del vice-presidente. E questo già a metà giugno. «Ma nonostante l'effettiva assunzione di questi provvedimenti e l’allontanamento definitivo del superiore - precisano i legali - i dipendenti in questione non hanno più ripreso l’attività lavorativa».
Un'assenza, la loro, che non ha lasciato scelta a Guess. «Alla luce di questo ci siamo trovati nella condizione di dover riorganizzare il dipartimento a cui i dipendenti in questione appartenevano, ponendo nel contempo regolarmente fine – tramite disdetta ordinaria - ai loro rapporti di lavoro».
Stando a quanto comunicato dall'azienda, risulterebbero quindi «false» le accuse alla direzione - rivolte anche dai sindacati - la quale «avrebbe preferito non agire contro un alto dirigente», scaricando la colpa contro i collaboratori.
«A fronte della diffusione di tali incomplete, non verificate e inesatte notizie - conclude l'azienda - stiamo valutando ogni azione a tutela dei i propri diritti, della propria immagine e onorabilità in tutte le sedi competenti».