Genitori separati o mamme con lavori precari, situazioni che spingono le persone oltre la soglia di povertà.
Un lavoro c'è, uno stipendio a fine mese arriva regolarmente e spesso è anche assolutamente dignitoso. Ma, osservando la voce "uscite", ecco che ben prima del nuovo assegno mensile inizia a lampeggiare il rosso. Spese di ogni tipo, da quelle sanitarie a quelle per fronte al costo della vita, riducono in povertà anche chi un’occupazione ce l'ha e mese dopo mese, la voragine si allarga.
Pochi giorni fa è così risuonato l’allarme lanciato da Soccorso d’Inverno Ticino che ha spiegato come nel 2023/24 siano stati gestiti in Ticino 891 casi e come sia stato fornito sostegno diretto a 1.473 persone, di cui 549 erano bambini. In media, l'importo erogato è stato di 1.499 franchi per richiesta, per un importo complessivo di oltre 930.000 franchi. E, a destare particolare preoccupazione il dato crescente dei “working poor", ovvero di chi non riesce, con lo stipendio a disposizione, a tirare avanti.
Numeri che trasformati in storie reali presentano, senza sconti, la crudezza dei casi di quanti lottano quotidianamente per far quadrare i conti e che spesso, per necessità, si rivolgono all’associazione.
E così fa riflettere il caso di Marco (nome inventato) papà divorziato di 4 figli che lavora a tempo pieno e, pur guadagnando 4'500 franchi al mese, è in difficoltà. «Pago 1.700 franchi di alimenti e 1500 franchi di affitto e per andare al lavoro uso per necessità l’auto», ha raccontato.
E pur cercandolo, non riesce a trovare un appartamento a minor prezzo «perché ospitando tutti i fine settimana i miei figli, ho bisogno dello spazio». Ecco allora che, calcolatrice alla mano, il 31 del mese il segno meno lampeggia nel conto in banca e, con i vari rincari degli ultimi mesi «dopo avere pagato tutte le spese (affitto, assicurazioni, benzina, alimenti, vitto per me e i figli), non rimane nulla per pagare spese mediche e odontoiatriche, giusto per fare un esempio».
Oppure c’è Maria, mamma di una bimba di 7 anni, con un contratto a ore come cameriera. «Ha chiesto aiuto al Soccorso d’inverno per una fattura di conguaglio - ci dicono - Prima del Covid aveva un contratto stabile, ma da dopo la pandemia ha ricevuto solo un impiego a ore, con l’incognita dell’alta e bassa stagione. Ha provato di tutto, anche a fare le pulizie. E così durante la bassa stagione ho bisogno».
Colpisce poi la storia di Michele, divorziato con una figlia di 18 anni, apprendista, che vive con la mamma. «Le pago l'abbonamento del telefono nonostante il mio stipendio sia normale e abbia fissi costi tra cui, quelli per l’auto che è fondamentale per il mio lavoro». Purtroppo dopo alcuni mesi l'uomo si è trovato in difficoltà nel pagare alcune fatture e «così sono rimasto indietro con il pagamento delle imposte, per le quali ho stipulato un accordo di pagamento. Oltre alla necessità di dover sostenere alcune riparazioni costose per la macchina». Una tempesta perfetta che ha così catapultato l’uomo in una situazione finanziaria incontrollabile.
Solo grazie all’aiuto chiesto «sono riuscito a estinguere alcuni dei debiti contratti come quello con la cassa malati», si chiude il racconto.