Si tratta della Variante della Tremezzina, sul lago di Como, ingolfata tra ritardi e inchieste della Procura
TREMEZZO - Tutte le strade portano in Svizzera. Ma, lo sanno bene i frontalieri, le principali vie di accesso dall’Italia al Ticino non sempre si sono contraddistinte per la loro facilità di utilizzo, anzi. Prima gli esodi biblici lungo l’autostrada italiana A9 (durati ben più di un anno), che, per gli interventi nelle gallerie a ridosso del valico di Brogeda, hanno congelato in code estenuanti, fino a pochi mesi fa, migliaia di lavoratori.
E ora l’ombra, anzi la quasi totale oscurità, che si è stesa sul futuro di un’altra grande opera utile per chi dalla sponda occidentale del lago di Como – e sono tanti - muove alla volta della Svizzera usando i diversi valichi presenti lungo il Lario. Stiamo parlando della Variante della Tremezzina, la maxi opera il cui cantiere è ostaggio di ritardi, polemiche e molto di più. Ormai da mesi infatti i sindaci del lago chiedono rassicurazioni concrete sul futuro dell’opera che da mesi procede a rilento e in alcuni tratti si è addirittura fermata. C’è chi da una parte afferma che i lavori non si siano mai arrestati (sono infatti in essere interventi secondari), ma dall’altro è però confermato che gli scavi delle gallerie – cioè le opere più importanti dell’infrastruttura dal costo di 400 milioni di euro – sono bloccati.
Tornando all’impatto sul territorio va detto come certi paesi sul lago, ogni mattina praticamente si svuotano per l’elevatissimo numero di residenti che prendono la via della Svizzera per andare a lavoro.
E se il cantiere procede con il freno a mano tirato non ha certo aiutato a rasserenare gli animi la notizia di un’inchiesta della Procura di Milano – siamo a inizio ottobre - che avrebbe portato all’iscrizione nel registro degli indagati, tra gli altri, anche di due funzionari di Anas (la società che si occupa di infrastrutture stradali). E tra le carte sul tavolo degli inquirenti numerosi appalti su strade della Lombardia, compresa, sembrerebbe anche la Variante dellaTremezzina. Notizie duramente contestate nei giorni passati dal Consorzio Stabile Sis di Torino, che si è aggiudicato la realizzazione della Variante della Tremezzina e che è andata al contrattacco rigettando con fermezza ogni accusa.
Una situazione dunque che pesa. Pesa sulla possibilità di migliaia di lavoratori di avere a disposizione un’infrastruttura capace di agevolare gli spostamenti verso la Svizzera ma che ovviamente sarebbe molto utile anche in visione opposta ovvero come strada alternativa per chi dal Ticino dirige verso l’Italia specie nei mesi estivi e nei periodi di vacanza.
A incidere sulla ripresa a pieno ritmo dei lavori sono l’aumento dei costi di cantiere e le difficoltà legate allo smaltimento dei residui di scavo, inquinati da idrocarburi e arsenico.
«Difficile se non impossibile pensare alla conclusione dell'opera nell'aprile 2028 come preventivato all'inizio - dice il presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca, ente che segue l'opera e ha appaltato i lavori - A breve un tavolo dell'Anas e dei sindaci interessati dovrebbe dare lumi su tempi e modalità. Oltre ai frontalieri che la usano per spostarsi verso la Svizzera, vedo in particolare un rischio per la stagione estiva con l'abituale arrivo di tantissimi turisti che la usano spesso per muoversi lungo il lago, compresi molti svizzeri. Obiettivo è ripartire a pieno ritmo da gennaio».
L'opera
Il progetto della variante prevede la realizzazione di un tracciato che si estende per quasi 10 chilometri. Interesserà le località di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo e Griante. I principali lavori della nuova opera sono 4 gallerie naturali a canna unica, per uno sviluppo complessivo di circa 8,3 km, 3 viadotti e 2 svincoli (Colonno a sud e Griante a nord). Il progetto prevede la realizzazione di una carreggiata con una corsia per senso di marcia per una larghezza complessiva della piattaforma stradale di 9,50 metri.