Prevenzione e sensibilizzazione: la Polizia della Città di Mendrisio riaccende i riflettori su una pratica tanto comune quanto pericolosa.
MENDRISIO - Andare a funghi non è per tutti. O meglio: senza le precauzioni necessarie e l’equipaggiamento giusto scorrazzare per i boschi può rivelarsi pericoloso.
Lo sa bene la Polizia della città di Mendrisio che, assieme alla Società Micologica Carlo Benzoni di Chiasso e VAPKO Svizzera Italiana, ha lanciato la campagna “+Sicuri a cercare funghi”.
Per l’occasione sabato 26 ottobre, verrà allestito uno stand a Meride, davanti all’Oratorio di Isacco, sulla strada che conduce al Serpiano, nel quale escursionisti e appassionati potranno approfittare dei consigli e le raccomandazioni degli esperti.
Prevenzione e sensibilizzazione - Patrick Roth, comandante della Polizia della Città di Mendrisio, ci ha confermato che un’attività di prevenzione è necessaria per evitare infortuni che «purtroppo avvengono ancora troppo spesso». Cadute, persone disperse, ma non solo. «Sono frequenti anche le intossicazioni alimentari. Portare a casa una specie velenosa è più facile di quanto si pensi».
L’incontro in programma sabato non si limita però alla sola prevenzione. «Cerchiamo di sensibilizzare anche al rispetto della natura. La gente infatti non sempre conosce i quantitativi massimi indicati dalla legge. L'obiettivo principale della campagna è quello di controllare se ci dovessero essere dei trasgressori con un bottino di funghi esagerato».
In questo caso sono previste delle «contravvenzioni e il sequestro del quantitativo eccedente rispetto ai tre chili per persona che possono essere raccolti al giorno».
I rischi e i pericoli - Ogni anno si registrano incidenti nei boschi. I fungiatt insomma non sono immuni, anzi. «La problematica più grave a livello della sicurezza è quella di perdersi e di cadere. Non bisogna sottovalutare i rischi di subire un incidente serio a seguito del quale magari non si riesce più a muoversi o addirittura si perde conscienza».
Un buon cercatore di funghi deve essere, quindi, anche un buon escursionista. «Invitiamo ad avere un equipaggiamento adeguato per la montagna. Un aspetto importante inoltre è di comunicare a un conoscente il tragitto, il percorso, che si intende svolgere. In caso di incidente si possono orientare le ricerche in maniera più mirata». Non è prassi per un cercatori di funghi svelare i propri luoghi preferiti, ma potrebbe rivelarsi determinante in caso di incidente.
Mai sottovalutare il bosco - Ma perché spesso non ci si rende conto dei rischi? «Andare in montagna richiede in tutti i casi delle conoscenze specifiche, a maggior ragione l'attività della ricerca dei funghi che si svolge sempre al di fuori dei sentieri dove è più facile perdersi. È più facile incappare magari in zone estremamente scivolose o scoscese. E questo sicuramente provoca un rischio accresciuto perché il terreno è molto più accidentato».
Il presidente della Vapko svizzera italiana (l'Associazione degli organi ufficiali di controllo dei funghi), Francesco Panzini, è dello stesso avviso. «È necessario un abbigliamento adatto, degli scarponcini conformi al luogo dove ci si trova, un cestello, un coltellino e un bastone, ma è fondamentale anche consultare le previsioni meteorologiche».
La prudenza prima di tutto - Panzini coglie l’occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa: «Ultimamente troviamo tanti funghi distrutti inutilmente. Le persone distruggono i funghi velenosi pensando di fare del bene, ma sarebbe sufficiente non raccoglierli. Perché fare del male al bosco? Fanno parte della natura». La raccolta di funghi deve avvenire nel rispetto del loro spazio vitale e dell’ambiente naturale.
Parola d’ordine: non mettere in pericolo la propria vita. «Capisco che si possa scorgere un fungo in una zona impervia. Non bisogna lasciarsi ingolosire, ma valutare i possibili rischi in maniera lucida. Non vale la pena rischiare di farsi male solo per raccogliere un fungo».