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CANTONEBimba di quattro anni non torna a casa da otto mesi

11.11.24 - 06:30
La madre a marzo doveva portarla negli USA per una vacanza di due settimane. Ma non è mai più rientrata in Ticino. E ora?
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Bimba di quattro anni non torna a casa da otto mesi
La madre a marzo doveva portarla negli USA per una vacanza di due settimane. Ma non è mai più rientrata in Ticino. E ora?

SOPRACENERI - Aveva il permesso di assentarsi per due settimane e mezzo con la figlia di quattro anni. Dopo la vacanza negli USA, lo scorso marzo, i passaporti sarebbero tornati all’Autorità regionale di protezione (Arp). Solo che dagli Stati Uniti quella donna non ha più fatto rientro presso il luogo di residenza, in una località del Sopraceneri. E nemmeno la piccola. Perché?

Papà ticinese e mamma americana – Sono passati ormai otto mesi da quello che qualcuno definisce un vero e proprio rapimento internazionale. La bambina in questione, che ha il passaporto svizzero, è nata da padre ticinese e madre americana. La coppia da tempo non andava d’accordo ed era seguita dall’Arp. 

Autorità parentale – La piccola viveva con la mamma. E il padre aveva un diritto di visita da esercitare due volte a settimana. Entrambi i genitori avevano l'autorità parentale, ed è proprio per questo motivo che per legge la madre non poteva trasferirsi all'estero con la bimba senza il consenso del padre.

«Non è un caso così raro» – «Purtroppo – spiega l’avvocatessa ticinese del padre – questa è una situazione non così rara quando si ha a che fare con matrimoni tra persone di nazionalità diversa. Ogni tanto capita che qualcuno prenda il figlio e fugga. I numeri sono comunque bassi. Ed è una fortuna, in questo caso specifico, che gli Stati Uniti abbiano sottoscritto la convenzione dell’Aia. Se la bimba si trovasse in un Paese che non ha sottoscritto questa convenzione, il rimpatrio sarebbe quasi impossibile».

Doppie spese e doppia procedura – Questo non significa che l’impresa di riportare la bimba in Ticino sia semplice. Anzi. «Il grosso problema – riprende l’avvocatessa – è che il papà in questione ha doppie spese legali. In Svizzera, ma anche negli Stati Uniti, nel Missouri, dove è stato costretto ad assumere un altro avvocato per portare avanti l’iter sul posto. Insomma, doppia procedura, doppi costi. Berna porta avanti la questione. Ma ci deve essere un seguito nel Missouri. I tempi si stanno dilatando». 

Cosa si valuta negli USA? – Missouri in cui si stanno cercando di valutare anche le argomentazioni della madre. La donna infatti respinge il concetto di rapimento. E parla invece di allontanamento necessario dovuto a motivazioni serie. La corte del Missouri dovrà stabilire se si tratta effettivamente di rapimento o di altro. E se sussistono gli estremi per un ritorno della bimba in Svizzera. 

«Bimba privata di un diritto» – L’avvocatessa dell’uomo precisa: «Il padre non ha mai preteso la custodia della figlia. Il suo desiderio è semplicemente quello di tornare ad avere un contatto con lei. Per poterla vedere crescere e seguirla. Questa possibilità gli è stata tolta brutalmente. Di colpo. Si può tranquillamente parlare di rapimento internazionale. La bambina è privata del diritto di crescere con la presenza del padre».

«Ora pensiamo al suo benessere» – La bimba non ha più rivisto i suoi compagni della scuola dell’infanzia, le sue maestre. E nemmeno suo padre. «I due genitori erano seguiti dall’Arp – conclude l’avvocatessa –. È stata scavalcata anche questa autorità. La bambina aveva il diritto di restare nel contesto in cui viveva ormai da tempo. Questo drastico cambiamento sicuramente non le ha fatto bene. Ed è al suo benessere ora che bisogna pensare».

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