Una casetta costruita nel "bosco" finisce nel mirino dell'ufficio forestale. L'ordine è chiaro: sgomberare. Davvero non c'è un'altra via?
COMANO - Alberto, Nico, Remo e Tommaso non ci dormono più la notte. La capanna nella natura costruita da questi quattro undicenni di Comano è recentemente finita nel mirino dell'ufficio forestale. L'ordine è chiaro. Quello è un bosco. Lì non si poteva costruire. «Quindi occorre sgomberare, sospira Alberto.
«Qui era pieno di rifiuti» – Già, Alberto. Lui è un po' il "papà" della casetta nel bosco, nata nel 2022. «Questo terreno l'abbiamo pulito – ricorda –, l'abbiamo coccolato. Era pieno di materiale di scarto e di rifiuti. Adesso è il luogo in cui passiamo tanto tempo tra amici. Non siamo solo noi quattro. A volte arrivano anche altri giovanissimi della zona».
Questo è un bosco? – Dal mappale quello risulta essere un bosco. Quindi dal punto di vista strettamente legale l'Ufficio forestale ha ragione. È nel giusto. Poi però se uno si reca sul posto si accorge che quei 1'200 metri quadrati sono in mezzo alle case. E gli alberi, già scarsi, sono destinati a diventare ancora meno perché alcuni andranno abbattuti. Si può davvero parlare di bosco con queste premesse?
Punto di riferimento – «La nostra capanna è un luogo che ci rappresenta – sostiene Nico –. Qui passiamo volentieri il tempo». «Questa capanna è diventata un punto di riferimento per noi – spiega Tommaso –. Sapere che forse non ci sarà più è dura».
«I vicini ci sostengono» – Il terreno appartiene alla famiglia di Alberto e ad altre cinque famiglie che abitano nelle case delle vicinanze. «A queste famiglie – fa notare Alberto – va benissimo che siamo noi a occuparci del bosco. Ci sostengono. È bello che ci sia qualcuno che tiene pulito il posto».
«Non abbiamo rovinato la natura» – «Non è che abbiamo rovinato la natura con questa casetta – riprende Remo con determinazione –. Non è stato usato cemento. E non abbiamo distrutto nulla. Anzi, siamo rispettosi dell'ambiente».
«E poi dicono che i giovani non stanno all'aria aperta» – «Noi non siamo tanto ragazzi che stanno incollati agli schermi – sostiene Alberto –. Dicono che ci sono pochi giovani che stanno all'aria aperta. E adesso guardate cosa vogliono fare con quelli che stanno all'aria aperta».
La richiesta: serve un nuovo sopralluogo – Ma cosa chiedono a questo punto i ragazzini di Comano all'Ufficio forestale? «Sappiamo che cinque o sei piante andranno abbattute – afferma Alberto –. Perché sono marce. A quel punto il "bosco" diventerebbe davvero più che altro un pezzetto di prato. Vorremmo dunque che si rifacesse un sopralluogo e che si rivalutasse la situazione».