L'opinione: «È solo questione di tempo, i ripari fonici andranno fatti e più si attenderà, più i costi aumenteranno»
CAMA (GR) - «Dopo un’attenta analisi e profonda riflessione, si è ritenuto di procedere con l’invio di una lettera al Consiglio federale, in specie al presidente della Confederazione e al “ministro” dei trasporti». A comunicare la volontà di scrivere a Viola Amherd e ad Albert Rösti è il gruppo promotore per il sì ai ripari fonici fra Gromo e Cama: la petizione, lo scorso anno, aveva raggiunto più di 800 firme.
«La nostra valle stretta - si legge nella nota - crea un effetto fonico di rimbombo alquanto importante, che, a differenza delle pianure o di ampie vallate, fa sì che il rumore si protragga molto a lungo per ogni singolo veicolo. Il nostro asse autostradale A13 è da tempo alquanto sollecitato, a volte sino al collasso, e purtroppo molto verosimilmente continuerà a esserlo sempre più!»
Si ricordano ad esempio «le problematiche dello scorso anno, causate dalla chiusura della galleria autostradale A2 del San Gottardo, come pure la chiusura per i viaggiatori della galleria ferroviaria del Tunnel di base. Senza dubbio situazioni che si ripetono e ripeteranno, vedasi altresì le prossime problematiche del Brennero ("maxi cantiere”) e dei lavori di costruzione delle vie di accesso ferroviarie ad Alptransit in Italia e in Germania che destano già oggi elevate preoccupazioni per molti anni a venire».
Constatato il tasso di crescita del traffico sulla A13, «è solo questione di tempo, i ripari fonici andranno fatti e più si attenderà più i costi aumenteranno». Non è stata «certo questa una scelta né facile, visti gli impegni delle istituzioni, né fatta a cuore leggero, a seguito del 21 giugno 2024 che, come sapete, ha tragicamente segnato la nostra Valle Mesolcina. Riteniamo allo stesso tempo corretto portare avanti la volontà espressa dalle molte persone firmatarie».