L'iniziativa parlamentare è stata presenta da Marco Noi per il Gruppo Verdi del Ticino
BELLINZONA - L'obiettivo è quello di ottenere l'abrogazione delle modifiche alla Legge tributaria e alla Legge organica comunale decise dal Gran Consiglio il 4 novembre 2019 al fine di introdurre la possibilità per i Comuni di differenziare il prelievo fiscale tra persone fisiche e giuridiche.
A chiederlo, tramite un'iniziativa parlamentare, è Marco Noi per il Gruppo Verdi del Ticino.
I fatti - A 5 anni di distanza dalla decisione del Gran Consiglio di approvare la riforma fiscale per l’adeguamento alla RFFA, «come si paventava allora si stanno manifestando quelle turbolenze che inevitabilmente nascono quando si mettono in una eccessiva competizione fiscale entità relativamente piccole ma con funzionalità complementari come possono essere le realtà comunali. Sebbene questi ultimi abbiano avuto 5 anni di tempo per concepire una modalità di adattamento all’implementazione della riduzione dell’aliquota per le persone giuridiche al 5,5% e la contemporanea possibilità di differenziare tra persone giuridiche e persone fisiche il moltiplicatore comunale, a pochi mesi da tale implementazione stiamo assistendo a un’incertezza e un nervosismo tra i partiti che hanno sostenuto tale riforma e tra i Comuni stessi che si trovano a doverla applicare».
La tendenza - Sembrerebbe dunque che quanto si temeva a suo tempo, «si stia delineando all’orizzonte. Ovvero che questo gioco al ribasso e fondamentalmente al massacro al quale assistiamo già a livello internazionale e intercantonale, possa impregnare anche le dinamiche intercomunali. La paura di perdere indotto fiscale dalle persone giuridiche, in particolare dei comuni più grossi al centro degli agglomerati urbani, a causa della concorrenza che comuni più piccoli potrebbero esercitare abbassando il proprio moltiplicatore per le persone giuridiche, sta sollevando nuove dinamiche finanziarie che generano ulteriore tensione e incertezza. Infatti i grossi centri come ad esempio Lugano rivendicano nuovi flussi perequativi con i comuni limitrofi, sui quali ben difficilmente sarà possibile trovare un consenso. In sostanza oltre a dover tenere a bada la regolazione della perequazione intercomunale cantonale, già di per sé una sfida non da poco con contenziosi sempre latenti e provare a riformulare i flussi finanziari tra Cantone e Comuni con Ticino 2020, anche qui un cantiere che è talmente conteso da sembrare sulla via del fallimento, implementare ora la differenziazione di moltiplicatore delle persone fisiche e di quelle giuridiche anche a livello comunale avvierebbe un ulteriore “contenzioso” finanziario intercomunale tra i grandi poli e i piccoli-medi comuni che vi gravitano attorno, che scatenerebbe dinamiche e tensioni veramente difficili da gestire», specifica.
L'attualità - Il fatto inoltre che dopo 5 anni di tempo a disposizione, «i Comuni e i partiti che li governano giungano alla vigilia dell’implementazione di questa differenziazione di moltiplicatore, praticamente spaccati e indecisi sul da farsi, è un ulteriore segnale che questo strumento non è gestibile nel nostro cantone e quindi è decisamente più un problema che un’opportunità»
Richiesta - Da qui dunque la richiesta al Consiglio di Stato di voler presentare un Messaggio con il quale si abrogano le modifiche di legge votate dal Gran Consiglio il 4 novembre 2019 con le quali si introduceva la possibilità per i Comuni di differenziare il moltiplicatore delle persone fisiche e delle persone giuridiche.