Già oggi un incarto su dieci è evaso in automatico dalla tecnologia. E in futuro? Ne abbiamo parlato col capo della Divisione Contribuzioni.
BELLINZONA - Benjamin Franklin, in una delle sue citazioni più famose, amava dire che «a questo mondo nulla è certo tranne la morte e le tasse». Coloro che agiscono in questo ambito e che trattano le nostre imposte non dovrebbero quindi avere problemi di lavoro. Ma con l’avvento dell'intelligenza artificiale (IA) il condizionale - in questo campo come in altri - diventa d’obbligo.
Una su dieci - Già oggi un’imposta su dieci viene infatti trattata e gestita grazie alla tecnologia. E in futuro come evolveranno le cose? Lo abbiamo chiesto al capo della Divisione delle Contribuzioni (DC) del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE) Giordano Macchi. «Al momento - ci conferma il funzionario - usiamo degli algoritmi di verifica dei dati dichiarati che permettono di evadere automaticamente circa il 10% delle tassazioni».
Sguardo al futuro - La tecnica utilizzata non si basa però ancora su Machine Learning, Deep Learning o Neural Networks. Anche se queste tecnologie potrebbero in futuro venire implementate. «La strategia della Divisione delle contribuzioni - ci spiega Macchi - attualmente si basa sul potenziamento dei mezzi informatici, tenendo conto dell'evoluzione tecnologica. Le possibilità dell'AI vengono monitorate e la loro introduzione è possibile o pianificata. Dal profilo strategico, si intendono potenziare gli ausili o le possibilità di verifica dei tassatori, quindi i nuovi strumenti informatici a supporto del lavoro dei tassatori».
«Solo IA? Per ora no» - Macchi, a ogni modo, esclude che la gestione delle imposte possa nel breve termine venire gestita completamente dall'intelligenza artificiale. «Una impostazione così radicale al momento non è prevista», conferma il capo del DC. «Come detto, piuttosto queste tecnologie saranno di aiuto e supporto, per migliorare la qualità e la rapidità dell'accertamento».
Integrare, non sostituire - Per ora, quindi, il lavoro dei tassatori non risulta essere a rischio "sostituzione". Anche se Giordano Macchi osserva con un occhio di riguardo gli sviluppi della tecnologia. «Può essere un aiuto ed è compito dei quadri dirigenti tenerne conto», precisa il funzionario. «In primis si tratta di capire le tecnologie e valutarne il potenziale, i costi e i benefici. È innegabile che i recenti sviluppi nell'ambito AI sono utili per gestire grandi quantitativi di dati comparabili e da trattare, come vuole il diritto tributario, in modo equanime. Gradualmente, nei programmi informatici del futuro - conclude Macchi - queste potenzialità potranno essere integrate a supporto del lavoro quotidiano».