È un importo esorbitante quello chiesto da UPS, alla consegna di un pacco in arrivo dalla Spagna, a un 32enne del Luganese.
LUGANO - «Mi sembra assurdo. Ho sborsato 76 franchi di dazi doganali per 100 franchi di merce». Lo racconta a Tio/20Minuti un 32enne del Luganese che il 30 ottobre scorso ha ricevuto da UPS un pacco che aveva ordinato dalla Spagna.
«Si trattava di tre pacchi di cartine e tre di filtri per il tabacco. E ho pagato, spese di spedizione comprese, 106 euro e 60», spiega, fatture alla mano. «Li ho acquistati online, facendoli arrivare dall’estero, perché in Svizzera costano parecchio..e di questi tempi in famiglia cerchiamo di risparmiare dove possiamo». Quei 75 franchi e 90 aggiuntivi di dazi, però, sono un’amara sorpresa.
«Una cifra esorbitante» - «Ho chiesto spiegazioni al fattorino, perché la cifra mi sembrava esorbitante, ma lui si è limitato a dirmi che loro non ci potevano fare nulla e che si trattava di normali dazi e spese gestionali. Ho quindi pagato, chiedendo però la fattura dettagliata, e, dopo qualche reticenza, il fattorino me l’ha data».
«Non viene data la possibilità di controllare» - Sulla ricevuta di pagamento gli importi, a prima vista, sembrano corrispondere: 48.70 franchi di IVA, 25.15 di spese di sdoganamento, più 2.05 di IVA su quest'ultime spese. Ma il ragazzo vuole vederci chiaro: «Con un costo complessivo di circa 176 franchi ho speso praticamente lo stesso di quanto avrei speso in Svizzera».
Il problema è che per il cittadino medio risulta quasi impossibile capire se quanto risulta da pagare per lo sdoganamento è corretto o meno: «Quando ti arriva il fattorino sotto casa è sempre di fretta, non ti dà nemmeno la possibilità di controllare se la fattura è giusta», sottolinea il 35enne. «Inoltre non viene mai indicato nel dettaglio come vengono calcolati gli importi da pagare».
Qualcosa, in questo caso, sembra però effettivamente essere fuori posto. Controllando bene la ricevuta di pagamento di UPS spicca infatti, in alto a destra, un “601 franchi” indicato come valore della merce. Non ci rimane quindi che chiedere spiegazioni.
«C'è stato un errore» - «In base alla documentazione fornita emerge che è stato effettuato un errore da parte del corriere (in questo caso UPS), il quale è responsabile della dichiarazione doganale», ci dice Nadia Passalacqua, portavoce dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). «La dichiarazione allestita riporta infatti un valore di 601 franchi invece di 100 franchi. Di principio, quindi, l’IVA dovuta sarebbe stata di 8.10 franchi al posto di 48.70. Le altre spese supplementari non riguardano l’UDSC, ma sono riconducibili all’attività svolta dal corriere».
E quindi? «Una volta accertato l’eventuale errore, come in questo caso, vi è la possibilità di inoltrare ricorso, tramite il corriere, all'UDSC. Questo va fatto entro 60 giorni».
Non 76 franchi, ma 35 - Secondo UPS, però, a sbagliare non sarebbero stati loro. «Ci spiace che il signore abbia avuto questo inconveniente. L'errore, tuttavia, non è di UPS: nella fattura commerciale che abbiamo ricevuto il mittente aveva indicato il valore della merce come 6 x 106 euro, ovvero 636 euro. Questo importo è stato determinante per il calcolo dell’ammontare dell'IVA da addebitare».
Ergo: il nostro lettore dovrebbe pagare un totale di 35.35 franchi di dazi, meno della metà di quanto addebitatogli. E anche se l'errore sarebbe stato commesso dall'azienda spagnola dalla quale ha acquistato, UPS indica che «stiamo verificando se possiamo inviargli un risarcimento».
Occhio ai dazi - Ma mentre il 32enne attende il risarcimento, l’ammontare dovuto rimane comunque piuttosto sostanzioso, e la domanda sorge spontanea: come si calcolano questi dazi? E come si possono evitare brutte sorprese quando si ordina un prodotto dall’estero? «Di regola, i tributi doganali sono calcolati secondo il peso lordo (incluso l'imballaggio) e spesso sono inferiori a 1 franco al chilogrammo», indica l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini. «Soprattutto le bevande alcoliche, i tabacchi manufatti e le derrate alimentari soggiacciono a tributi doganali più alti e/o ad altri tributi elevati (per esempio all’imposta sulla birra o all’imposta sulle bevande spiritose). Per motivi di carattere economico-amministrativo, invece, i tributi doganali fino a 5 franchi non vengono riscossi».
C’è poi la questione dell'IVA. «L'IVA è pari all'8,1% della base di calcolo. Per determinati beni, per esempio derrate alimentari, libri, riviste o medicamenti, si applica l'aliquota ridotta del 2,6%. Nella pratica gli importi d'imposta fino a 5 franchi non vengono però riscossi. Ciò significa che potete evitare queste spese se il valore del pacco (spese di trasporto e imballaggio incluse) non supera i 61 franchi per le merci standard, oppure i 192 franchi se si sono ordinate merci soggette al 2,6% di IVA come alimenti o libri.
Le tariffe dei corrieri? Poca trasparenza - Infine, «per le loro prestazioni di servizio, La Posta e le ditte di corriere come UPS, DHL, DPD e FedEx riscuotono, nell'ambito dell'imposizione doganale, diverse tasse che variano a seconda della ditta».
UPS, ad esempio, indica che l'importo di 25.15 franchi è il minimo che va corrisposto se l’IVA è superiore ai 5 franchi. La Posta, dal canto suo, addebita 13 franchi per i pacchi provenienti dall’UE, e 16 franchi per il resto del mondo, più il 3% del valore della merce. Ciò significa che se il trasporto del pacco di cui vi abbiamo parlato sopra fosse stato effettuato dalla Posta, il nostro lettore avrebbe risparmiato 9 franchi e 95 centesimi sullo sdoganamento.
Risalire alle tariffe dei vari corrieri, spulciando i loro siti, risulta ad ogni modo parecchio complicato e, osiamo dirlo, a mancare è forse un po' di trasparenza. L'UDSC, in effetti, consiglia di rivolgersi direttamente alla ditta di corriere se si desidera ricevere delle indicazioni precise sui prezzi.