L'approvazione del DATEC non è piaciuta a Balerna, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Novazzano e Stabio che si rivolgono al TAF.
COLDRERIO - La notizia era nell'aria. Ma ora è arrivato anche l'ufficialità. I sei Comuni del Mendrisiotto (Balerna, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Novazzano e Stabio) hanno infatti fatto ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF) contro la corsia (lunga 1800 metri) per lo stazionamento dei TIR tra Coldrerio e Balerna.
Il progetto, ricordiamo, aveva ricevuto luce verde dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) nelle scorse settimane. Un'approvazione, quella giunta da Berna, che aveva fatto storcere il naso ai sei Comuni, soprattutto per come il DATEC aveva liquidato le loro obiezioni. «Sono state evase - precisa una nota congiunta - in poche righe sostenendo acriticamente le posizioni di USTRA». Da qui la decisione dei Comuni di impugnare la decisione e rivolgersi al TAF.
Di seguito le motivazioni principali contenute nel ricorso:
1. Violazione del diritto di essere sentiti: il DATEC non si è effettivamente confrontato con le contestazioni sollevate dai Comuni ricorrenti, in particolare in riferimento alla giustificazione della corsia per lo stazionamento dei veicoli pesanti (VP), limitandosi a riportare e ad appoggiare le argomentazioni dell’USTRA.
2. Corsia per lo stazionamento per i VP: la nuova corsia per i VP è contestata in quanto non è il frutto di una corretta ponderazione degli interessi in gioco e di una valutazione di possibili alternative (principi ancorati nel diritto federale). In particolare non si è tenuto conto delle seguenti circostanze, in base alle quali occorre ritenere che si tratta di un’opera inutile:
3. Procedura di esame di impatto ambientale: non è stata seguita correttamene la procedura di esame di impatto ambientale regolata dal diritto federale.
4. Tematiche ambientali: il progetto pone una serie di problemi dal profilo ambientale derivanti dal fatto che sono previsti degli interventi piuttosto invasivi (ad es. per quanto riguarda l’allargamento del Viadotto Riale di Villa, per l’esecuzione dei lavori per la nuova corsia per i VP e per la realizzazione dei nuovi impianti di smaltimento delle acque) all’interno del Parco della Valle della Motta (zona protetta attraverso un apposito Piano di utilizzazione cantonale) e che vanno a toccare anche dei biotopi protetti a livello federale.
5. Inquinamento fonico: a giudizio dei Comuni ricorrenti non è stata valutata correttamente dal profilo giuridico la natura dell’intervento stradale, che avrebbe dovuto portare a prendere in considerazione i limiti fonici più restrittivi con la conseguenza che USTRA deve farsi carico della posa di finestre fonoisolanti per tutti gli edifici presso i quali tali limiti sono superati; non è inoltre stato valutato adeguatamente l’impatto paesaggistico (ad es. sulla Chiesa di S. Antonio a Balerna) provocato dalla posa dei nuovi ripari fonici e dell’innalzamento dei ripari esistenti.
6. Inquinamento dell’aria: il progetto comporta ulteriore inquinamento (ad es. per il fatto che i VP incolonnati tengono spesso acceso il motore durante la sosta, circostanza che non è stata considerata nel progetto) e non tiene adeguatamente conto della situazione già critica sulla qualità dell’aria nella regione del Mendrisiotto.
7. Cantiere: il progetto pone delle problematiche a livello di gestione del cantiere e non sono inoltre stati definiti con precisione i provvedimenti che verranno adottati per limitare il rumore e l’inquinamento durante i lavori, ritenuto che il cantiere si estenderà su superfici enormi per molti anni, a ridosso anche di zone abitate, e prevede lavorazioni molto rumorose anche di notte.