Kilian è autistico. Mamma Silvia si è accorta che non paga correttamente la merce che acquista nei negozi. Così ha deciso di rompere un tabù.
TENERO - «Mio figlio fa cose strane. Ma non abbiate paura. È un gigante buono». Silvia Abbatiello è la mamma di Kilian, un ragazzone di 29 anni col sorriso spesso stampato in volto. Kilian è autistico. E mamma Silvia recentemente ha deciso di abbattere ogni tabù. «Raccontando chi è mio figlio a tutte le persone che potrebbe incontrare».
L'episodio scatenante – Una scelta che nasce da un episodio ben preciso. Un anno e mezzo fa Kilian va in un chiosco. Prende un gelato e non paga. La polizia lo fermerà per poi chiamare mamma Silvia. «Per me è stato un momento difficile. Mi sono resa conto di come il mondo esterno fosse probabilmente impreparato a capire Kilian. Allo stesso tempo ho capito che anche io dovevo fare qualcosa per spiegare alla gente come interagire con lui».
«All'inizio sola e angosciata» – Secondo vari studi internazionali il numero di persone affette da disturbi dello spettro autistico oscilla tra l'1 e il 2% della popolazione. «Molti genitori – riprende Silvia – tendono a negare o a nascondere. Quando Kilian è nato non c'erano i supporti che ci sono oggi. All'inizio mi sono sentita molto sola. La diagnosi è arrivata attorno ai tre anni. In particolare spiccava il fatto che Kilian non imitava. Per un bambino a un certo punto della sua crescita è normale fare imitazioni di ciò che vede. Kilian non lo faceva. Da lì mi sono chiesta più volte che ne sarebbe stato di lui».
La grande paura – Col tempo mamma Silvia riesce a elaborare quella frustrazione. «Anche se ancora oggi ho paura. Ho il timore che qualcuno faccia del male a Kilian. A volte lui parla da solo. Oppure fa degli scatti. E se qualcuno dovesse interpretare male quello che fa? So che entra spesso in un negozio di intimo femminile. Ma lo fa perché è attratto dai cataloghi. Anche a casa lui legge e rilegge ogni tipo di volantino o di giornale. Chiaro che se non si conosce questo meccanismo, qualcuno può pensare altro».
«Non conosce bene il valore dei soldi» – A spingere mamma Silvia a esporsi tuttavia è stato soprattutto il fatto che Kilian spesso non paga correttamente ciò che acquista. «Perché non conosce bene il valore dei soldi. Da qualche anno ho deciso di dargli tutti i giorni qualcosa per le sue piccole spese. Questo ha delle controindicazioni. Al supermercato in coda alla cassa è già capitato che qualcuno pagasse per lui la differenza. Così come è già successo che la cassiera gli chiedesse di porgerle il borsellino in modo da prelevare la cifra giusta».
Il volantino – Non tutti i negozianti tuttavia hanno la stessa sensibilità. «È un mondo che va veloce. E Kilian ha ritmi lenti. Ho seguito mio figlio per capire quali sono i negozi che potrebbe frequentare. E a molti sto distribuendo un volantino con la foto di Kilian e con le "istruzioni" per interagire con lui. Alla fine lascio anche il mio numero di telefono. Dove Kilian non paga correttamente, ripasso io a saldare. Ringrazio tutti quelli che stanno mostrando sensibilità. Allo stesso tempo mi scuso. Però questo è l'unico modo per aiutare Kilian a trovare la sua indipendenza anche economica. Inciamperà tante volte. Ma imparerà».
«È abitudinario» – Kilian lavora a tempo pieno a Solduno, in un laboratorio della Fondazione Diamante. Ama il cibo, i film, i videogiochi. Non è molto loquace. «Però ha sempre un mezzo sorriso. E anche quello può essere frainteso. Una volta sul bus un giovane gli ha dato dello psicopatico. C'ero anche io. E questo mi ha ferito. Kilian è anche molto abitudinario. Ama sedersi sempre allo stesso posto. A volte può sembrare irruente. Però se lo si conosce, si capisce che non lo fa apposta e che è una persona dolce e buona».
Le domande sul futuro – Mamma Silvia, che ha altri due figli più grandi, è una donna gioiosa. E non nasconde una certa emozione nel parlare di Kilian. «Lui mi mantiene giovane. Anche perché ogni giorno mi devo preoccupare di lui. Mentalmente è come se avesse 5 anni. È normale che mi domandi che fine farà quando io non ci sarò più. A volte il pensiero mi soffoca. Ma è proprio per questo che voglio parlare di Kilian al mondo. Il suo autismo non deve essere un limite per lui e non deve essere un problema per gli altri».