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CANTONE/SVIZZERAIl "calabrone killer" è alle porte. Tremano le api e non solo

21.11.24 - 08:31
In Svizzera interna è sempre più presente. L'esperto: «Si moltiplica a una velocità spaventosa»
AFP
Il calabrone asiatico si sta diffondendo rapidamente in Svizzera.
Il calabrone asiatico si sta diffondendo rapidamente in Svizzera.
Il "calabrone killer" è alle porte. Tremano le api e non solo
In Svizzera interna è sempre più presente. L'esperto: «Si moltiplica a una velocità spaventosa»

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LUGANO/ZURIGO - Il calabrone asiatico è una specie invasiva proveniente dalla Cina, avvistata per la prima volta in Europa nel 2004, per l'esattezza in Francia. Da allora si sta diffondendo rapidamente in Europa occidentale. In Svizzera, la prima segnalazione risale al 2017 nel Canton Giura. Quattro anni dopo, sono stati trovati quattro nidi nel cantone di Ginevra. Da lì, l'insetto si è diffuso ulteriormente lungo la dorsale del Giura.

A Soletta, proprio a causa del calabrone "killer", l'apicoltore Patrick Gubler ha perso tutte le sue colonie di api, quasi tre milioni di esemplari, distruggendo il lavoro di una vita.

Il numero di nidi aumenta fino a dieci volte ogni anno - «Le stime indicano che il numero di nidi potrebbe aumentare da cinque a dieci volte ogni anno», afferma Stéphanie Huggler, responsabile del Centro di coordinamento per gli organismi alieni.

Il numero di segnalazioni è esploso in tutta la Svizzera. Se nel 2022 erano stati registrati 46 ritrovamenti confermati in otto cantoni, nel 2023 la cifra era salita a 1306 in 13 cantoni. Anche il numero di nidi distrutti è aumentato. Di 20 volte. Il motivo: il calabrone asiatico non ha nemici naturali in Europa e può quindi diffondersi facilmente.

Il problema è alle porte del nostro Cantone - Il calabrone sembra ormai essere pronto a bussare alle porte del nostro Cantone. «È già arrivato a Como. L'ASL locale si è già attivata con un presidio», ci spiega Floriano Moro, portavoce della Federazione Ticinese di Apicoltura (FTA).

Il problema maggiore è che, a differenza del calabrone europeo, questa specie uccide le api mellifere perché ha bisogno di proteine animali per nutrire le sue larve. Moro riconosce la potenza distruttiva dell'insetto "killer": «Una singola arnia contiene fino a 40 mila api. Questo calabrone le fa fuori tutte in poche settimane».

In pericolo non sono solo le api da miele, ma anche le api selvatiche, le vespe e le farfalle, con un impatto sulla biodiversità. Conseguenza: il numero di piante impollinate sta diminuendo. Le trappole per insetti sono utili per controllare il calabrone asiatico, tuttavia, poiché letali anche per molti altri insetti, in Svizzera non sono consentite.

Critiche alla politica - Secondo Huggler, è particolarmente importante dare priorità al controllo dei nidi in futuro. «È irrealistico aspettarsi di poter combattere completamente questa diffusione. In queste condizioni, è chiaro che l'eradicazione o il contenimento della specie non sono possibili. L'obiettivo attuale è quello di rallentarne la diffusione». Questo darebbe il tempo ai cantoni non ancora colpiti di prepararsi.

Sia gli apicoltori che Fabian Trüb del Servizio sanitario apistico criticano il fatto che si stia facendo troppo poco per rallentare la diffusione del calabrone asiatico. Anche diverse iniziative politiche sono state finora respinte.

«Ci si sta preparando in qualità di associazione, ma a livello cantonale non ancora», si accoda Moro. «Non si è proceduto nemmeno con la posa delle trappole sentinella utili a rilevare l'arrivo di questa specie invasiva». Che potrebbe sopraffarci in fretta: «Questi insetti si riproducono a una velocità incredibile. Si pensi che un esemplare può arrivare a deporre fino a 3mila uova in un giorno».

E, sottolinea Moro, «non è così semplice né individuarli né eliminarli. Nidificano anche a 30 metri d'altezza». «Unico sistema - prosegue - è catturare un calabrone, dotarlo di un'antenna radar e tracciare il suo percorso fino al nido. Una volta identificato poi bisogna trovare il sistema di raggiungerlo e rimuoverlo. Non sono operazioni facili. Richiedono tempo e denaro».

Per l'esperto ticinese prevenire è possibile: «Occorre intervenire immediatamente e, una volta trovato il nido, distruggerlo. Ma servono le trappole per trovarlo. Magari piazzate con criterio, per non impattare sulle altre specie. Una volta che il calabrone sarà arrivato da noi bisognerà avere delle persone capaci, attrezzate, e preparate ad affrontare il problema».


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