La preoccupazione del SSM: «Il clima è pesante, ci auspichiamo trasparenza». Berna: «Per le misure in RSI, un dialogo aperto».
COMANO - La «più grande trasformazione» nella storia della SSR, così come è stata presentata dalla neo direttrice Susanne Wille, suona per molti dipendenti dell'azienda come l'ennesimo rintocco di un triste conto alla rovescia.
I 1000 tagli annunciati entro il 2029, per un risparmio di circa 270 milioni di franchi, vanno a sommarsi ai diversi programmi di austerità e alle misure volte a economizzare, già annunciate negli scorsi mesi.
Una situazione, questa, che ovviamente non esclude la Svizzera italiana. Sul sentimento che alberga in quel di Comano abbiamo provato a interpellare Riccardo Mattei, Segretario sindacale del Sindacato Svizzero dei Massmedia (SSM), sezione Ticino.
Si sa già qualcosa sull'impatto eventuale che l'annuncio potrà avere sulla RSI?
«Non abbiamo ancora informazioni a riguardo. Sappiamo però, dall'esperienza delle passate ristrutturazioni, che l'impatto nella Svizzera italiana sarà importante. Quando arriveranno informazioni in merito potranno darci un indicatore dell'importanza che la nuova direzione nazionale dà alle minoranze linguistiche».
Quanto pesa la questione del canone?
«Sebbene manchino ancora i dettagli, è sicuramente rilevante. Pesa in particolare la vergognosa ed antidemocratica ordinanza del Consiglio federale di portarlo a 300 franchi».
Quanto pesa, invece, il calo degli introiti pubblicitari?
«Contribuisce anche questo, nonostante l'azienda stia già agendo con le misure di risparmio annunciate quest'anno e quelle previste per l'anno prossimo».
Cosa ne pensa il SSM di questo susseguirsi di tagli e questo clima di austerità?
«Siamo molto preoccupati, in un contesto generale con una parte politica sempre più ostile ai media e al servizio pubblico, questi annunci destabilizzano fortemente l'azienda. Tutto questo in un momento in cui sarebbe auspicabile una maggiore stabilità per far fronte alle cruciali votazioni che ci attendono».
L'umore tra gli addetti ai lavori?
«Non posso negarlo, l'ambiente è estremamente pesante. Ci aspettiamo che l'azienda sia rapida e trasparente nel coinvolgere il sindacato e il personale nella discussione di queste misure di risparmio. Solo questo può garantire di trovare soluzioni che valorizzino la qualità del servizio pubblico. L'unico vero cuore e motore della SSR è formato dai professionisti e le professioniste che la animano. Tutelarli deve essere una priorità assoluta».
SSR: «Il vero lavoro inizia ora, per le possibili misure in Ticino si istituirà un dialogo con RSI»
La RSI, contattata da tio.ch, ha preferito cedere la risposta alla centrale SSR di Berna. Questa ci ha confermato come «tutti i dettagli siano ancora da definire» e che non c'è - al momento - una presa di posizione articolata da parte della Radiotelevisione svizzera, soprattutto per quanto riguarda le diverse aree linguistiche di competenza.
Il piano “Enavant” presentato dalla direttrice Wille, «è al momento proprio questo: un piano, il vero lavoro inizia ora e si protrarrà nell'arco dei prossimi anni». Per quanto riguarda l'entità delle possibili misure in Ticino, queste non vengono escluse, ma «verranno definite a tempo debito con un dialogo aperto fra SSR e RSI».