Voci riferiscono di un ristrutturazione lenta e silenziosa. L'azienda smentisce l'ipotesi di licenziamenti di massa. I dubbi dei sindacati.
BIOGGIO - Un ridimensionamento silenzioso sembrerebbe stia avvenendo tra le mura della Avaloq di Bioggio. Si parla di diversi lavoratori lasciati a casa o invitati al pre-pensionamento.
Voci, per ora. Che trovano tuttavia conferma nelle testimonianze di alcuni ex dipendenti secondo cui numerosi licenziamenti - almeno una ventina - si sono susseguiti negli ultimi mesi. L'azienda sembrerebbe volersi separare anche da diversi ad alta specializzazione. Una breve verifica dei nomi portati alla nostra attenzione da alcuni "esodati", permette di risalire ad avvocati, ingegneri, manager... Insomma, non propriamente personale da salario minimo.
Si fa riferimento a un processo lento e destinato a protrarsi nel tempo secondo un piano che - riportiamo le parole chi vi lo avrebbe vissuto - «frammenta gli impatti e li rende meno visibili». Ma che starebbe avvenendo sotto gli occhi di tutti coloro che in quel di Bioggio ci lavorano, e che si trovano a vivere un «clima di tensione insostenibile» tale da generare un «malessere diffuso che compromette la serenità e il benessere di tutto il personale».
Avaloq non si sbottona - L'azienda, contattata, smentisce tagliando corto, senza elargire dettagli. Sollecitata più volte a fornire delle cifre, la sede centrale di Avaloq dichiara di «non prendere mai alla leggera la decisione di separarsi da un dipendente». «Abbiamo molto a cuore i nostri colleghi», sottolinea. Insomma, quanti licenziamenti siano avvenuti di recente non è dato saperlo.
Riguardo alla sede ticinese rassicura: «Avaloq continuerà a mantenere una forte presenza a Bioggio, non si registrano licenziamenti di massa in corso nella regione».
Versioni contrastanti - Versione che cozza un po' con quanto abbiamo raccolto negli scorsi giorni e con quello che riporta anche Insideparadeplatz.ch. Stando al portale di notizie finanziarie zurighese, la società di software bancari starebbe ridimensionando sia la sede di Zurigo, sia quelle di Bioggio (si parla di numerosi tagli) per trasferire parte delle sue attività in India e nelle Filippine.
Nessun contatto con i sindacati, ma... - Una ristrutturazione che, se confermata, starebbe avvenendo senza particolari proteste. «Non abbiamo iscritti in Avaloq, non hanno mai aderito al CCL e nessuno si è fatto vivo», ci spiega Vincenzo Cicero, responsabile per il Sottoceneri di Unia.
Anche all'Ocst per ora non si è rivolto nessuno, ammette Paolo Coppi, Vice segretario regionale. Qui, però, delle voci hanno iniziato a circolare: «Tanto che abbiamo provato a contattare qualche nostro iscritto, ma non abbiamo ricevuto purtroppo nessuna conferma». Persino con loro la direzione si è dimostrata piuttosto abbottonata: «Tutto questo silenzio sembra un po' assordante. Probabilmente qualcosa sta succedendo», aggiunge il sindacalista.
Lo zampino di NEC? - Dietro tutta questa manovra ci sarebbe lo zampino di NEC, il colosso giapponese che a fine dicembre del 2020 ha acquisito il 100% delle quote di Avaloq. E il cui obiettivo, ora, sarebbe quello di ridurre i costi (da qui forse la scelta di tagliare le posizioni più prezzolate).
Gli obiettivi, d'altra parte, sarebbero ambiziosi: secondo Insideradeplatz i vertici puntano a 80 milioni di utile nell’anno in corso, e a più di 100 milioni nel 2025.