Iniziativa organizzata sabato per «difendere il futuro» dell'istituto.
TRESA - Aperitivo, pranzo, banco dolci, musica, teatro e giochi per bambini. L'appuntamento è sabato 30 novembre, dalle 10.30 alle 16, nel piazzale delle scuole comunali di Sessa.
L'iniziativa è organizzata dal gruppo "SOS scuole comunali" per «difendere il futuro delle nostre scuole».
Vi saranno inoltre «interventi informativi per chiarire l’importanza di agire per preservare il sistema scolastico attuale». Nel comunicato stampa, i promotori sottolineano come al momento della sua nascita (2021) il Comune di Tresa «aveva una ripartizione degli allievi di scuola dell’infanzia e elementare su tre quartieri: Ponte Tresa, Croglio e Sessa».
Per problemi strutturali, «la sede di Ponte Tresa nel 2022 è stata chiusa, con il conseguente spostamento dei bambini a Croglio. Ora, nonostante strutture scolastiche funzionanti e stabilità dei numeri dei bambini nelle previsioni per gli anni futuri, il Municipio di Tresa ha ideato una riorganizzazione del sistema scolastico comunale che coinvolgerebbe i bambini di tutti i quartieri». Questa riorganizzazione «comporterà conseguenze per i bambini, le famiglie e la comunità intera». Essa prevede «il trasferimento di tutti gli allievi del primo ciclo (I e II classe) a Sessa, e di tutti quelli del secondo ciclo (III, IV e V) a Croglio, compromettendo un sistema scolastico locale storico e ben funzionante».
Gli organizzatori della "maniFESTAzione" ritengono la proposta «inutile e dannosa». Nello specifico «la trasferta casa-scuola dei bambini avverrà in pulmino e in media durerà 40-60 minuti al giorno. L’utilizzo della mensa sarà necessario per i bambini che non vivono in prossimità, con aumento dei costi a carico delle famiglie e necessità di creazione di nuovi spazi per le mense». E ancora: «L’inquinamento e il traffico della regione aumenteranno, di pari passo ai costi legati agli spostamenti in pulmino. Si creeranno problemi organizzativi per le famiglie con più figli a scuola, sparsi in sedi e quartieri diversi».
Infine, «i bambini perderanno il diritto di andare a scuola a piedi, scelta che contrasta con progetti sostenibili come Pedibus, fondamentali per promuovere autonomia e salute».